Salute, Nursing Up e CNAI intervengono di nuovo sul “controverso caso” dell’Assistente Infermiere. De Palma-De Caro: «Chiediamo una sospensiva dell’applicazione dell’accordo Stato-Regioni sull’introduzione dell’AI, prima che sia troppo tardi».
Regnano sovrane incertezza e confusione, oltre che il reale rischio di un pesante contraccolpo sul morale degli infermieri e sulla qualità dell’assistenza.
Nursing Up e CNAI intervengono di nuovo sul “controverso caso” dell’Assistente Infermiere
ROMA 8 ott 2024 – Negli ultimi giorni, l’introduzione della figura dell’Assistente Infermiere ha scatenato un acceso dibattito nella comunità infermieristica, suscitando un “vespaio” di polemiche e fondate preoccupazioni tra i professionisti sanitari.
L’accordo Stato-Regioni, relativo all’inserimento dell’AI nel nostro SSN, finalizzato sic et simpliciter a tappare le falle della carenza di infermieri, sostituendo questi ultimi con operatori meno formati e meno retribuiti, viene aspramente criticato come una “pericolosa scorciatoia”, che mette a rischio la sicurezza dei pazienti e la qualità delle cure e dell’assistenza.
In una nota congiunta a firma Nursing Up-CNAI, Antonio De Palma, presidente Nazionale del Nursing Up, Sindacato Nazionale Infermieri, e Walter De Caro, Presidente della Consociazione Nazionale delle Associazioni infermiere/i, esprimono nuovamente preoccupazioni sul recente controverso accordo.
«Come possiamo parlare di evoluzione delle professioni sanitarie se, di fatto, viene previsto che operatori con un titolo conseguito dopo sole 500 ore di formazione, tra teoria in parte a distanza e pratica, potranno aspirare a diventare Assistenti Infermieri?».
De Palma e De Caro lanciano un monito accorato: senza un’immediata e decisa inversione di rotta, il futuro dell’infermieristica italiana è a rischio. Non si può non prevedere una preoccupante emorragia di giovani professionisti, con un calo del 30% di laureati nei prossimi 3-5 anni, se non si interverrà con incisivi benefit all’iscrizione universitaria, all’inserimento lavorativo ed alla creazione di diverse prospettive di carriera.
In un contesto già profondamente segnato da una carenza di infermieri tra le più gravi a livello europeo, l’Italia rischia quindi di aggravare ulteriormente questo deficit.
L’interrogativo, denso di preoccupazione, riecheggia con forza: se la politica sanitaria persevera nell’introdurre migliaia di assistenti infermieri, senza prima ripensare l’organizzazione del sistema e valorizzare appieno la professionalità infermieristica, a chi sarà affidata la cura dei pazienti? L’inquietante prospettiva di un’assistenza sanitaria sempre più compromessa, affidata a personale meno qualificato, è all’orizzonte.
Anche la questione salariale è motivo di grande tensione, poiché l’AI potrebbe ricevere, con il nuovo CCNL in discussione, aumenti dello stipendio base, quasi equivalenti a quelli previsti per l’infermiere.
L’ipotesi di nuovo contratto in discussione, prevede, infatti, “appena” 8 euro come differenza tra gli aumenti dello stipendio base destinati agli operatori dell’area assistenti (dove potrebbe verosimilmente essere inserito l’assistente infermiere), e gli infermieri inseriti nell’area sovrastante, cioè quella delle professioni sanitarie.
“Otto Euro sono davvero un insulto alla professionalità, una beffa per chi da anni si batte per un riconoscimento economico adeguato.
De Palma e De Caro denunciano questo potenziale “schiaffo” come una profonda ingiustizia, un’ulteriore demotivazione per i giovani che scelgono di diventare infermieri e un pericoloso segnale di svalutazione per una professione cruciale per la salute di tutti.
Infine, De Palma e De Caro lanciano un chiaro appello alle Istituzioni pubbliche interessate, per sospendere l’attuazione dell’accordo Stato-Regioni sancito il 3 ottobre scorso, per lavorare sin da subito, congiuntamente, ad un nuovo piano strategico di riordino delle responsabilità e delle funzioni che interessi tutti i professionisti dell’assistenza.
«Non possiamo permettere che la qualità dell’assistenza e la sicurezza dei pazienti siano sacrificate in nome di una pericolosa scorciatoia, che viene utilizzata come alternativa alla necessaria e più volte richiesta valorizzazione della funzione infermieristica, e all’essenziale riconoscimento economico degli infermieri italiani.
Per tutte queste ragioni, servono soluzioni lungimiranti che valorizzino finalmente le competenze dei professionisti infermieri, che oramai sono esausti e totalmente sfiduciati: non abbiamo bisogno di ulteriori applausi e pacche sulle spalle con tanto di auguri di buon lavoro. E’ tempo di investire, di agire davvero e concretamente per il bene dei cittadini e degli infermieri, quelli veri, non gli assistenti», concludono De Palma e De Caro.