Permessi straordinari legge 104/92: chiesti 6 giorni per i docenti di ruolo fuori sede fortemente discriminati dalla distanza e dalla mancata assegnazione provvisoria interprovinciale
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani segnala una palese discriminazione relativa alla fruizione dei tre giorni di permesso retribuito della legge 104/92 che necessariamente diventa violazione del diritto di assistenza nei confronti dei soggetti fragili.
Non è assolutamente ammissibile equiparare la posizione dei soggetti caregiver ubicati nella sede di residenza dei propri familiari bisognosi con quella di quanti non avendo ottenuto l’assegnazione provvisoria interprovinciale debbano ritrovarsi in sedi di servizio dislocate anche a più di 1.000 km di distanza dall’abitazione del soggetto invalido congiunto. Tre giorni per chi vive nella stessa città del proprio caro fragile possono essere tutti spendibili nell’assistenza; di contro, tre giorni al mese per chi si trovasse ai lembi estremi d’Italia e non avesse altre risorse rispetto al treno significa già impiegarne due solo per il viaggio. In tale contesto sicuramente non viene tutelato adeguatamente il diritto all’assistenza che difatti viene impedito.
Permessi straordinari legge 104/92: chiesti 6 giorni per i docenti di ruolo fuori sede
Le soluzioni possibili a un simile divario ingiustificato potrebbero essere semplici:
garantire ai docenti di ruolo fuorisede la possibilità di rientrare nelle vicinanze della propria città di residenza, allargando i posti di potenziamento in ogni scuola proprio in funzione di tali necessità, oppure raddoppiando il numero di giorni a disposizione per i caregiver.
Il CNDDU invita il ministro, prof. Giuseppe Valditara, a intervenire presto su tale problematica onde alleviare i disagi e le gravissime difficoltà in cui versano tante famiglie italiane; la famiglia costituisce la prima cellula della società e andrebbe protetta, soprattutto in concomitanza di componenti le cui condizioni di salute siano precarie. Inoltre, il perdurare di tale stato di cose, lo ribadiamo, costituisce motivo di discrepanza fortissima tra lavoratori che, appartenendo alla stessa categoria professionale, dovrebbero usufruire della medesima disponibilità di tempo di assistenza al netto di spostamenti lungo la penisola per rientrare a casa.
prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU