Di fatto dietro l’azione apparentemente encomiabile a protezione della posidonia emerge, ancora una volta, uno sconcertante tentativo di accrescere, anziché contenere, la pressione nautica, spingendo, in realtà, oltre ogni limite l’incremento di un turismo aggressivo che non è compatibile con i delicati equilibri ambientali della Zona Speciale di Conservazione della baia di Porto Conte e dell’intera Area Marina Protetta.
Le dislocazioni e il numero delle zavorre di ancoraggio, e soprattutto le dimensioni delle imbarcazioni che potranno utilizzare i punti di ormeggio sono indicativi: 30 a Baia delle Ninfe-Porto Conte, di cui una per imbarcazione da 100 metri e una per imbarcazioni da 70 metri, 10 a Capo Galera, di cui quattro per imbarcazioni da 24 metri, 10 a Punta Negra e 18 a Lazzaretto, di cui sette per imbarcazioni da 15 metri e 4 da 24.
Diverse sono le perplessità sul progetto e sulle procedure seguite, basti citarne due:
- Sul sito della Regione relativo alla pubblicazione della documentazione della procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale (VIncA) è presente non sono consultabili tutti gli elaborati progettuali e già questo elemento dovrebbe comportare lo slittamento dei termini per la presentazione delle osservazioni ora previsti per il 7 settembre 2024.
- Appare singolare che la Regione possa dare corso a una richiesta di VIncA formulata dal gruppo di professionisti che ha redatto il progetto di fattibilità, anziché, come di consueto, dall’Istituzione, il Parco Naturale Regionale di Porto Conte.
Le associazioni ambientaliste mettono in evidenza soprattutto l’insufficienza dello studio e l’incompiutezza della documentazione oltre che l’irrituale modalità con cui lo studio di Valutazione d’Incidenza Ambientale per la posa dell’infrastruttura sommersa sia stato inoltrato agli uffici regionali preposti, senza che si sia fatto precedere da un processo democratico di informazione e discussione particolarmente necessario quando si tratta di scelte importanti e gravi per l’integrità del prezioso patrimonio di biodiversità, la qualità del paesaggio naturale e la salvaguardia dei valori storico culturali.
Le associazioni firmatarie hanno pertanto richiesto, nel segno di una leale e franca cooperazione con le istituzioni, un incontro urgente al Sindaco e all’Amministrazione Comunale di Alghero auspicando che quest’ultima si faccia parte attiva nel sottoporre a un’analisi di sostenibilità i contenuti progettuali e nel intervenire sulle modalità di gestione del processo informativo da parte dell’Ente Parco, in coerenza con gli impegni programmatici assunti dall’amministrazione in carica che mettono in primo piano il principio della partecipazione informata della cittadinanza a tutte le scelte e decisioni importanti che interessano il territorio.
Alghero 4.09.2024
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