Ciao Desiree! L’Oms sino a quando consiglia di allattare?
L’Organizzazione Mondiale della sanità (OMS) raccomanda di allattare esclusivamente al seno per i primi 6 mesi del bambino. Dopo i 6 mesi si consiglia di continuare l’allattamento al seno insieme all’introduzione di alimenti complementari fino ai 2 anni o oltre, a seconda delle esigenze di mamma e bambino.
Il latte della mamma come cambia durante l’allattamento?
Questa domanda è bellissima perché dalla risposta possiamo capire l’unicità del latte materno. Il latte non è semplicemente un liquido ma è un vero e proprio tessuto vivo pronto ad adattarsi alle diverse esigenze del bambino nelle diverse fasi di crescita.
Gia dalla gravidanza viene prodotto il colostro, un liquido denso e giallastro ricco e colmo di anticorpi. Questo serve al nostro neonatino per i primi giorni subito dopo il parto e fornisce una forte protezione immunitaria. Poi dal 5°al 14°giorno abbiamo un latte di transazione ricco di grassi, lattosio e carboidrati, serve a supportare la veloce crescita del neonato. Dalla seconda settimana in poi abbiamo il latte maturo ricco di tutti i nutrienti di cui il neonato ha bisogno. In sintesi il latte materno si evolve in continuazione adattandosi alle esigenze del bambino. Ad esempio se il neonato o la mamma sono influenzati sarà ricco degli anticorpi necessari per agire contro quel patogeno. Nel caso di allattamento prolungato oltre i 2 anni è importante specificare che il latte non diventa acqua, continua ad essere una fonte preziosa di nutrienti (proteine, grassi, vitamine, anticorpi) supportando la crescita, lo sviluppo e la salute del bambino.
Come si può iniziare il percorso per smettere di allattare?
Specifichiamo che stiamo parlando di bambini oltre l’anno di età. Come prima cosa partiamo da noi stesse, chiediamoci se è una scelta dettata dai nostri bisogni o influenzata da pressioni esterne. Per iniziare questo percorso è importante avere risposte a queste domande:
– Ho una motivazione valida alla quale mi aggrapperò anche nei momenti più difficili? Una motivazione VALIDA potrebbe essere: “voglio smettere perché per me non è più un piacere allattare”.
– Voglio lavorare solo su alcune poppate o su tutte? E’ importante darsi degli obiettivi chiari.
– Il pensiero di smettere di allattare quali emozioni suscita dentro di me? E’ importante lavorare sulle resistenze che insorgono.
Per iniziare ti consiglio di prendere un diario delle poppate e segnarti il numero di poppate, il perché è stata richiesta quella determinata poppata e come ti sei sentita tu nel concederla. Questo ti servirà per sintonizzarti con il tuo bimbo. Alla base del percorso c’è la connessione con il tuo bimbo. Tu non gli stai togliendo nulla, state semplicemente imparando insieme a soddisfare un determinato bisogno in modo diverso.
La famosa pasticca funziona?
La cabergolina è un farmaco che inibisce la produzione di prolattina. Viene solitamente prescritta sotto stretta sorveglianza medica perché può creare effetti collaterali. Non è raccomandata per smettere di allattare poiché l’assunzione della pasticca non interromperà immediatamente la produzione e questo può portare all’insorgenza di ingorghi mammari. Il metodo più efficace e sicuro per smettere di allattare è ridurre gradualmente il numero di poppate così da permettere alla ghiandola di adattarsi e diminuire nel tempo la produzione di latte.
E se si soffre di iper produzione?
Bisogna come prima cosa agire sull’iper produzione. Qui è ancora più importante procedere con cautela.
Si può iniziare con il ridurre il tempo di ogni singola poppata, questo aiuta a stimolare meno la ghiandola e a ridurre la produzione. E’ importante mettersi in ascolto del proprio corpo e valutare come reagisce il seno. E’ un processo al quale più ci si dedica tempo più il risultato sarà privo di rischi.
Smettere di allattare rappresenta un momento importante. Di transizione. Non solo fisico ma anche psicologico. Sia per il bambino che per la madre. È così?
Sì, assolutamente! Smettere di allattare è un processo delicato sia a livello fisico che emotivo. Per molte mamme questo momento può generare emozioni contrastanti, come tristezza o senso di colpa. Il cambiamento ormonale legato alla riduzione della prolattina e dell’ossitocina può influenzare ulteriormente l’umore della madre. Nei miei percorsi lavoro come prima cosa sulle resistenze delle mamme, poiché molte di loro si trovano bloccate dal pensiero dominante : ‘’Non posso farcela!’’. Questa convinzione può costituire un ostacolo al progredire del percorso. Per superarlo è essenziale che la mamma spalleggiata da tutta la famiglia, abbia una motivazione chiara e che sia completamente sua. E’ altrettanto importante che la mamma faccia suo il concetto che smettere di allattare non vuol dire togliere qualcosa ma piuttosto scoprire nuove forme di connessione e intimità con il suo bambino.
Grazie Desiree per queste importanti spiegazioni!
Simonetta Columbu
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