La storia dell’autore
Somdeep Sen è professore associato in International Development Studies (‘Studi sullo Sviluppo Internazionale’) alla Roskilde University in Danimarca e autore di numerosi articoli per molte testate internazionali.
Originario dell’India, paese governato dai britannici, questa condizione personale gli ha permesso di comprendere appieno cosa significa essere colonizzati e quanto questo incida profondamente sulla vita delle persone in ogni suo aspetto, non solo in termini materiali ma anche, e forse soprattutto, in termini psicologici.
L’autore ha voluto raccontare al numeroso pubblico presente come si è avvicinato allo studio della questione palestinese: nel 2003 Somdeep Sen si trasferisce dall’India negli Stati Uniti per studiare all’università. Due anni dopo l’11 settembre l’America e il mondo intero erano nel pieno della cosiddetta “guerra al terrore”, un periodo buio che ha stravolto il concetto di sicurezza e la nostra percezione della stessa attraverso una costante ricerca del pericolo e del nemico da combattere.
È grazie all’attenzione posta da un professore universitario che l’autore si avvicina alla questione palestinese; ed è proprio da qui che nasce il suo profondo interesse e la voglia di visitare la Palestina. Un viaggio pieno di difficoltà, anche da un punto di vista pratico, ma assolutamente necessario per comprendere a fondo la situazione e toccare con mano la settorializzazione dei colonizzati.
Il libro “Decolonizzare la Palestina” (Meltemi)
Un libro accademico ma anche molto personale che riflette a fondo sul concetto di liberazione:
“La genesi del mio libro nasce da una riflessione sulla liberazione: mi sono chiesto quale fosse il ciclo di vita di una lotta per la liberazione e perché le persone lottano per la liberazione e cosa significa sentirsi liberati. Ma la domanda più importante che mi sono posto è questa: possiamo davvero liberarci?”.
La questione palestinese è affrontata in un più ampio contesto di colonialismo e imperialismo mondiale e ci dimostra come questo retaggio storico si riflette ancora oggi soprattutto nel modo in cui trattiamo e affrontiamo il “diverso”. Le strutture sociali, le decisioni politiche e, dunque, le leggi incidono ora in maniera brutale sulla disumanizzazione delle persone oppresse e continuano, così, ad alimentare questo sistema distorto.
Un sistema che porta a considerare normali le violenze che continuano a perpetrarsi ogni giorno in Palestina così come nel Libano.
Una profonda riflessione sulla liberazione
Secondo l’autore il percorso da fare per una vera liberazione è tortuoso, lungo e non privo di ostacoli: le azioni che non portano direttamente a una liberazione non sono assolutamente inutili e, anzi, la partecipazione e la condivisione sono un aspetto fondamentale per provare a raggiungere questo obiettivo. È necessario cercare di comprendere come questa difficoltà derivi dal livello di distruzione di tutti gli aspetti della vita delle persone colonizzate, soprattutto rispetto alle loro culture e alle loro origini.
Riuscire a ritrovare sé stessi, andando oltre l’immagine del colonizzato plasmata dal colonizzatore, è un cammino molto complesso ma non impossibile. Rivendicare questo processo è il primo passo fondamentale per riuscirci.
Un libro personale, politico, necessario per una vera comprensione della complessa questione palestinese e per ricordarci come non si tratta di un problema relegato ad una piccola parte di mondo a noi lontana. I diritti si conquistano con dure lotte ma possono anche perdersi con molta facilità ed è per questo che è importante tenere sempre alta l’attenzione.
Elena Elisa Campanella
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