Collaborazione tra gli attori principali del territorio, anticipazione degli avvenimenti futuri che influenzeranno il comparto industriale, regole chiare per governare il processo di transizione energetica: il patto per trovare nuove forme di sviluppo per l’area di Sarroch si basa su questi principi cardine.
Da Saras a Vitol, una nuova era: la sostenibilità sociale del territorio dopo il cambio di proprietà
L’associazione Sarroch-Sardegna 5.0 ha organizzato per lunedì 28 ottobre alle 9,30, a Villa Siotto, il convegno intitolato “Saras-Vitol: il futuro del territorio industriale, tra consapevolezza e responsabilità”, un appuntamento che ha l’obiettivo di fare chiarezza sul futuro del polo industriale più importante del Mediterraneo, e rimarcare l’imprescindibile ruolo del territorio nei piani del colosso olandese che ha rilevato nei mesi scorsi l’azienda fondata da Angelo Moratti.
I lavori verranno introdotti da Marco Russo, presidente di Sarroch-Sardegna 5.0: interverranno il sindaco, Angelo Dessì, Carlo Guarrata amministratore delegato di Saras-Sarlux.
La mattinata proseguirà con la tavola rotonda alla quale parteciperanno Emanuele Cani (assessore regionale all’Industria), Stefano Tunis (consigliere regionale), Giampiero Manca (Filctem -Cgil), Marco Nappi (Femca-Cisl), Carla Meloni (Uiltec-Uil), Antonello Argiolas (presidente Confindustria meridionale).
Collaborazione
È un momento storico di cambiamento, non solo per il passaggio da Saras a Vitol, che richiede di esplorare modalità innovative di relazione ed organizzazione per cogliere le opportunità offerte dalla velocità di cambiamento che la tecnologia digitale induce.
In quest’ottica, la capacità di mettere a fattor comune alcune competenze e risorse per il raggiungimento di un comune obiettivo viene ritenuta una leva fondamentale per cavalcare, e non subire, i cambiamenti attesi.
I soggetti pubblici e privati presenti all’incontro del 29 ottobre si impegnano a creare le condizioni per valutare le azioni da intraprendere per lo sviluppo di un ecosistema in grado di generare prodotti e servizi a valore aggiunto rispetto a quanto già oggi offerto al mercato.
Anticipazione
Anticipare i cambiamenti significa prepararsi ad affrontare sfide di cui non si conoscono alcune rilevanti variabili. Significa, anche, lavorare per le future generazioni.
In particolare, le organizzazioni sono chiamate ad intercettare le esigenze di un mercato in costante trasformazione, la cui evoluzione va compresa anche elevando le capacità di apprendimento e sperimentazione di cui oggi dispongono.
L’impegno a cui sono chiamate, unitamente alle istituzioni interessate, è quello di lavorare per
migliorare la qualità dei processi educativi e formativi, sia individuali che collettivi. L’obiettivo è quello di fornire metodi e strumenti idonei a comprendere la portata dei cambiamenti attesi e
favorire l’accesso e il mantenimento alle professioni che caratterizzeranno il mercato del lavoro futuro.
Lo standard a cui tendere non dovrebbe limitarsi allo sviluppo di skill digitali ma consentire al singolo di sviluppare le competenze che, nell’interesse proprio e della comunità di cui fa parte, lo renderanno capace di offrire una apprezzabile capacità operativa ed organizzativa.
Regole
Al fine di contribuire alla realizzazione del suddetto disegno, ai soggetti interessati è richiesto di uniformarsi ad alcune regole di condotta e al rispetto di alcuni principi di riferimento. Impostare un lavoro che guarda alle sfide future e non ai benefici immediatamente ottenibili, implica un impegno che richiede un livello di partecipazione adeguato allo scopo, la creazione di un clima di reciproca fiducia e l’esplicito supporto all’iniziativa di coloro che hanno la responsabilità di assumere decisioni politiche ed istituzionali. Sussistendo questi elementi gli attori protagonisti del convegno di Villa Siotto esprimono il loro desiderio di lavorare insieme per dare vita al progetto che punta a garantire un futuro al territorio industriale, seguendo questi principi:
Trasparenza: i contenuti e le modalità di intervento ipotizzate dovranno porre in evidenza priorità, risorse ed energie necessarie al conseguimento degli obiettivi definiti, nonché i benefici ottenibili e le possibili difficoltà di realizzazione associate.
Inclusione: dovranno essere prese in considerazione le esigenze degli operatori dei vari comparti, in modo che tutti ne possano beneficiare e che a tutti possano essere offerte eque condizioni per esprimersi e svilupparsi
Responsabilità: chi è chiamato a pianificare e implementare interventi idonei a supportare lo sviluppo del progetto, deve essere consapevole che si sta impegnando ad ampliare la propria sfera di influenza ed a favorire un percorso di esperienza che apre a nuove sensibilità e possibilità future, di cui è necessario valutare le implicazioni.
Affidabilità: aderire al progetto non è un punto di arrivo ma un punto di partenza. Un approccio che comporta impegno di energie e risorse, la conferma di una disponibilità a fornire il contributo richiesto, per il periodo stabilito, alle condizioni concordate.
Sicurezza e Privacy: il contributo richiesto allo sviluppo del progetto, in quanto orientato a modificare lo status quo del tessuto produttivo, economico e sociale di interesse, richiede scambio e condivisione di informazioni che devono essere trattate in modo sicuro e nel rispetto della privacy delle organizzazioni coinvolte.
Marco Russo, presidente dell’associazione Sarroch-Sardegna 5.0, rimarca l’importanza si affrontare il tema della transizione energetica e sociale del territorio, alla luce del recente cambio di proprietà della raffineria:
“Sappiamo che nella situazione in cui ci troviamo, con la famiglia Moratti non più disposta dopo sessant’anni a portare avanti l’attività, la cessione a Vitol sia stata la soluzione migliore per l’azienda. Tuttavia, passando da una gestione familiare e nazionale ad una infrastruttura economica internazionale con sede in Olanda, c’è il rischio che la raffineria come l’abbiamo sempre conosciuta possa cambiare: il nostro obiettivo è comprendere se esiste un percorso comune di legittimi interessi di parte, verso il mantenimento di quella utilità reciproca.
Se qualcuno pensa che la raffineria sia un fardello da superare e che domani questo territorio possa essere relegato a semplice deposito di prodotti petroliferi, disattendendo le promesse di investimenti fatte, è bene che si sappia che questa comunità, non sentendosi più utile, chiederà di riavere indietro il proprio territorio dato in prestito dai nostri nonni, consentendo ai nostri figli e nipoti di immaginare per loro un futuro diverso. Viceversa, se il progetto rimane quello illustrato nel 2020, quando era stato detto che a Sarroch sarebbe stato prodotto l’ultimo litro di gasolio di cui vi è bisogno, perché il meno inquinante, allora noi ci siamo e ci saremo come abbiamo fatto negli ultimi 60 anni”.