Nella notte di sabato 14 settembre, i Carabinieri della Sezione Operativa del Reparto Territoriale di Olbia, in collaborazione con i colleghi della Compagnia Carabinieri di Mogoro, hanno eseguito un decreto di fermo di indiziato di delitto emanato dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Oristano, nei confronti di due giovani indagati per il reato di estorsione aggravata in concorso.
Due estorsori fermati al Porto di Olbia
Le attività di indagine svolte hanno preso inizio mercoledì 11 settembre scorso, allorquando i due indagati, hanno contattato telefonicamente un’anziana signora residente nel Mogorese, qualificandosi come ‘Carabinieri’ e richiedendo la consegna di 10.000 euro, al fine di evitare che il nipote venisse tratto in arresto a causa di un paventato incidente stradale mortale da lui causato.
Poco dopo la telefonata, si sono presentati presso l’abitazione della vittima e, sempre qualificandosi quali ‘Carabinieri’, hanno fortemente insistito con la cospicua richiesta di denaro, riuscendo a farsi consegnare 2500 euro in contanti, dandosi poi a precipitosa fuga. Le complesse attività di indagine immediatamente condotte hanno permesso l’acquisizione di elementi utili all’individuazione dei malintenzionati che, in particolare, risultavano inseriti nelle liste d’imbarco di un traghetto in partenza da Olbia nella serata di venerdì 13 settembre. I Carabinieri della Sezione Radiomobile di Olbia, riuscivano prontamente ad intercettare i due fuggitivi proprio sulla Banchina Isola Bianca, mentre erano in procinto di imbarcarsi su una nave diretta a Civitavecchia.
Identificati ed accompagnati in caserma, venivano sottoposti ad accurata perquisizione personale e veicolare, che consentiva il sequestro di oltre 14.000 euro in denaro contante, 45 monili in oro dal valore quantificabile in oltre 5.000 euro e 4 telefoni marca I-Phone. Al termine di ogni accertamento utile, venivano tradotti presso il carcere di Sassari-Bancali e messi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Sono in corso attività da parte degli inquirenti finalizzate all’identificazione dei proprietari dei beni rinvenuti.