Incidente mortale a Terralba: motociclista patteggia
La vittima mancò la precedenza ma la moto fu troppo imprudente
Ha patteggiato 6 mesi di reclusione, pena sospesa, I.F., 70enne di Guspini (CA) che il 23 gennaio 2022, in sella al suo motociclo, travolse l’auto di Salvatore Pianu, 87enne residente a Terralba, uccidendolo.
Il giudice del Tribunale di Oristano ha quindi accettato la richiesta di patteggiamento presentata dall’imputato sospendendogli anche la patente per sei mesi.
I familiari della vittima si sono affidati a Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato nella gestione di incidenti stradali con esito mortale e hanno già ottenuto, in via stragiudiziale, il risarcimento dei danni subìti.
Incidente mortale a Terralba: motociclista patteggia
Nel pomeriggio del 23 gennaio Salvatore Pianu guida lungo la SP92 e, giunto all’incrocio con la SS126, mentre svolta per immettersi in quest’ultima, viene travolto da I.F. che percorre la statale giungendo da Terralba in direzione San Nicolò D’Arcidano in sella al motociclo MV Augusta 800. A causa dell’elevatissima velocità alla quale procede la moto l’impatto è violentissimo. Il muso della moto sfonda lo sportello lato guidatore della Citroen e per Salvatore non c’è scampo, muore sul colpo per le gravissime lesioni riportate. Il conducente della moto e la sua passeggera, dopo aver scavalcato l’auto, vengono scaraventati a terra riportando lesioni fisiche. Soccorsi immediatamente non sono in pericolo di vita.
Gli elementi raccolti nell’immediatezza del fatto dai Carabinieri di Terralba, uniti agli accertamenti svolti dall’ing. Paolo Marcialis, perito nominato dal giudice per far luce su quanto accaduto, oltre che l’analisi dei veicoli posti sotto sequestro, hanno permesso di ricostruire la dinamica di quanto accaduto. Dalla perizia è emerso che il motociclo viaggiava ad una velocità di 95 km/h in un tratto stradale in cui vige il limite di 50 km/h, per questo non è riuscito ad arrestarsi in tempo quando ha percepito la presenza della Citroen che attraversava la carreggiata.
“Il motociclo aveva un eccesso di velocità di 45 km/h sopra il limite consentito – commenta Claudio Dal Borgo, responsabile Giesse per la Sardegna – come evidenzia il perito, se il motociclo avesse marciato ad una velocità corretta e prudente, sarebbe stato in grado di fermarsi prima dell’urto, evitando l’impatto e il tragico esito che ne è conseguito”.