(Adnkronos) –
Non si fermano i raid di Israele. Nel mirino dell'Idf, dopo il Libano, anche lo Yemen dove, secondo il ministero della Sanità controllato dagli Houthi, ci sono stati 4 morti e 33 feriti nella città di Hodeidah. Una fonte della sicurezza citata dall'emittente al-Hadath ha chiarito che Israele ha preso di mira una centrale elettrica della città in risposta agli attacchi missilistici degli houthi. Secondo alcuni media israeliani e fonti yemenite citate dall'emittente al-Mayadeen, sono stati colpiti anche l'aeroporto internazionale di Hodeidah e due serbatoi di carburante. Domenica un nuovo raid israeliano ha colpito la periferia sud di Beirut, tradizionale roccaforte di Hezbollah. Le Idf riferiscono di un "raid mirato" nella zona di Dahiyeh. E' di almeno 24 morti e 29 feriti invece il bilancio di un raid israeliano sulla località di Ain Deleb, vicino Sidone, la principale città del Libano meridionale, ha reso noto il ministero della Sanità di Beirut in una nota. Intanto il leader di Hamas in Libano, Fateh Sherif Abu el-Amin, è stato ucciso insieme ad alcuni membri della sua famiglia in un attacco israeliano nel sud del Paese secondo quanto reso noto dal movimento islamista palestinese. Hezbollah dal canto suo ha ufficialmente riconosciuto che Ali Karki, comandante del Libano meridionale del Partito di Dio, è stato ucciso insieme a Hassan Nasrallah nell'attacco israeliano di venerdì. Israele non accetterà un cessate il fuoco in Libano senza una serie di condizioni, fra le quali l'allontanamento di Hezbollah dal confine settentrionale. Così in un messaggio del ministro degli Esteri israeliano Israel Katz trasmesso a oltre 25 suoi omologhi, come riporta l'emittente pubblica Kan. Tra i Paesi destinatari del messaggio – riferisce Kan – figurano Germania, Gran Bretagna, Italia e Canada, ma la stessa comunicazione è stata recapitata anche ai ministri coinvolti nei colloqui per una possibile tregua. Katz sostiene che l'unica situazione accettabile per un cessate il fuoco vedrebbe Hezbollah allontanato dal confine con Israele e disarmato a nord del fiume Litani. "Solo la piena attuazione di tutte le risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'Onu riguardanti il Libano porterà a un cessate il fuoco", afferma Katz. "Finché ciò non accadrà, Israele continuerà le sue azioni per garantire la sicurezza dei suoi cittadini e il ritorno dei residenti del nord alle loro case". Nel frattempo l'Idf ha alzato i livelli di allerta in Cisgiordania in vista delle festività ebraiche. Lo ha riferito il portale di informazioni israeliano Walla!, aggiungendo che, nonostante le minacce terroristiche, l'esercito israeliano sta operando in varie località della Cisgiordania. —internazionale/[email protected] (Web Info)
Non si fermano i raid di Israele. Nel mirino dell'Idf, dopo il Libano, anche lo Yemen dove, secondo il ministero della Sanità controllato dagli Houthi, ci sono stati 4 morti e 33 feriti nella città di Hodeidah. Una fonte della sicurezza citata dall'emittente al-Hadath ha chiarito che Israele ha preso di mira una centrale elettrica della città in risposta agli attacchi missilistici degli houthi. Secondo alcuni media israeliani e fonti yemenite citate dall'emittente al-Mayadeen, sono stati colpiti anche l'aeroporto internazionale di Hodeidah e due serbatoi di carburante. Domenica un nuovo raid israeliano ha colpito la periferia sud di Beirut, tradizionale roccaforte di Hezbollah. Le Idf riferiscono di un "raid mirato" nella zona di Dahiyeh. E' di almeno 24 morti e 29 feriti invece il bilancio di un raid israeliano sulla località di Ain Deleb, vicino Sidone, la principale città del Libano meridionale, ha reso noto il ministero della Sanità di Beirut in una nota. Intanto il leader di Hamas in Libano, Fateh Sherif Abu el-Amin, è stato ucciso insieme ad alcuni membri della sua famiglia in un attacco israeliano nel sud del Paese secondo quanto reso noto dal movimento islamista palestinese. Hezbollah dal canto suo ha ufficialmente riconosciuto che Ali Karki, comandante del Libano meridionale del Partito di Dio, è stato ucciso insieme a Hassan Nasrallah nell'attacco israeliano di venerdì. Israele non accetterà un cessate il fuoco in Libano senza una serie di condizioni, fra le quali l'allontanamento di Hezbollah dal confine settentrionale. Così in un messaggio del ministro degli Esteri israeliano Israel Katz trasmesso a oltre 25 suoi omologhi, come riporta l'emittente pubblica Kan. Tra i Paesi destinatari del messaggio – riferisce Kan – figurano Germania, Gran Bretagna, Italia e Canada, ma la stessa comunicazione è stata recapitata anche ai ministri coinvolti nei colloqui per una possibile tregua. Katz sostiene che l'unica situazione accettabile per un cessate il fuoco vedrebbe Hezbollah allontanato dal confine con Israele e disarmato a nord del fiume Litani. "Solo la piena attuazione di tutte le risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'Onu riguardanti il Libano porterà a un cessate il fuoco", afferma Katz. "Finché ciò non accadrà, Israele continuerà le sue azioni per garantire la sicurezza dei suoi cittadini e il ritorno dei residenti del nord alle loro case". Nel frattempo l'Idf ha alzato i livelli di allerta in Cisgiordania in vista delle festività ebraiche. Lo ha riferito il portale di informazioni israeliano Walla!, aggiungendo che, nonostante le minacce terroristiche, l'esercito israeliano sta operando in varie località della Cisgiordania. —internazionale/[email protected] (Web Info)