Il greenwashing non conosce limiti. Tra gli ultimi casi si registra quello segnalato dal Beuc (Bureau Européen des Unions de Consommateurs), l’organizzazione che rappresenta le associazioni dei consumatori europei, di cui fa parte anche l’associazione Codici. La questione riguarda i claims che compaiono sui siti internet di diverse compagnie aeree e che reclamizzano politiche e strategie che puntano sul rispetto dell’ambiente e sulla lotta all’inquinamento.
Volare in modo più sostenibile è sicuramente un motivo per cui scegliere una compagnia piuttosto che un’altra, anche a costo di pagare un extra sui biglietti. Il problema è che slogan del genere non sempre trovano conferma nella realtà. Da qui il reclamo presentato dal Beuc alla rete delle autorità di tutela dei consumatori dell’UE.
Agire per contrastare il cambiamento climatico è una priorità, ma è necessario fornire ai consumatori informazioni corrette. Le aziende devono comprovare quanto affermano, ad esempio quando parlano di carburanti sostenibili o emissioni ridotte. Altrimenti si tratta di greenwashing, di informazioni ingannevoli. È fondamentale, dunque, tenere alta la guardia, verificare il comportamento delle aziende ed intervenire in caso di irregolarità. Un’azione necessaria per combattere il greenwashing e tutelare l’ambiente.