Sabato 12 Ottobre, si è riunito il direttivo del Centro Studi Agricoli alla presenza di alcuni esperti del comparto veterinario per analizzare la situazione che si sta sviluppando in Sardegna a causa del Virus della Bluetongue che sta falcidiando le greggi Ovine e colpendo i capi Bovini. Le proiezioni che sin son sviluppate dei tecnici del Centro Studi Agricoli, sono drammatiche , afferma Tore Piana Presidente del CSA, se da una parte abbiamo i dati ufficiali diffusi alla data odierna dal sito ufficiale dell’Istituto Zooprofilattico della Sardegna, che attestano 3.332 focolai e 141.539 capi ovini colpiti su un totale di n’ 1.260.072 di capi presenti nelle greggi oggetto di focolai con capi morti che si attestano su 40.000 (fonte CSA), dall’altra abbiamo le proiezione del CSA , che tenendo presente di una fascia di circa 10 giorni di tempo necessaria ad aggiornare alla giornata i dati ufficiali ( 4/5 giorni il tempo di intervento dei veterinari in azienda, altri 3/4 giorni per accertare il Virus e il sierotipo, attraverso le analisi dello Zooprofilattico di Teramo e altri pochi giorni per aggiornare il sito) che sempre la proiezione CSA i capi morti superano a oggi 45.000 capi ovini e quelli colpiti superano i 200.000, preso atto che la stagione calda in Sardegna sta continuando e non scenderà al di sotto dei 13 gradi non prima di Dicembre, avremo i mesi di Ottobre e Novembre da superare con il vettore Culicoide che circola e continuerà a diffondere il Virus della Blu Tongue . La Regione non può restare ad aspettare l’evolversi del disastro sulla moria dei capi ovini e che le temperature calino , SERVE URGENTEMENTE UN PIANO STRAORDINARIO DI DISINFESTAZIONE PRESSO LE AZIENDE AGRICOLE, COME QUELLO UTILIZZATO PER LA LOTTA ALLA CAVALLETTE, altrimenti assisteremo alla distruzione del più importante patrimonio dell’allevamento Sardo. Preso atto di questa situazione , il gruppo di lavoro del Centro Studi Agricoli ha analizzato l’incidenza sulle produzioni di latte di pecora nella prossima stagione produttiva che inizierà il 1 Novembre 2024 e terminerà il 31 Luglio 2025. Il ragionamento del CSA è che venendo a mancare circa 45.000 pecore e altre 200.000 saranno colpite da aborti, calcolando una media di 130 litri a capo, si avrà una diminuzione delle produzioni di latte ovino di circa 31.850.000 litri , che significa una minore produzione di circa 53.000 Ql di formaggio ovini, che se proiettato alla sola produzione di Pecorino Romano Dop avremo una produzione di circa 340.000 Quintali di PR DOP.
VENDITE PECORINO ROMANO DOP E PREZZO LATTE DI PECORA.
Oggi il mercato appare un po’ a rilento soprattutto in campo Nazionale e Europeo, mentre tiene bene sul mercato Americano, rendendo stabile l’assorbimento delle produzioni record della passata stagione produttiva ( 393.000 Ql.) , così anche stabile appare il prezzo alla vendita che si attesta in Euro 12,30 al Kg per il PR Dop stagionato a 8 mesi. Con un mercato che sta reggendo bene e sta assorbendo interamente le produzioni dei 393.000 Ql, la stagione che sta per iniziare con una produzione stimata in diminuzione di Ql. 340.000, fa da subito supporre che potrebbe prospettarsi la mancanza di formaggi pecorini ed in particolare quella del Pecorino Romano Dop. Con conseguente aumento del prezzo seppur limitato, potrebbe avere incrementi di qualche decina di centesimi, sempre secondo le proiezioni del CSA. Questa situazione automaticamente determinerebbe un aumento del prezzo del latte di pecora pagato al pastore Sardo, che nel sistema dell’Industria potrebbe attestarsi, sempre secondo le proiezioni del CSA in 1,50/1.55 e nel sistema della cooperazione in oltre 1,70 litro. Naturalmente questo secondo le proiezioni dei dati dell’osservatorio del Centro Studi Agricoli, che con il passare dei giorni e delle settimane appaiono sempre più realistiche, continua Tore Piana. Ora serve che la Regione avvii un piano straordinario di disinfestazioni presso le aziende di allevamento ovino e Bovino, esattamente come quello organizzato per combattere le cavallette, La regione non può restare ferma aspettando e sperando che le temperature calino in Sardegna sotto i 13 gradi per bloccare il proliferare e la circolazione dell’insetto vettore, conclude Tore Piana a nome del Centro Studi Agricoli