di Umberto Zedda
Dalle parole ai fatti in due minuti, le IDF continuano ad attaccare le postazioni UNIFIL mentre in centinaia muoiono sotto i bombardamenti. Netanyahu all’ONU: “rimuovere roccaforti UNIFIL”
Appare sempre più chiaro come il mai contestato “diritto di difendersi” che Israele e il suo Primo Ministro Benjamin Netanyahu evoca da oltre un anno sia soltanto una facciata dietro la quale si nascondono mire espansionistiche della portata di una guerra mondiale.Da West Bank alla Palestina, dalla striscia di Gaza alla Cisgiordania fino al Libano. I numeri raccontano una vicenda amara che potrebbe non avere fine: oltre 40.000 morti Palestinesi e due migliaia di morti in due settimane di bombardamenti in Libano. La situazione peggiora di ora in ora dei corpi sale di centinaia ogni giorno che passa. Ma ciò che fa riflettere è il recente sviluppo che ha coinvolto l’occidente nella questione mediorientale, il bombardamento delle strutture UNIFIL delle Nazioni Unite in cui sono presenti circa 1200 militari italiani (molti facenti parte della Brigata Sassari) da parte delle IDF israeliane.
Come riportato da tutte le testate nei giorni scorsi l’esercito israeliano ha aperto il fuoco verso tre basi della missione UNIFIL nel sud del Libano ferendo due caschi blu di cui nessuno italiano. Come giustificazione Israele ha sostenuto che le strutture venivano utilizzate come copertura per varie attività militari.
La situazione per i militari italiani
Ma non finisce qui, nei giorni successivi le IDF hanno portato e portano tuttora altri attacchi alle postazioni stanziate nel Sud del Libano ferendo altri due militari. Ieri il comandante della Brigata Sassari, il Generale Stefano Messina ha parlato al Tg1 per la prima volta da quando l’attacco alle postazioni ONU ha avuto luogo: “I combattimenti non conoscono sosta” ha dichiarato Messina: “i militari sardi stanno registrando tutte le violazioni che avvengono da parte di entrambe le forze”.
Le forze israeliane hanno sparato deliberatamente alle postazioni ONU? “Non mi sento di escluderlo” ha infine dichiarato il Generale della Brigata Sassari.
Solo poche ore fa il Premier israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato, rivolgendosi al segretario generale dell’ONU Antonio Guterres: “è giunto il momento di rimuovere l’UNIFIL dalle roccaforti e dalle aree di combattimento di Hezbollah. Il vostro rifiuto di evacuare i soldati li rende scudo umano e ostaggi di Hezbollah“.
Una minaccia non proprio velata. E le Idf non hanno atteso tanto. Poco dopo due tank israeliani sono entrati nelle postazioni UNIFIL e per ora attendiamo ulteriori aggiornamenti dalla missione di pace.
Il diritto di difendersi
I membri del governo a partire dal Premier Meloni hanno espresso la propria condanna verso gli attacchi subiti dalle postazioni italiane e ora nessuno parla più del diritto di difendersi di Israele.
Non poteva essere lontanamente discussa la possibilità di accusare lo stato ebraico di portare avanti un’offensiva verso la Palestina ma ora che ad essere colpiti siamo noi la retorica bellicistica ha subito una virata. Questo non significa certo che noi come Italia smetteremo di supportare la campagna di distruzione israeliana ma certo mostra come se a tirare le cuoia sono civili e non palestinesi o libanesi la bilancia segna zero. Zero colpe, zero ingiustizie, zero problemi. Il nostro paese ancora una volta mostra un volto ipocrita e affarista.
Ora le testate ne parlano, l’indignazione si diffonde tra le persone e l’opinione pubblica non può far altro che unirsi contro i terribili attacchi che tuttora stanno avvenendo. Giusto certo, ma è il teatro dell’assurdo. La vita di oltre 40.000 non ha scalfito lo scudo di cinismo che le istituzioni europee hanno mostrato per oltre un anno e ora tutto è cambiato. Ma infondo si sa, mentre il mondo brucia ci si preoccupa solo del proprio giardino.
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