‘’Oggi i miei gusti si rivolgono alle donne. Non si parla, e mi dispiace, perché dovrebbe essere argomento quotidiano, di quella che è una rivoluzione culturale in atto. Si parla di queer, inclusione e femminismo, ma probabilmente tra 10 anni, questo sarà dimostrato sia avvenuto tramite la fotografia. C’è un movimento molto forte, che rappresenta ora la mia fonte d’ispirazione, portato avanti da donne che raccontano le donne in una nuova prospettiva, ribaltando il classico canone estetico della fotografia di moda anni 90/2000’’.
La nascita della tua passione.
Studiavo architettura (materia che contamina profondamente il mio lavoro) ero al terzo anno. Un’amica mi chiese di farle delle foto. Ero sempre stato l’incapace di turno. Quello che non sapeva fare le foto col telefono. Ma appena presi una macchina fotografica capii. Non avevo tra le mani lo strumento giusto. Mi resi conto che quello che volevo fare, che il mio occhio voleva fare, poteva realizzarsi attraverso un mirino e un obbiettivo. E tutto cambiò. Ma ancora oggi se mi chiedono una foto con il cellulare sono totalmente incapace e va bene così.
L’Italia.
Viviamo in un tempo buio, in un’era difficile sia politicamente che culturalmente. Forse la nostra generazione (anni 90) ha la fortuna di stare nel mezzo. Ha visto e vissuto una rivoluzione culturale / sociale / politica. Per questo ho l’impressione che abbia maggiore capacità di comprendere alcuni fenomeni. Sono molto preoccupato per il senso limitato di libertà che ci impone la politica attuale.
Inutile dire che noi siamo l’ultima generazione che per un po’, ha vissuto senza i social. Mi preoccupa l’informazione priva di filtri e di validità. Devo essere onesto? Spesso i più giovani peccano di presunzione. Sono avanti ma non hanno filtri o competenze .
Quali sono i tuoi fotografi di riferimento.
Sono cresciuto con Peter Lindbergh, Mario Sorrenti, Mario Testino. Nel tempo il mio gusto si è evoluto. Oggi i miei gusti si rivolgono alle donne. Non si parla, e mi dispiace, perché dovrebbe essere argomento quotidiano, di quella che è una rivoluzione culturale in atto.Si parla di queer, inclusione e femminismo, ma probabilmente tra 10 anni, questo sarà dimostrato sia avvenuto tramite la fotografia.C’è un movimento molto forte, che rappresenta ora la mia forte ispirazione, portato avanti da donne che raccontano le donne in una nuova prospettiva, ribaltando il classico canone estetico della fotografia di moda anni 90/2000.Parliamo di Senta Simond, Zoe Gherthner, Liv liberg, Josephine Lochen e tante altre, fotografe e stylist. Donne che stanno capovolgendo l’universo femminile con nuova prospettiva. Introducono la possibilità di essere belle e fragili, sfatte e meravigliose, non in posa. Queste donne, o uomini in alcuni casi, stanno stravolgendo – e lo vedremo tra qualche anno- il nostro modo di pensare. Provo una grande riconoscenza nei confronti di queste artiste.
Ammiro anche Juergen teller, Ren Hang.
Nato a Cagliari, hai lasciato la Sardegna per stabilizzarti a Milano.
Milano offre tutto se vuoi fare la moda. Milano è l’unica città italiana dove si possa fare fotografia di questo ambito e una delle poche insieme a Parigi, Londra, New York al mondo. Milano ti da tanti schiaffi appena arrivi. Ho cercato di farcela e ho trovato persone, che nonostante non avessero nulla in cambio, hanno creduto in me, nella mia visione. A Cagliari esiste la famiglia, una casa in cui tornare, gli amici, un porto sicuro.Una fotografa che lavora a Cagliari e che stimo molto è Stefania P.
Di cosa parla la tua fotografia?
Io rappresento uomini e donne che rappresentano me. Una persona recentemente mi ha detto che la mia fotografia è fredda. La mia fotografia è il mio spazio di libertà, rappresenta (forse) e rivela una mia incapacità di dire qualcosa, forse un mio ‘’muro’’. Ad ogni modo, ti direi che l’importante è che interessi a me.
Grazie Massimiliano!
Simonetta Columbu