Risposta alle dichiarazioni dell’Assessore all’Industria Emanuele Cani
La gestione dell’energia in Sardegna continua ad essere disastrosa. Qualche giorno fa, l’assessore Cani, intervistato da La Nuova Sardegna, affermava di voler dare il metano “a tutti i sardi”. In questo contesto di ostilità verso la conversione energetica reale, la Regione si conferma amica delle multinazionali del fossile, come Snam, promuovendo investimenti in nuove infrastrutture del gas.Anche se la grande dorsale sembra archiviata la rete di distribuzione non è un progetto meno impattante.
La giunta regionale si pone dunque in continuità con la precedente amministrazione, dimostrando ancora una volta di non voler affrontare seriamente la transizione energetica. Mentre si appresta a votare un disegno di legge che vieterebbe l’installazione di impianti di energie rinnovabili (FER) nel 99% del territorio sardo, l’assessore non si fa scrupoli a programmare rigassificatori, reti urbane e pipeline per lo stoccaggio e il trasporto del più potente gas climalterante esistente.
Non accettiamo questa falsa transizione che considera il metano un “combustibile di transizione”. Il metano non è più sostenibile del carbone: le sue emissioni lungo tutta la filiera, dalla produzione al consumo, sono responsabili della crisi climatica che stiamo vivendo. La Sardegna ha bisogno di un piano energetico davvero sostenibile, basato sulle energie rinnovabili, non di nuovi progetti che contribuiscono al riscaldamento globale e alla dipendenza energetica.
Gli investimenti pubblici nella metanizzazione sono soldi rubati alla collettività, investimenti fuori tempo massimo che non solo non risolvono i problemi energetici, ma li aggravano. Non ci saranno vantaggi economici con l’aumento delle importazioni di gas: ci sarà solo una maggiore dipendenza da paesi antidemocratici.
Una maggiore dipendenza dalle fonti fossili non darà slancio all’industria sarda, ma al contrario, ostacolerà il nostro sviluppo verso un’economia più sostenibile.
Invitiamo l’assessore Cani e la giunta regionale a fare un passo indietro, a mettere da parte gli interessi delle multinazionali del gas e a ripensare la strategia energetica per la Sardegna, per il bene dei suoi cittadini e per la salvaguardia del nostro ambiente e del nostro futuro.
In questi anni abbiamo assistito a una sempre maggiore penetrazione del gas metano nella nostra isola, dagli impianti di stoccaggio di Oristano alle reti cittadine finanziate da amministrazioni comunali spesso in prima linea contro i progetti di eolico e fotovoltaico. Per quanto tempo dobbiamo ancora sopportare queste politiche che ci legano mani e piedi ai combustibili fossili? Le azioni di livello globale contro la crisi climatica corrispondono all’impegno per la fine della dipendenza fossile nei territori, la regione si impegni per la chiusura delle due centrali a carbone, della sarlux e metta fine ai nuovi piani di metanizzazione.
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