Piero Muscas, Ruote Libere: “Incidenti stradali, mortalità record in Sardegna: infrastrutture indegne di un Paese civile”
Cagliari, 15 ottobre 2024 – I dati diffusi dall’Aci e dall’Istat, rapportati alla popolazione, certificano come la Sardegna sia la Regione italiana con la più alta incidenza di mortalità stradale. A fronte di una media italiana è di 5,15 morti ogni 100mila abitanti, la Sardegna nel 2023 ha fatto registrare 7 morti ogni 100mila abitanti. In termini assoluti parliamo di 110 vittime contro le 100 dell’anno prima e le 91 del 2021.
“La drammaticità di questi numeri rispecchia in modo sconfortante tutte le problematicità irrisolte che la nostra isola deve affrontare. L’inefficienza della rete infrastrutturale sarda è un tema atavico che con gli anni, lungi dall’essere migliorato, si è ulteriormente aggravato. Rispetto ad altre zone d’Italia abbiamo a che fare con strade indegne di un paese civile e che, in particolare nella stagione turistica, trasformano gli spostamenti in odissee con rischi di incidenti elevatissimi”. A parlare è il referente di Ruote Libere per la Sardegna, Piero Muscas.
“A fronte di cantieri continui, le Statali che attraversano le dorsali dell’isola sono costantemente congestionate con attraversamenti a raso e carreggiate ristrette pericolosissime – continua Muscas -. La precarietà di questo sistema infrastrutturale è stata evidenziata in molteplici occasioni, sia alla Regione che al Governo, ma con risultati nulli. Gli utenti della strada in Sardegna sono esposti a rischi enormi. Si spiega in questo modo il picco di mortalità fotografato dall’Istat.
Un dramma che coinvolge spesso gli utenti più deboli, a partire dai motociclisti, ma che non risparmia il settore dell’autotrasporto. Gli autotrasportatori inoltre devono affrontare non solo il problema della sicurezza ma anche quello dell’enorme allungamento dei tempi di percorrenza per svolgere le consegne, con un aggravio dei costi enorme. Lo abbiamo detto e lo ribadiamo: chi attraversa le strade della Sardegna come quelle dell’Italia per garantire il trasporto delle merci del Paese deve avere gli stessi diritti degli altri lavoratori, in termini di sicurezza e di diritti. Oggi a causa dello stato in cui versano le infrastrutture sarde non è così”.
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