Sardegna di Mafie: Lanusei
Insegui i soldi e troverai la mafia, insegnava il Magistrato Falcone.
Qualcuno punta –e occorre studiare Chi e Perché punti- al mantenimento in vita del Carcere San Daniele e del Tribunale di Lanusei, paventandolo come diritto degli Ogliastrini di poter godere di un’organizzazione della Giustizia “calata sulla realtà locale e non amministrata a distanza. “.
In realtà questo significa tutto e niente. In Sicilia, ad esempio, il concetto verrebbe tradotto con un: “Sistema chiuso che non presta alcuna garanzia all’utenza, gestito da un numero ristretto di professionisti legati da rapporti consolidati coi giudici, rendendo più difficile e trasparente la partecipazione a tutti.”. A Nuoro come a Milano, invece, naramus “Se la cantano e se la suonano”; cosa assai grave, si comprende, almeno per quell’Utenza non a conoscenza dei diritti basilari di ogni cittadino quindi di essere umano. Per il caso in oggetto voglio ricordarne soltanto due, sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani:
7. Siamo Tutti Uguali Davanti alla Legge, ovvero La legge è la stessa per tutti. Deve trattarci tutti in modo imparziale.
8. I Tuoi Diritti Umani Sono Protetti dalla Legge: Tutti possiamo ricorrere alla legge quando non siamo trattati equamente.
Lanusei. Un tribunale da “interessi di bottega” alla luce del sole citati da G.Cassitta ne ‘La Nuova Sardegna’ (novembre 2023). Nonché dell’ ufficio cancelleria salito tristemente agli onori della cronaca (2019) con la cancelliera A.R.Asoni accusata di falso ideologico e accessi abusivi alla banca dati informatica della Procura. Tradotto per i profani significa facoltà auto acquisite di attestare sui registri elettronici una falsa richiesta di archiviazione di procedimento penale, scegliere la pratiche da far esaminare oppure nasconderne un’ altra, possibilità di stravolgere tempistiche fors’anche trasformando la vittima in carnefice. A. R. Asoni oggi (2024) appare nel sito ufficiale del Tribunale di Lanusei come operativa nell’elenco del personale amministrativo – Giudice di Pace di Lanusei, col ruolo di Funzionario Giudiziario Responsabile. L’Ordine degli avvocati del tribunale di Lanusei è definito dagli stessi “Organismo di Mediazione operante nel circondario”; rivestito di potere economico politico micro, se vogliamo considerarlo in prospettiva. Ma che esaminando le premesse turistico operative di una zona mantenuta in nuce e non a caso come è l’Ogliastra, quindi l’ignoranza strutturale degli autoctoni; rappresenta frangente da non sottovalutare, radicato come è nell’unico tribunale che funge da nido e controllo del territorio. Tribunale la cui conservazione è intimamente collegata al carcere San Daniele del quale si paventa chiusura. Ci si domanda cosa accadrebbe all’Ogliastra con la definitiva scomparsa del piccolo tribunale quindi del carcere in oggetto. Parleremmo solo di quel fattore di “regressione sociale” sottolineato dal sindaco di Lanusei Davide Burchi -“regressione” già palese a Lanusei e da anni nell’etico economico politico, quindi non collegata ad “assenza di tribunale e carcere”- oppure, e in primo luogo, analizzeremmo l’immediato venir meno degli attecchiti privilegi destinati a pochi, rigorosamente allacciati al controllo economico ergo politico di un’ “isola nell’isola”?. Decadenza etica e politica o meglio, si ordinino i termini: degradamento politico che trascina -persino procura- alla rovina etica. Uomini sbagliati con micro potere attribuito.
Il mafioso Frank Coppola rispose ad un magistrato:
“Tre magistrati vorrebbero oggi diventare procuratore della Repubblica. Uno è intelligentissimo, il secondo gode dell’appoggio dei partiti e del governo, il terzo è un cretino, ma proprio lui otterrà il posto. Questa è la mafia.”.
Un inciso dovuto, come già candidata al Parlamento Europeo per il Partito Animalista Italiano/ItalExit per l’Italia. I recenti fatti di cronaca non ci parlano bene della Giunta Burchi, al contrario. Ricordiamo la cascata di lecite condanne e denunce partite da tutta Italia e Oltre per lo sgradevolissimo caso dei facinorosi che hanno gettato il cucciolo inerme di gattino dal ponte di Lanusei (estate 2024), riprendendo la scena e divulgandola nei social persino con l’accondiscendenza di certi incoscienti genitori. Fatto non condannato come necessario, in pubblico e in privato, dal Burchi, da relativa giunta e opposizione. Oggi un gattino, domani un bambino e dopo chissà, tocca all’affetto da deficit mentale: la violenza è violenza. E i modi di ‘assassinare’ i più deboli sono tanti e percorrono diverse vie, approfittando di una massa stordita da individualismo o analfabetismo. Alcune vie sono inimmaginabili ai più, e forse è un bene. Strade alquanto meschine come un ricovero coatto e non necessario, ad esempio. Ma di questo parleremo più avanti.
Lanusei, Ogliastra, mafia. Da più parti viene segnalata la particolare difficoltà della magistratura a riconoscere in concreto gli elementi costitutivi dei reati associativi, e una diversa valutazione rispetto ad altre giurisprudenze di merito. Gli inquirenti hanno individuato nel triangolo tra Talana, Villagrande e Arzana un controllo militare della criminalità; la criminalità arzanese esercita la sua autorità sull’interno dell’Ogliastra; le degenerazioni della malavita locale operano attraverso sinergie con la Sacra Corona Unita, con la ‘Ndrangheta calabrese nella realizzazione di un clima in cui sono palesi le analogie con aree ad alta concentrazione mafiosa. Proliferano reati come l’estorsione e l’usura con autoctoni che non reagiscono, non parlano. E’ l’omertà che nasce dal potere di intimidazione di alcuni gruppi criminali: la prima mira della delinquenza è intimorire socialmente, esprimere una volontà di terrorizzante dominio. Intere zone del territorio Ogliastra che subiscono un controllo criminale analogo a quello di famiglie di tipo mafioso quali pugliesi, calabresi e siciliane. Non c’è ancora una consapevolezza diffusa sulla reale situazione.