Fondazione Alghero, Cocco: “Grazie al CdA, gravi le pressioni per lasciare proprio ora”
La notizia delle dimissioni dell’attuale Consiglio di Amministrazione della Fondazione Alghero impone, prima di tutto, un ringraziamento ai suoi componenti per il lavoro svolto. Un ringraziamento particolare va alla presidente Neria De Giovanni, autentica istituzione culturale del nostro Paese. Lo scorso maggio, ha accettato l’incarico di presidente, un ruolo gratuito ma impegnativo, che ha saputo interpretare in modo impeccabile. Ha guidato la Fondazione Alghero con competenza, conferendole ulteriore prestigio grazie al suo spessore culturale, e collaborando instancabilmente con la macchina amministrativa, soprattutto nell’ultimo movimentato periodo di consiliatura, quando insieme abbiamo completato la programmazione estiva.
A fronte della serietà del lavoro svolto dal CdA, vi sono le forti pressioni che certa politica ha esercitato, sin dall’indomani delle elezioni, affinché il CdA si dimettesse. Si tratta di una politica evidentemente miope, che vede ogni posizione di responsabilità come una “poltrona” da assegnare a vassalli e valvassini, senza considerare il merito, la competenza e la necessità di garantire stabilità.
Queste pressioni hanno già causato un primo danno: Alghero ha perso il primato conquistato lo scorso anno, quando fu la prima destinazione turistica sarda ad annunciare gli eventi del capodanno. Se quell’investimento di risorse pubbliche e private ha un senso, lo ha nella capacità di garantire promozione al territorio, permettendo alle strutture ricettive e alle imprese di organizzarsi per tempo, incentivando le prenotazioni, così da sostenere il comparto turistico (e quindi l’economia cittadina) al di fuori della stagione estiva.
Proprio per garantire la necessaria stabilità di questi processi, nel 2019 io centrodestra attese la naturale scadenza del mandato del cda in carica, nominato dall’allora sindaco Bruno.
Olbia ha già annunciato il suo capodanno, mentre per Alghero dovremo attendere.
Il nuovo CdA dovrà prima di tutto comprendere a fondo la realtà della Fondazione, per poi risolvere il rebus del Cap d’Any, districandosi tra le varie correnti dell’attuale maggioranza di sinistra. Nel frattempo, Alghero perde tempo prezioso, vittima di una politica miope e interessata solo a posizionamenti di potere.
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