Sono ben 20 i paesi che in tutta la Sardegna saranno protagonisti con le loro chiese costruite in epoca medievale la cui arte romanica è giunta fino a noi.
Il grande progetto di Italia Romanica, ideato dalla Fondazione Sardegna Isola del Romanico, giunto alla sua seconda edizione, cresce di anno in anno e in questo 2024 vede il coinvolgimento di nuovi partner. Dopo la collaborazione con “Le Vie dei Tesori” dalla Sicilia e la Fondazione Lemine della Lombardia nella prima edizione, quest’anno si aggiunge una novità significativa: la partecipazione dell’Associazione piemontese “In Collina”, ampliando così ulteriormente la rete di enti coinvolti nel progetto del 2024.
La manifestazione ha avuto inizio il 21 settembre e terminerà il 12 e 13 ottobre 2024, vede il coinvolgimento di oltre 70 chiese e paesi e città in tutta la Sardegna, oltre 100 in tutta Italia.
Sono già migliaia i visitatori che hanno partecipato ai primi due fine settimana di aperture straordinarie, rese possibile grazie alla disponibilità della Conferenza Episcopale Sarda, alle Curie e alle parrocchie, oltre che allo straordinario lavoro delle guide turistiche specializzate e altamente formate sull’arte, sulla storia e sul Romanico sardo. In alcune occasioni, saranno gli studenti delle scuole a raccontare dei loro tesori.
Nel Nord Sardegna.
A Ozieri sarà possibile effettuare le visite guidate alla Chiesa di Sant’Antioco di Bisarcio: si tratta di una delle più grandi chiese della Sardegna, svetta dall’alto di una collina e la sua struttura è stata realizzata in pietra vulcanica locale. E’ un edificio che ha una storia ricca e molto complessa, capace di narrare lo scorrere del tempo e le vicende ecclesiastiche della Sardegna. A Oschiri, protagonista di tutti i fine settimana di Italia Romanica, sarà la Chiesa di Nostra Signora di Castro, edificio che rappresenta un affascinante esempio di architettura romanica sarda, la cui storia è intrinsecamente legata al suo contesto geografico e storico. A Ittiri si potrà visitare le rovine della chiesa di Nostra Signora di Paulis fondata nel 1205 dai Monaci Benedettini Cistercensi. Nostra Signora di Paulis presenta il grande fascino di un imponente rudere dell’epoca medioevale che l’amministrazione comunale sta valorizzando per la suggestione e il fascino che trasmette al visitatore. A Tergu porte aperte alla Chiesa di Nostra Signora: anche qui sono previste visite guidate. La chiesa di Nostra Signora di Tergu, conosciuta anche come Santa Maria, rappresenta uno dei più pregevoli esempi di architettura romanica in Sardegna, riflettendo le influenze stilistiche e culturali che caratterizzarono l’isola durante il Medioevo. Risalente al XII secolo, l’edificio testimonia non solo lo sviluppo architettonico dell’epoca, ma anche l’importanza del contesto religioso, offrendo una prospettiva unica sulle dinamiche ecclesiastiche e culturali di quel periodo. A Florinas i visitatori potranno scoprire la Chiesa di Sant’Antonio Abate, eretta in una zona campestre in cui è situata una necropoli romana che ha restituito numerosi reperti archeologici. A Ploaghe le visite guidate alla Chiesa di San Michele di Salvenero saranno possibili solo domenica 6 ottobre. La chiesa di San Michele di Salvenero, si erge come una preziosa testimonianza storica e architettonica, rappresentando l’unico elemento sopravvissuto del villaggio di Salvénero, abbandonato sul finire del XVIII secolo.
Anche a Cargeghe, solo il 6 ottobre, sono in programma le visite guidate alla Chiesa di Santa Maria di Contra. Dal punto di vista architettonico, Santa Maria ‘e Contra presenta una struttura essenziale ma ricca di elementi di interesse. La navata unica con abside orientata riflette una tipologia comune nell’architettura romanica rurale, rispondendo alle esigenze liturgiche in modo semplice ed efficace. La facciata, caratterizzata da un campanile a vela, non solo assolve alla funzione pratica di alloggiare le campane, ma conferisce anche verticalità e dinamismo al profilo dell’edificio, compensando le sue dimensioni ridotte. A Codrongianos, solo domenica 6 ottobre la Basilica di Santissima Trinità di Saccargia aprirà le porte ai visitatori. L’interno della chiesa custodisce un tesoro di inestimabile valore storico-artistico: nell’abside si conservano rari esempi di affreschi romanici, una peculiarità nel panorama artistico sardo. Questi dipinti murali non solo arricchiscono l’edificio da un punto di vista estetico, ma costituiscono anche una preziosa testimonianza dell’arte sacra medievale nell’isola. Nella Chiesa di Santa Croce a Uri le visite guidate in programma solo domenica 6 ottobre. La struttura originaria della chiesa, realizzata in pietra calcarea locale, testimonia la sapiente maestria dei costruttori medievali nell’utilizzo dei materiali del territorio. La facciata, elemento di particolare pregio architettonico, si distingue per la presenza di archetti a sesto acuto, una caratteristica tipica del gotico che conferisce all’edificio un’elegante verticalità.
