(Adnkronos) – Per la terza generazione la nazionale italiana avrà in squadra un Maldini. Daniel Maldini, figlio di Paolo e nipote di Cesare, è alla sua prima convocazione con la maglia azzurra, in occasione della partita di Nations League contro il Belgio."Questa chiamata è arrivata nel momento perfetto, mi sento bene in campo e con la squadra. L'Italia è una squadra con una qualità incredibile, spero di dare una mano in ogni modo: voglio portare la mia qualità ma voglio anche sacrificarmi per questa squadra", ha aggiunto il giocatore ventitreenne. "Sono molto orgoglioso in passato sono stato contattato dal Venezuela, – ha continuato Maldini, che è figlio dell'ex modella venuezelana Adriana Fossa – ma ho preferito aspettare il momento giusto per essere qui. Credo ne sia valsa la pena".
Sessantuno anni dopo nonno Cesare e a oltre 22 anni di distanza dall’ultima delle 126 presenze in azzurro di papà Paolo, Daniel è chiamato a portare avanti la dinastia Maldini in Nazionale. Un’eredità pesante, una saga familiare che si intreccia sempre più con la storia calcistica dell’Italia unendo tre diverse generazioni: "La mia famiglia mi è sempre stata vicina, abbiamo parlato però poco di questa convocazione. Mi fa un bell'effetto vedere qui le foto di mio padre e mio nonno, ma penso al ritiro e vivo giornata dopo giornata". Non è facile portare un cognome così ingombrante: “Con il tempo capisci che devi continuare per la tua strada a prescindere dal parere degli altri, positivo o negativo che sia”.
Cresciuto nelle giovanili del Milan, e non sarebbe potuto essere altrimenti, Maldini ha poi fatto la gavetta a La Spezia ed Empoli per sbocciare a Monza, ritagliandosi in questo avvio di stagione un ruolo sempre più centrale nella squadra di Nesta. "Ha la giocata incantevole, a volte però si assenta dalla partita", ha detto ieri di lui Spalletti, aggiungendo che mancava nel gruppo un calciatore con le sue caratteristiche: "Le parole del mister nei miei confronti mi fanno molto piacere. Ha assolutamente ragione, devo cercare di restare in partita il più possibile. Spero di far vedere buone cose in allenamento". —[email protected] (Web Info)
Sessantuno anni dopo nonno Cesare e a oltre 22 anni di distanza dall’ultima delle 126 presenze in azzurro di papà Paolo, Daniel è chiamato a portare avanti la dinastia Maldini in Nazionale. Un’eredità pesante, una saga familiare che si intreccia sempre più con la storia calcistica dell’Italia unendo tre diverse generazioni: "La mia famiglia mi è sempre stata vicina, abbiamo parlato però poco di questa convocazione. Mi fa un bell'effetto vedere qui le foto di mio padre e mio nonno, ma penso al ritiro e vivo giornata dopo giornata". Non è facile portare un cognome così ingombrante: “Con il tempo capisci che devi continuare per la tua strada a prescindere dal parere degli altri, positivo o negativo che sia”.
Cresciuto nelle giovanili del Milan, e non sarebbe potuto essere altrimenti, Maldini ha poi fatto la gavetta a La Spezia ed Empoli per sbocciare a Monza, ritagliandosi in questo avvio di stagione un ruolo sempre più centrale nella squadra di Nesta. "Ha la giocata incantevole, a volte però si assenta dalla partita", ha detto ieri di lui Spalletti, aggiungendo che mancava nel gruppo un calciatore con le sue caratteristiche: "Le parole del mister nei miei confronti mi fanno molto piacere. Ha assolutamente ragione, devo cercare di restare in partita il più possibile. Spero di far vedere buone cose in allenamento". —[email protected] (Web Info)