Con la firma di un contratto di filiera tra una ventina di birrifici artigianali sardi e la Cooperativa Isola Sarda che riunisce i produttori di cereali sardi, parte dalla Sardegna il primo progetto pilota in Italia per la creazione di una filiera della birra tutta regionale. A lavorare sul progetto che punta a diventare un modello da esportare anche nelle altre regioni italiane è stato il Consorzio Birra Italiana, la cooperativa isola Sarda e la Coldiretti, attraverso un percorso per unire i produttori di cereali ma anche di luppolo e birrifici artigianali. Oggi a Cagliari è stato messo il primo sigillo con la firma del contratto alla presenza dei vertici di Coldiretti Sardegna quelli nazionali del Consorzio Birra Italiana e dell’associazione nazionale. Con questa iniziativa, la Sardegna si posiziona come avanguardia nel settore brassicolo nazionale, creando un modello di filiera che – sottolinea Coldiretti – non solo valorizza i prodotti locali, ma rafforza l’economia agricola e riduce l’impatto ambientale, confermando la centralità della sostenibilità e della collaborazione tra produttori e trasformatori.
COLDIRETTI SARDEGNA. “Siamo orgogliosi che finalmente sia partito questo primo progetto di filiera”, ha sottolineato durante i lavori il presidente Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu portando i saluti dell’associazione “una importante parte di fondi destinati a un bando per il settore sono stati messi sul comparto grazie a un’azione che Coldiretti ha fatto con grande convinzione verso le istituzioni. Adesso, però, dobbiamo concretizzare e istruire immediatamente il bando facendo in modo che questi denari arrivino agli attori della filiera, produttori primari, trasformatori, chi fa promozione e chi vende”.
Secondo Cualbu “bisogna continuare a lavorare di squadra e siamo convinti che ci siano tutti gli elementi per dare un’alternativa a molti giovani, considerando che l’isola è una delle regioni che, in termini di consumo, è ai vertici a livello nazionale – conclude – la birra è di qualità eccellente e si è tracciato un solco importante. Adesso la politica si muova con i tempi delle imprese e non di quelli della malaburocrazia”.
PROGETTO. Grazie ai 60 ettari coltivati nell’autunno 2023 e raccolti nell’estate 2024, nonostante le sfide poste dagli incendi e dalla siccità, i primi risultati sono stati promettenti. La cooperativa di produttori agricoli, insieme al consorzio di filiera, ha fornito ai coltivatori locali sementi della stessa varietà e assistenza agronomica continua, garantendo un ciclo di produzione controllato e ottimizzato. L’orzo raccolto – continua Coldiretti – viene conferito alla cooperativa, che si occupa della sua pulizia e calibratura prima di inviarlo alla malteria. Una volta trasformato, il malto viene restituito e stoccato, pronto per essere utilizzato dai birrifici.
FUTURO. Questo processo consente ai produttori agricoli di ottenere una remunerazione più alta rispetto ai prezzi della Borsa Merci di Bologna, mentre i birrifici riescono a ridurre i costi di trasporto della materia prima, sempre disponibile sul territorio. I prossimi passi del progetto prevedono una maggiore formazione degli agricoltori locali per affrontare le sfide agronomiche legate alla coltivazione dell’orzo e l’espansione delle superfici coltivate, con l’obiettivo di aumentare la produzione di malto per soddisfare la crescente domanda dei birrifici. Ma si pensa anche alla creazione di Strade della Birra sarda, anche come spinta per la promozione del birraturismo.
CONSORZIO BIRRA ITALIANA. “Attivare una filiera sull’orzo distico da birra per la creazione di un malto totalmente da filiera sarda ha l’obiettivo di andare a rafforzare l’identità dei birrifici artigianali che su questo territorio sono presenti in modo molto importante – sottolinea Teo Musso, presidente del Consorzio Birra Italiana – la Sardegna è un territorio altamente vocato alla coltivazione dei cereali e crediamo che questo rafforzi la possibilità di creare questo progetto di filiera, considerando anche il numero importante di produttori di birra che hanno bisogno anche di avere una traiettorie tracciata sull’identità”.
Per Carlo Schizzerotto, direttore del Consorzio Birra Italiana, inoltre “bisogna imparare a fare squadra: Questo è il messaggio che deve passare attraverso il progetto di filiera che è stato avviato – spiega – parliamo di fare squadra dal campo al bicchiere, quindi dalla produzione primaria al malto che poi diventerà birra. In questa filiera il produttore di malto deve dare una mano a ottenere un buon prodotto e una buona materia prima, mentre il birraio deve imparare a utilizzare i prodotti della sua terra perché la via italiana della birra passa attraverso il racconto della biodiversità – conclude – quindi attraverso questa siamo competitivi anche nei mercati internazionali”.
Per Antonio Madeddu, responsabile regionale Consorzio Birra Italiana “sono stati due anni intensi di progettualità fatti di incontri territoriali ed eventi di promozione, per unire i produttori con i birrifici artigianali – dice – un percorso per mettere insieme un comparto che ha tante potenzialità ma che necessitava di essere unito. Adesso si chiude una prima parte importante per rafforzare la filiera e si va avanti su questa direzione”.
PRODUTTORI. “Per i coltivatori di cereali in Sardegna questo progetto pilota è importante per continuare a rilanciare un settore che da anni è in crisi ma che, sul cerealicolo, può dare grandissime opportunità di crescita – sottolinea Marco Locci, presidente della Cooperativa Isola Sarda che riunisce i produttori cerealicoli – nel passato la Sardegna coltivava circa 120 mila ettari di grano e cereali mentre oggi siamo passati a soli 40 mila. Quella che apriamo con il progetto pilota è una grande opportunità offerta a tutto il mondo agricolo per ricoltivare la Sardegna”.
COLDIRETTI. Per Domenico Bosco, responsabile nazionale Filiera Birra di Coldiretti, infine, “è stato importante mettere insieme gli agricoltori e i birrifici, in particolare quelli artigianali e agricoli, per condividere un percorso di valorizzazione della materia prima italiana e, in questo caso, sarda – sottolinea – per sostenere settori fortemente in crescita ma che hanno ancora ampie prospettive di sviluppo”.