“Sulla Luna”: L’atelier sostenibile di Alessandra
Nel frenetico mondo della moda, dove regnano incontrastati la produzione di massa e i ritmi serrati, c’è chi sceglie di rallentare e di ritrovare il valore del tempo e della qualità. Alessandra, fondatrice del brand sostenibile “Sulla Luna“, è una di queste persone.La sua passione per la moda l’accompagna fin da bambina, grazie alla sua nonna materna “Lei era una magliaia e faceva anche qualche lavoro di sartoria, ho trascorso molto tempo con lei da bambina e sono certa che mi abbia trasmesso lei questa passione così profonda. Ho ricordi meravigliosi passati con lei tra le macchine da cucire, i tessuti ed i filati che lei usava per lavorare, mentre io per giocare!” racconta Alessandra.
Dopo il liceo decide si specializzarsi in stilismo, modellistica e confezione nell’Istituto Secoli (ora Next Fashion School la sezione di Bologna), conosciuta come una delle migliori.
Il suo percorso lavorativo è iniziato subito. Ha lavorato per 5 anni per il gruppo Max Mara, poi ha vissuto un’esperienza in Australia, dove si è messa in proprio. Successivamente rientra in Italia per lavorare per il brand Falconeri (gruppo Calzedonia) per circa un anno e poi di nuovo Max Mara fino al 2023.
“Queste esperienze mi hanno indubbiamente insegnato moltissimo, non solo professionalmente ma anche personalmente, ma il ruolo da dipendente mi è sempre stato un po’ stretto, non potevo mai dare sfogo completamente alla mia creatività.
Soprattutto nell’ultima esperienza lavorativa mi sono sentita anche poco apprezzata come persona, l’ambiente lavorativo era tossico, i ritmi stressanti e ad un certo punto mi sono resa conto che tutto questo stava influenzando negativamente la mia vita. Non stavo più vivendo ma sopravvivendo.” continua Alessandra
La nascita “Sulla Luna”
Il brand “Sulla Luna” è arrivato con la nascita di sua figlia Luna, che le ha dato la forza e il coraggio di cambiare e seguire il suo sogno.
“L’arrivo di mia figlia Luna è capitato nel momento perfetto. Mi ha permesso di staccare la testa dal lavoro e capire cosa volessi realmente nella vita, quali valori mettere al primo posto e da lì ripartire per costruire una nuova vita. Non potevo più rimandare, era arrivato il momento di buttarmi e realizzare il mio sogno: aprire un mio atelier.
A gennaio 2024 ho aperto la partita iva ed ho cominciato questa nuova (e difficile) avventura nel mondo dell’imprenditoria!
Il nome del brand “sulla Luna” è arrivato qualche mese dopo, volevo che portasse in qualche modo il nome di mia figlia, il cui arrivo è stato fondamentale nel darmi il coraggio di lanciarmi in questa nuova avventura, ma volevo che parlasse anche di me e della mia personalità. Io mi reputo un’eterna sognatrice, le mie amiche spesso mi dicono che vivo nel mio mondo fatato, quindi “sulla Luna” significa questo, permettere a voi di entrare nel mio mondo magico!”
“Sulla Luna” un’ode all’amore per la moda lenta, la natura e la famiglia
Il desiderio di Alessandra di scappare dal mondo frenetico e disumano delle grandi aziende l’ha portata a rivalutare e riconsiderare il valore del tempo.
“Volevo tornare a vivere e lavorare dando il giusto valore al tempo (che è sacro), al tempo che dobbiamo dedicare a noi stessi, alle nostre famiglie e alle persone che amiamo, al tempo che dovremmo dedicare per riconnetterci con la natura e con la nostra anima.
Questa filosofia la applico al mio lavoro perché ho deciso che non lancerò sul mercato centinaia di capi (come ormai siamo abituati con la fast fashion), i miei capi saranno pochi, continuativi, ma curati in modo sartoriale in ogni minimo dettaglio e personalizzabili dal cliente.
Lo farò rispettando i miei tempi, i nostri tempi, perché oltre ad essere un’imprenditrice sono anche mamma e compagna. Avere una mia attività mi permette di organizzare le mie giornate lavorative in base alle necessità della famiglia.”
L’atelier sostenibile
Il sogno di Alessandra non era solo quello di aprire un’atelier ma un’atelier etico e sostenibile, nel pieno rispetto dell’ambiente, degli animali e di tutte le persone.