Centro Sardegna.
Orotelli è protagonista con le visite guidate alla Chiesa di San Giovanni Battista, eretta intorno al 1116, rappresenta un eccezionale esempio di architettura romanico-pisana in Sardegna. Questa imponente struttura, realizzata con pregiati conci di trachite, faceva originariamente parte di un più ampio complesso monastico benedettino, circostanza che ne accresce notevolmente il valore storico e culturale.
Nell’oristanese aprono le porte diversi paesi: a Cabras si potranno scoprire i segreti Chiesa di San Giovanni di Sinis, borgo marino che narra millenni di storia, infatti questa chiesa paleocristiana è stata edificata sul sito dell’antica necropoli della città fenicio-punica di Tharros. A Bosa sarà possibile visitare, con l’ausilio delle guide esperte, la Chiesa di San Pietro extra Muros: edificata in trachite rossa tra il 1062 e il 1073, questo imponente edificio ha ricoperto in passato il ruolo di cattedrale e sede vescovile della città. La facciata, attribuita all’architetto Anselmo da Como, si distingue per la presenza di tre rosoni quadrilobati e archi a sesto acuto. Sabato 5 ottobre a Ghilarza sarà aperta la chiesa di San Pietro di Zuri, che negli anni ’20 del 1900 fu trasferita, pezzo per pezzo, per evitare che venisse sommersa in seguito ai lavori alla Diga di Santa Chiara. Mentre domenica 6 le visite guidate si sposteranno presso la Chiesa di San Palmerio, al centro del paese del Guilcer, il cui impianto risalirebbe al primo quarto del XIII secolo. A Solarussa, dall’alto di una collina, spicca la piccola chiesa di San Gregorio Magno, che sarà visitabile solo domenica 6 ottobre. Al calendario del centro Sardegna si aggiunge la chiesa di Santa Maria Maddalena a Tramatza: qui è conservato un sarcofago risalente all’epoca giudicale, decorato con bassorilievi raffiguranti un putto pronto a spiccare il volo, due angeli con ali spiegate, una croce bizantina e un turibolo. A Zeddiani sono in programma le visite guidate alla Chiesa di Sant’Antonio di Cellevane che nel corso del tempo subì diverse modifiche. L’edificio, ancora oggi, conserva elementi storici di rilievo, tra cui spiccano il campanile a vela e gli alloggi per bacini ceramici sulla facciata, testimonianze tangibili del suo passato medievale e della sua evoluzione nel tempo. Questa apertura rientra anche nel calendario della quinta edizione dell’evento culturale “Zia Veronica- Le vie dell’arte naive”.
Nel Sud della Sardegna.
Quartu Sant’Elena è la cittadina che apre le porte delle sue cinque chiese, ricchi edifici capaci di raccontare la storia e la cultura del luogo in cui sorgono. Durante tutti i fine settimana di Italia Romanica, quindi, anche il 5 e 6 ottobre si potranno visitare le chiese di San Benedetto, Santa Maria di Cepola, Sant’Agata, San Pietro di Ponte, San Forzorio ed Ex Convento Cappuccini. Sono sempre previste le visite guidate. Sardara nella chiesa di San Gregorio Magno edificata nel centro storico del paese e nelle vicinanze del santuario di Sant’Anastasia, considerato sacro fin da età nuragica. A Villamassargia spicca la curiosità sulla chiesa che porta due nomi: San Ranieri (santo patrono di Pisa e unico santo a cui è intitolata una chiesa in Sardegna) o di Nostra Signora del Pilar (che richiama alla mente il periodo della dominazione spagnola). Anche a Tratalias, come in altri centri dell’Isola, in tutti i fine settimana di Italia Romanica si potrà visitare la Chiesa di Santa Maria di Monserrat, che un tempo fu una cattedrale sorta intorno al 1213.