Geriatria, le risposte messe in campo dall’ASL Nuoro
NUORO, 19 settembre 2024 – Acquisizione di nuovo personale, investimenti nella formazione all'”umanizzazione” della presa in carico del paziente, e – non meno importante – un nuovo modello organizzativo, già adottato, che coinvolge i reparti di geriatria dell’area medica del San Francesco.
Perché, come ricorda il Direttore Generale dell’ASL 3, Paolo Cannas, «un rafforzamento dell’assistenza geriatrica, a livello di reparti critici, incluso il pronto soccorso, e una presa in carico sul territorio (così da ridurre ulteriormente i ricoveri impropri, che ancora ci sono), è fondamentale, specialmente considerando il progressivo invecchiamento della popolazione e rendendosi conto che, spesso, questo non è un invecchiamento in salute, anzi si accompagna a diverse patologie concomitanti».
Un nuovo percorso già in costruzione, sul quale la direzione strategica dell’ASL di Nuoro chiede, soprattutto ai pazienti e ai familiari, un supplemento di pazienza e fiducia. Perché è innegabile che i primi risultati iniziano a intravedersi. Intanto sul personale, a cominciare dalla “stabilizzazione” della direzione del reparto, con il recente conferimento dell’incarico al giovane dottor Antonio Casula, medico con un background professionale di tutto rispetto, dopo anni in cui anche la Geriatria era retta (seppur con competenza e abnegazione) da un dirigente medico facente funzioni. Un segnale di attenzione non trascurabile nei confronti di un reparto considerato strategico all’interno dell’area medica.
Anche la recente maxi-assunzione di 100 Operatori Socio Sanitari, ai quali si aggiungeranno ulteriori 20 Infermieri, porterà ulteriore beneficio, e contribuirà a migliorare l’assistenza alle persone fragili e anziane, in tutti i reparti critici, non solo la Geriatria. «Una decina dei nuovi OSS – ricorda ancora Paolo Cannas – andranno a rinforzare il personale di supporto nel Pronto Soccorso, proprio per dare un segnale di attenzione costante ai bisogni del paziente che accede nelle nostre strutture, perché siamo consapevoli che al di là della prestazione medico-sanitaria (peraltro garantita sempre ai massimi livelli, dato che l’ospedale ha salvato e continua a salvare vite) ci sono anche aspetti legati all’umanizzazione, all’accoglienza e all’attenzione del paziente e di chi, con lui, è in attesa della prestazione.
Ecco: a chi magari è in attesa per un tempo che ritiene eccessivo ricordiamo che i sanitari, nel frattempo, sono impegnati a salvare altre vite, pertanto chiediamo uno sforzo di comprensione. Noi, da parte nostra, anche con l’immissione dei nuovi OSS, lavoreremo sull’umanizzazione e l’attenzione al paziente e al familiare, implementando le skills comunicative e soprattutto l’umanizzazione, al fine di ridurre i conflitti».
Il personale beneficerà di un percorso di formazione sull’accoglienza e la corretta comunicazione al paziente, così da ridurre la distanza tra operatori sanitari e persone fragili: un aspetto fondamentale per garantire un’assistenza ottimale e soprattutto soddisfacente dal punto di vista umano.
C’è poi il nuovo modello organizzativo messo in campo dal Dipartimento dell’Area Medica, diretto dal dottor Mauro Pisano, che prevede una presa in carico “globale” del paziente anziano e fragile, nel quale la Geriatria è chiaramente protagonista. In particolare la prevista attivazione dell’Area Medica Critica in Geriatria, con 4 posti letto per pazienti critici che saranno gestiti in maniera intensiva (monitoraggio multiparametrico, diagnostica ecografica, ventilazione non invasiva con CPAP e NIV, skill per procedure invasive). Un restyling di un reparto complesso ma essenziale, che garantirà inoltre il potenziamento degli ambulatori per i pazienti affetti da malattia di Alzheimer e patologie osteometaboliche.
«La riorganizzazione dei modelli assistenziali – precisa Mauro Pisano – è importante per efficientare l’assistenza e per attrarre nuove figure professionali. Sopratutto i giovani medici e infermieri, i quali gradiscono luoghi di lavoro dove possono sperimentare nuovi modelli organizzativi per crescere professionalmente ed avere prospettive di carriera. E su questo stiamo investendo».
«Tutto questo chiaramente – aggiunge Alessandro Carrus, Direttore del Servizio delle Professioni sanitarie – potrà funzionare solo accrescendo le presa in carico sul territorio, anche grazie al supporto dell’infermiere di comunità per ridurre ulteriormente gli accessi e i ricoveri impropri in ospedale. In tal senso l’ASL di Nuoro ha già tracciato la strada: con l’avvio delle COT (Centrali Operative Territoriali) e l’utilizzo della centrale di monitoraggio dei pazienti a domicilio, a Nuoro è già possibile gestire le cronicità direttamente nel territorio. Basti pensare all’esempio dello scompenso cardiaco, che è illuminante, ora esteso ai pazienti affetti da SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica) e che, tra non molto, sarà esteso ad altre patologie (diabetici e oncologici cronici)».
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