Il presidente Joe Biden ha annunciato che gli Stati Uniti, insieme a Turchia, Egitto, Qatar, Israele e altri paesi, lanceranno una nuova iniziativa per favorire la pace in Medio Oriente, con un’attenzione particolare alla situazione in Palestina. Il presidente francese Emmanuel Macron si è unito alla dichiarazione congiunta, esprimendo l’impegno delle due nazioni nel garantire il rispetto della tregua.
A nome di tutte le associazioni rappresentate dal Prof. Foad Aodi, Presidente dell’AMSI (Associazione Medici di Origine Straniera in Italia), dell’UMEM (Unione Medica Euromediterranea), della Co-mai (Comunità del Mondo Arabo in Italia) e del Movimento Internazionale Uniti per Unire, non può che emergere un sentimento di speranza e sollievo in relazione alla notizia del cessate il fuoco duraturo tra i conflitti in Libano e Palestina, recentemente confermata dal presidente degli Stati Uniti, Joe Biden.
“Un passo fondamentale che tutti noi accogliamo con grande ottimismo, una notizia che attendevamo da tempo e che ci riempie il cuore di speranza, ma anche con una consapevolezza profonda che la pace richiede impegni concreti, non solo parole” esordisce il Prof. Foad Aodi.
Aodi, medico, giornalista internazionale, esperto di salute globale e membro del registro esperti FNOMCEO, ha sempre sottolineato, con le sue campagne di comunicazione e l’impegno dei membri delle sue associazioni al suo fianco, l’importanza di un impegno costante per la pace e la serenità in tutte le terre.
La speranza è che questo cessate il fuoco possa segnare l’inizio di una nuova fase, quella della diplomazia, dove le armi vengano finalmente riposte, e si possa concretizzare un processo di pace duraturo che riconosca i diritti e la nascita dello stato palestinese con “due stati e due popoli” in cerca di una soluzione giusta.
“Speriamo che sia finito, finalmente, il periodo delle armi; adesso bisogna agire con fatti concreti, non con parole vuote. Solo così si potrà davvero realizzare una pace autentica per il Medio Oriente, basata sul rispetto e la dignità di tutti, con l’obiettivo di due stati che convivano in armonia” aggiunge Aodi.
“Il nostro impegno per la pace è da sempre profondo e continuo. Le nostre associazioni da sempre si sono battute, sin dalla loro nascita, per il diritto di tutti i popoli, soprattutto quelli più vulnerabili – donne, bambini, anziani, malati e vittime innocenti – a vivere in pace e sicurezza. Abbiamo portato avanti azioni concrete, dalla promozione della cultura della pace alla cooperazione internazionale in contesti di crisi” continua il Prof. Foad Aodi.
I professionisti sanitari, che operano in zone di conflitto, sono in prima linea non solo per salvare vite, ma anche per portare un messaggio di umanità e speranza. In molti luoghi di guerra, dove le vittime innocenti sono troppe, il nostro impegno come medici e operatori sanitari è quello di offrire cure, sostegno e un po’ di serenità a chi è rimasto nel buio del conflitto. In particolare, le guerre dimenticate devono essere riportate sotto i riflettori, affinché la comunità internazionale non smetta mai di lottare per il diritto alla vita e alla salute di tutti, senza distinzioni”.
“Siamo convinti che il cessate il fuoco non sia un punto di arrivo, ma un nuovo punto di partenza. La pace duratura può essere raggiunta solo con il coraggio di fare scelte difficili, basate sulla compassione, sul dialogo e su azioni concrete. Come movimento, continueremo a lavorare senza sosta per la promozione della pace, per il diritto alla salute e per un mondo dove le guerre e le violenze siano solo un lontano ricordo”.
“Lavoriamo con impegno, tutti, per rafforzare i corridoi sanitari, rispetto ai quali non abbiamo mai smesso di appellarci alla politica internazionale. Non dimentichiamo le tante vittime che questo sanguinoso conflitto ha fin qui causato tra i civili, come detto in particolare tra donne e bambini. Impossibile poi non citare doverosamente i tanti professionisti sanitari che hanno pagato con la vita la loro battaglia per i più fragili”.
“Non possiamo non ricordare i tanti feriti, e un sistema sanitario che nella Striscia di Gaza è da tempo al collasso, con la necessità che ancora incombe di tanti medici specializzati, nonché infermieri, insieme a sangue e strumenti ospedalieri e medicinali. Il processo di pace vero e proprio inizia adesso, nel farla durare, e nel prendersi cura di chi soffre e nel cercare di riorganizzare le strutture sanitarie locali al meglio. Soprattutto l’Italia, ci contiamo, deve continuare a trasportare i feriti più gravi, tra palestinesi e libanesi, nei nostri ospedali. La Palestina ha diritto alla sua autonomia, alla sua libertà. Da sempre promuoviamo la nascita di uno stato palestinese dove il popolo locale possa vivere sereno e possa dimenticare gli orrori del presente e del passato”.
“Accogliamo allora con speranza il cessate il fuoco e guardiamo al futuro con la certezza che solo con un impegno globale per la diplomazia e per i diritti umani possiamo davvero sperare in un Medio Oriente più stabile e pacifico, per il bene di tutte le popolazioni”, conclude Aodi.
Cosi dichiarano tutti i Consigli Direttivi, insieme al Prof. Foad Aodi, medico palestinese, giornalista internazionale iscritto all’albo di Roma e del Lazio, ed esperto di salute globale e il Dr. Nadir Aodi Podologo, Coordinatore Commissioni “Podologi” e “Nuove Generazioni” di Amsi, UN@UN e UMEM, con il Dr.Mihai Baleanu Portavoce di Amsi e il Prof. Raef Reda Segreterio Generale UMEM e Daoudi Tilouani Vicepresidente Co-mai.