“Avere un basso impatto ambientale in ambito lavorativo – continua Alessandra – per me è fondamentale perché sono valori che applico anche nella mia vita quotidiana.
Progetto i miei cartamodelli su carta riciclata (cercando comunque di sprecarne il meno possibile), seleziono con cura i tessuti, perché non solo devono far bene alla nostra pelle ma anche al nostro pianeta (e di riflesso sempre a noi). Mi appoggio ad aziende che mi forniscono tessuti sostenibili certificati (la certificazione è essenziale perché purtroppo ad oggi molte aziende vendono tessuti spacciandoli per sostenibili anche se non lo sono), oppure mi fornisco da aziende che rivendono tessuti deadstock (cioè le rimanenze di grandi aziende) in cui trovo dei veri e propri gioiellini a cui poter dare una seconda vita!
Successivamente taglio i cartamodelli sui tessuti selezionati, confeziono i capi personalmente e anche nella fase finale del packaging utilizzo scatole di carta riciclata.
Come in tutte le cose vado sempre controcorrente
Non mi vedranno mai alle settimane della moda, come non acquisterò mai libri di tendenza proiettati nel futuro. La mia ispirazione più grande la traggo dalla natura e dalle stagioni, dai film storici in bianco e nero, dai libri vintage per bambini, dalle emozioni che mi suscita una canzone. Mi si accendono delle vere e proprie lampadine e appena posso metto nero su bianco disegnando su carta le mie idee.”
Fast Fashion e Consapevolezza: Perché dobbiamo invertire la rotta
“Il mondo del fashion – spiega Alessandra – è uno dei principali responsabili dell’inquinamento del nostro ecosistema, per non parlare dello sfruttamento umano, la discriminazione, il lavoro minorile e altre forme di abuso dei diritti umani. Ad oggi abbiamo molti strumenti nelle nostre mani che ci permettono di conoscere queste situazioni. Non abbiamo più scuse e non possiamo più nascondere la testa sotto alla sabbia.
Deve cambiare la mentalità, siamo abituati alla fast fashion che lancia sul mercato centinaia di capi nuovi alla settimana a prezzi stracciati, abituandoci al “wear and throw” (indossa e butta), ma davvero non ci chiediamo cosa si nasconde dietro ad un capo che costa 5 euro? Cosa stiamo indossando sulla nostra pelle? in quali condizioni ha lavorato chi lo ha prodotto?
Dobbiamo invertire la rotta, comprare dagli artigiani, è vero, costa indubbiamente di più, ma proprio per questo gli daremo un valore maggiore, durerà di più nel tempo perché prodotto con materiali di qualità, tratteremo quel capo con maggior cura, e lo indosseremo con orgoglio sapendo che è stato fatto su misura per noi!”
Il dietro le quinte di “Sulla Luna”: Artigianalità e social media
Alessandra dedica del tempo per far conoscere il lavoro che c’è dietro ogni suo capo. Attraverso i suoi canali social, condivide informazioni sui tessuti che utilizza, mostra le fasi di realizzazione e le rifiniture interne, ricordando che la qualità di un capo va oltre l’aspetto esterno. È proprio grazie a questo dialogo continuo e trasparente che la sua community sta iniziando a cambiare mentalità, apprezzando l’importanza della moda lenta e sostenibile.
I social media, con cui Alessandra ha un rapporto di amore e odio, sono stati uno strumento chiave per far conoscere il brand “Sulla Luna” e raggiungere un pubblico sempre più vasto, specialmente lavorando da casa e non avendo ancora un atelier aperto al pubblico.
“Per farmi conoscere inizialmente i social media hanno avuto un ruolo fondamentale. Mi stanno permettendo di arrivare a più gente possibile, come io stessa ho conosciuto tante realtà artigiane come la mia di cui non ero a conoscenza. Quindi penso che se usati nel modo giusto, siano uno strumento potentissimo e molto bello per fare conoscere la propria realtà e veicolare il proprio messaggio. La parte meno bella è che, personalmente, utilizzandolo a scopo lavorativo, mi ritrovo a dedicarci molto più tempo di quello che vorrei.” conclude Alessandra.
In un mondo in cui il consumo rapido e sfrenato prevale, “Sulla Luna” si pone come un faro di lentezza, che rispetta il pianeta e le persone, dando valore a ogni capo d’abbigliamento.
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Giulia Mascia