(Adnkronos) – "Un’emozione straordinaria”. Così Sara Doris, presidente della Fondazione che porta il nome di suo padre, Ennio, descrive ciò che ha provato guardando “Ennio Doris, c’è anche domani”, la pellicola presentata alla 81° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, nel contesto del Venice Production Bridge, il mercato cinematografico della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica. Un film diretto da Giacomo Campiotti e dedicato a Ennio Doris, il ‘banchiere gentile’ scomparso il 24 novembre 2021.
“Sono andata sul set e mi sono emozionata anche mentre giravano il film – confessa Sara Doris – Credo che Giacomo Campiotti, il regista, abbia colto con grande sensibilità l'animo di mio padre, della sua famiglia e della sua storia. Vedere il riassunto della sua vita in queste due ore di film è stupendo. È la storia vera e concreta di un essere umano e credo che per questa sua autenticità lasci qualcosa nello spettatore”. Dall'infanzia povera e felice a Tombolo, nel padovano, alla fondazione di Banca Mediolanum e ai successi internazionali, quella di Ennio Doris è la storia di un uomo qualunque che ha fatto strada. Un’impresa che “Se ognuno di noi si applica, se mette a frutto i propri talenti, se rimane fedele alle proprie radici, ai propri valori, può realizzare”, incalza Doris. Il titolo del film, 'C'è anche domani', custodisce un aneddoto familiare: “Come si vede nel film, è tratto da un episodio vero del 1953 – racconta la figlia del banchiere – Quando il beniamino di mio padre, il ciclista Fausto Coppi, perse una delle ultime tappe del Giro d'Italia e sembrava avesse perso il Giro. Mio nonno consolò mio padre in lacrime dicendogli: 'Ennio, ricordati che c'è anche domani'. Il giorno dopo Coppi vinse la tappa e successivamente, il Giro d'Italia. Quindi per mio padre questa frase è diventata una pietra miliare, un fondamento del suo modo di affrontare la vita, anche nei momenti più difficili”. ‘C’è anche domani’ è anche il titolo del libro scritto da Ennio Doris nel 2014. Proprio su quel libro si basa la sceneggiatura del film: “Mi è piaciuta molto – ammette Sara Doris – Il regista e lo sceneggiatore hanno chiacchierato molto con la nostra famiglia e hanno saputo cogliere dei momenti salienti e delle sfumature che raccontano molto dei personaggi. Chi ha realizzato la sceneggiatura è stato bravissimo a cogliere la verità. La realtà”, conclude. —[email protected] (Web Info)
“Sono andata sul set e mi sono emozionata anche mentre giravano il film – confessa Sara Doris – Credo che Giacomo Campiotti, il regista, abbia colto con grande sensibilità l'animo di mio padre, della sua famiglia e della sua storia. Vedere il riassunto della sua vita in queste due ore di film è stupendo. È la storia vera e concreta di un essere umano e credo che per questa sua autenticità lasci qualcosa nello spettatore”. Dall'infanzia povera e felice a Tombolo, nel padovano, alla fondazione di Banca Mediolanum e ai successi internazionali, quella di Ennio Doris è la storia di un uomo qualunque che ha fatto strada. Un’impresa che “Se ognuno di noi si applica, se mette a frutto i propri talenti, se rimane fedele alle proprie radici, ai propri valori, può realizzare”, incalza Doris. Il titolo del film, 'C'è anche domani', custodisce un aneddoto familiare: “Come si vede nel film, è tratto da un episodio vero del 1953 – racconta la figlia del banchiere – Quando il beniamino di mio padre, il ciclista Fausto Coppi, perse una delle ultime tappe del Giro d'Italia e sembrava avesse perso il Giro. Mio nonno consolò mio padre in lacrime dicendogli: 'Ennio, ricordati che c'è anche domani'. Il giorno dopo Coppi vinse la tappa e successivamente, il Giro d'Italia. Quindi per mio padre questa frase è diventata una pietra miliare, un fondamento del suo modo di affrontare la vita, anche nei momenti più difficili”. ‘C’è anche domani’ è anche il titolo del libro scritto da Ennio Doris nel 2014. Proprio su quel libro si basa la sceneggiatura del film: “Mi è piaciuta molto – ammette Sara Doris – Il regista e lo sceneggiatore hanno chiacchierato molto con la nostra famiglia e hanno saputo cogliere dei momenti salienti e delle sfumature che raccontano molto dei personaggi. Chi ha realizzato la sceneggiatura è stato bravissimo a cogliere la verità. La realtà”, conclude. —[email protected] (Web Info)