Come è nata la passione per la recitazione?
Ho sempre visto tanti film, mi piaceva trasformarmi nei personaggi che più mi colpivano. Decidevo che volevo essere come quel personaggio e mi ci trasformavo come meglio potevo, per periodi più o meno lunghi. Poi crescendo ho cercato di capire chi fossi io veramente al di là di tutte le maschere che indossavo quotidianamente, e questa ricerca mi ha portata al teatro. Adesso ho più consapevolezza di questa capacità che ho e cerco tutti i giorni di capire quale sia il modo giusto per svilupparla e indirizzarla verso dei progetti in cui credo. Mi sono appassionata veramente nel momento in cui ho capito quanto mi fa sentire libera.
Cinema o Teatro?
Per il momento cinema. Ma solo perché mia nonna ha 92 anni, non ci sente e non ci vede tanto bene. Sul grande schermo mi vedrebbe e sentirebbe benissimo, poi se il film va in televisione ancora meglio così può vedermi stando comodamente a casa e alzare il volume a tutto spiano.
Un testo teatrale.
Ti dirò quelli che sono importanti per me in questo momento.
‘Amleto’, di Shakespeare, perché ci ricorda a cosa serve il teatro e ci da delle indicazioni molto precise sul mestiere dell’attore.
‘Romeo e Giulietta’, perché la guerra é terribile, uccide e devasta la purezza, la bellezza e l’innocenza dell’Amore e Shakespeare lo ha detto proprio bene.
‘Casa di Bambola’ di Ibsen, è uno di quei testi che ogni tanto mi fa bene rileggere…
‘Zio Vanja’ di Anton Cechov, perché è talmente attuale che oggi potremmo dire che è un testo “green”.
‘Il Gabbiano’, sempre di Cechov. Il personaggio di Nina è quello che sto studiando da più tempo e una mia grande ambizione è riuscire a portarla a teatro.
“Stasera si recita a soggetto” di Pirandello.
Un film.
Se scegliere un solo testo teatrale è difficile, scegliere un solo film è quasi impossibile.
Ti dico i film che consiglierei a me stessa oggi…
Un Angelo Alla mia tavola, Jane Campion
Marnie, di Alfred Hitchcock
L’inferno, di Claude Chabrol
Il diavolo in corpo, di Marco Bellocchio
Luna di fiele, di Roman Polanski
Sinfonia d’autunno, di Ingmar Bergman
Una poesia.
“Alberi” di Federico Garcia Lorca
Dove studi recitazione?
Al Duse International, con Francesca De Sapio e Vito Vinci. È un posto del cuore dove mi sento a casa. Decidere di studiare con loro é stata una delle decisioni migliori che ho preso nella mia vita.
I metodi.
Quelli di Stanislavsij, Strasberg, Maisner, Mejerchol’d e Michail A. Checov.
Sono molto fortunata perché i miei insegnanti mi rasmettono questi metodi con incredibile cura, passione e amore.
E poi se penso che Francesca è stata allieva di Strasberg mi vengono i brividi. É una perla rara… nessuno mi ha insegnato e continua ad insegnarmi quanto lei.
Leggere il suo libro “Per ogni persona incontrata” mi ha fatto capire più cose su questo mestiere di qualsiasi manuale di tecnica e metodi per la recitazione.
Hai un film da protagonista in uscita ‘’Lovita’’ per la regia di Vito Vinci.
Puoi dirci qualcosa?
Interpretare Lovita é stato incredibile. Una ragazza dolce, intelligente, pura, determinata. Le devo tanto. Ci sono stati dei momenti di sconforto nei quali ho avuto paura di non essere alla sua altezza, ma sono stata circondata e protetta dall’amore di tutte le persone che hanno partecipato al film, che lo hanno sostenuto e mi hanno dato forza. Anche io come Lovita sono una persona molto determinata, ma si sa che da soli non si va da nessuna parte.
Il film è il frutto di duro lavoro e tanto amore, non vedo l’ora di sapere cosa ne penserà il pubblico.
Grazie Priscilla.
Simonetta Columbu