Libano: “Caschi Blu” italiani donano beni di prima necessità agli sfollati delle aree di confine nel sud del paese
L’iniziativa era stata lanciata lo scorso maggio dal comune di Sant’Antioco, che grazie al supporto delle numerose associazioni di volontariato presenti nel territorio e alla preziosa collaborazione della Brigata “Sassari”, alla sua terza missione in Libano con i colori della Nazioni Unite, aveva avviato una raccolta di beni di prima necessità da destinare ai cittadini del Libano, attualmente nella morsa di una crisi economica, sociale e umanitaria senza precedenti, che da anni riduce al minimo le già scarse capacità di intervento del governo libanese. Sentito e unanime è stato il ringraziamento rivolto all’Italia e alla Sardegna per la grande attenzione e la vicinanza alla popolazione locale in un frangente così particolare, che vede ancora una volta esposte le persone più fragili.
“I soldati italiani hanno dato dimostrazione di essere portatori di una cultura di pace e solidarietà che ha raggiunto il cuore di noi libanesi, dimostrando, con i fatti, sentimenti di fratellanza sincera”, ha affermato Hassan Dbouk, nella duplice veste di sindaco di Tiro e di presidente dell’Unione delle municipalità dell’omonimo distretto.
Facendo riferimento alle finalità dell’iniziativa, il generale Stefano Messina, comandante del contingente italiano e del settore Ovest di Unifil, ha sottolineato la straordinaria necessità ed urgenza di “un gesto reale che nasce dalla volontà di mettere al centro la dignità delle persone, soprattutto quelle che versano in situazioni di particolare disagio poiché costrette ad abbandonare i propri villaggi a causa degli effetti devastanti degli scontri che si protraggono da circa un anno”.
Messina si e’ poi detto “orgoglioso di questo progetto di cooperazione civile-militare, frutto della grande generosità del popolo sardo e del grande cuore, vivo e pulsante, della comunita’ di Sant’Antioco”.
“Questa donazione assume un significato speciale”, ha esordito il sindaco di Sant’Antioco Ignazio Locci, intervenuto in videocollegamento dalla sala consiliare del comune. “Il 22 agosto 2017, infatti, con il patrocinio del contingente militare italiano impiegato nella missione Unifil, era stato sottoscritto il protocollo di gemellaggio tra il nostro comune e le autorità della municipalità di Tiro”, un percorso all’epoca promosso dal generale antiochense Francesco Olla, allora al comando del contingente italiano e del settore Ovest di Unifil, finalizzato all’accrescimento dei rapporti tra i due Paesi del Mediterraneo e alla promozione di progetti sul territorio.
“Ed è proprio sulla scorta di questo gemellaggio” – ha concluso Locci – “che in questo drammatico momento storico ci sentiamo particolarmente vicini alla popolazione di Tiro e del Libano, a favore della quale abbiamo voluto promuovere questo progetto”. Secondo l’organizzazione umanitaria internazionale Intersos, ad oggi, sono piu’ di 100mila gli sfollati interni, provenienti da villaggi cristiani, drusi, sciiti e sunniti, “vittime collaterali” del conflitto tra Israele e Libano.
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