La Commissione comunale istituita a Tempio nel gennaio scorso per vigilare sulla speculazione energetica, a cui sono stati ammessi due membri del Coordinamento Gallura, è stata finalmente riconvocata il 30 agosto 2024, per la seconda volta. L’unica altra riunione si era tenuta sei mesi fa, senza che per altro si fosse deciso alcunché. Dopodiché il nulla.
Il sindaco Giannetto Addis ha ora ritenuto opportuno sentire il Coordinamento in vista della convocazione dei sindaci galluresi da parte dell’Assessorato Regionale agli Enti Locali prevista per il 2 settembre, avente ad oggetto la “definizione delle aree idonee”.
Per il Comitato erano presenti Marta Tolar e Maria Antonietta Pirrigheddu.
È vero che gli incontri tra Comuni e Assessorato Regionale sono una mera formalità, come ha sostenuto il sindaco: gli amministratori locali verranno auditi ma certamente non ascoltati. Proprio come è successo al Coordinamento Gallura in questo incontro col Comune di Tempio: siamo stati auditi ma non ascoltati. Ogni nostra richiesta è stata infatti puntualmente respinta.
Naturalmente anche noi sosteniamo che Tempio abbia «già dato». Ma c’è un punto fondamentale che non può assolutamente trovarci concordi. La città di Tempio è già devastata da otto impianti fotovoltaici invisi alla popolazione, installati in zone verdi di gran pregio, due dei quali avrebbero richiesto valutazioni di opportunità particolarmente serie ed accurate da parte dell’Amministrazione.
Lo scempio purtroppo continuerà, perché il Comune tempiese ha in preparazione un piano Smart Grid che, seppur appaia buono negli intenti, darà il colpo di grazia al territorio gallurese: «qualche pala eolica nella piana di Pulchiana» e ulteriori «impianti fotovoltaici nella Zir» per 28 Megawatt complessivi. Purtroppo, quando parla di ZIR, il Comune intende non solo la Zona industriale vera e propria ma anche la cosiddetta “Buffer zone”, o “area cuscinetto”: una fascia larga 500 metri oltre l’intero attuale perimetro della Zona Industriale, su cui lasciar proliferare altri impianti. Una fascia di cui sarebbe interessante calcolare l’area e che ricade tutta in zone pregiate e ricche di vegetazione.
La Legge in vigore consente ai Comuni di utilizzare alcuni strumenti per frenare l’avanzata degli impianti.
Ma l’Amministrazione tempiese, anziché estendere le tutele, estende l’area della Zir ad una porzione enorme di territorio. In pratica la nostra Zona Industriale avanzerà in ogni direzione di mezzo km, anche verso il Monte Limbara, la relativa area S.I.C e naturalmente verso l’abitato di Tempio.
Qui non possiamo evitare una considerazione. La letteratura medico-scientifica rileva un significativo aumento di tutte le patologie per le popolazioni che vivono in prossimità delle aree industriali: malattie respiratorie, cardiovascolari, endocrine, neurologiche ecc. Si tratta di fatti certi e consolidati. Tuttavia l’Amministrazione comunale tempiese sceglie di avvicinare ulteriormente la ZIR alle abitazioni dei suoi concittadini!
Nel corso della riunione il Coordinamento Gallura ha chiesto ripetutamente che i 28 Megawatt siano installati in superfici già impermeabilizzate da asfalto e cemento, su tetti pubblici, industriali e agricoli, senza ulteriore consumo di suolo verde – come raccomandano anche le Direttive UE. Il sindaco ha però ribadito che, piuttosto che lasciar utilizzare le aree verdi della Buffer Zone ai privati, preferisce ESPROPRIARLI e realizzare questi impianti lui stesso.
Anziché farsi promotrice di una Comunità Energetica “industriale”, vincolandola appunto alle superfici già impermeabilizzate da precedenti attività umane, l’Amministrazione tempiese decide di ricorrere agli espropri a danno dei propri concittadini e consumare nuovo suolo, aggiungendo danno al danno.
In sostanza l’Amministrazione si comporta da speculatrice nel proprio territorio, ignorando tutti i contenuti e le riflessioni emersi almeno in quest’ultimo anno di intensi dibattiti sulla transizione energetica.
Anziché una transizione a impatto zero sul suolo, sulla salute, sulla cultura e sull’economia attuali e future, e impatto più contenuto su ambiente e paesaggio, l’Amministrazione sceglie di percorrere una via che, in sintesi, comporta:
- Il sacrificio e lo sfregio di nuove ed estese porzioni di territorio.
- Il sacrificio della salute dei propri concittadini.
- Il sacrificio del Paesaggio e dell’Ambiente.
- Il sacrificio della Cultura e dell’identità.
- Il sacrificio delle alternative di sviluppo per le vaste aree interessate dall’estensione della Zona
industriale. - Il sacrificio del buonsenso e dell’attenta gestione delle risorse del territorio, in nome di una
semplificazione fallace e dannosa. - Il ricorso all’odioso strumento dell’esproprio contro i propri concittadini, tanto più odioso
quando, come in questo caso, l’alternativa non solo esiste ma è anche più etica, economica,
sostenibile e giusta.
Un’operazione che non può assolutamente trovarci d’accordo, benché i comunicati istituzionali sostengano il contrario. La nostra linea non si sposa affatto con quella dell’Amministrazione comunale tempiese.
Riteniamo inoltre sia necessario contrastare con tutte le forze, nelle dovute sedi, il decreto che impone alla Sardegna uno sciagurato tetto minimo di 6,28 Gigawatt di produzione da fonti rinnovabili, per altro senza alcuna previsione di tetto massimo. Condividiamo la richiesta del consigliere Cordella, che propone una forte opposizione politica a quella che, per quanto riguarda la Regione, è per ora solo una bozza di decreto e pertanto passibile di miglioramenti. Ma, ancora una volta, secondo l’Amministrazione comunale questo non è possibile.
Il Coordinamento Gallura – che annovera al suo interno urbanisti, architetti, ingegneri, avvocati – si pone in una posizione collaborativa nei confronti del Comune. Ma non possiamo ignorare che dall’altra parte la disponibilità sia solo apparente. Siamo pronti a sederci ad un tavolo di lavoro, progetti alla mano, per cercare di porre un argine alla devastazione in atto. Riteniamo però che la collaborazione non possa essere intesa, come in questo caso, come uno sterile atto di presenza fine a se stesso, grazie al quale le responsabilità del futuro disastro verrebbero condivise. No, noi non concordiamo affatto con le decisioni assunte dall’Amministrazione tempiese.