“Belli e Monelli” dice no alla moda per mini-adulte: l’infanzia prima di tutto
Mini gonne, tubini, abiti aderenti e corti, un abbigliamento non certamente adatto a delle bambine. Betti titolare di “Belli e Monelli” ha deciso di andare controcorrente e proporre solamente abbigliamento pensato per bambini, dando così il suo contributo per preservare l’autenticità dell’infanzia opponendosi al fenomeno dell’adultizzazione dei bambini.Dal sogno alla realtà: “Belli e Monelli”, un negozio per preservare l’infanzia
Il sogno di Betti era quello di aprire un negozio di abbigliamento per bambini, ma col tempo è diventato qualcosa di più: un inno all’infanzia, dove regnano raffinatezza, bellezza ed eleganza.
“L’idea di vestire i più piccoli mi affascinava tantissimo, ma col tempo ho capito che il mio negozio è diventato qualcosa di più profondo. Vestire i bambini, giorno dopo giorno, mi permette di “fermare il tempo”, di ritrovare quella parte di me bambina che ancora vive nei loro sorrisi, nei loro sguardi pieni di meraviglia.
Per lei, il suo negozio è molto di più di un’attività economica “È il mio modo di restare in contatto con l’infanzia, di vedere il mondo con gli occhi dei bambini e di ricordarmi ogni giorno quanto è prezioso quel periodo della vita. Essere in mezzo ai bambini mi fa bene, mi ricorda chi sono e mi dà la forza di portare avanti il mio sogno” racconta la titolare.
“Belli e Monelli” contro il fenomeno dell’adultizzazione delle bambine
“Belli e Monelli” si distingue per un aspetto semplice, ma che forse oggi è stato dimenticato: vestire i bambini da bambini, rispettando la loro età. Betti ha deciso di non seguire la tendenza che porta all’adultizzazione dei più piccoli.
Infatti, il fenomeno dell’adultizzazione e della sessualizzazione delle bambine sta aumentando e suscita una crescente preoccupazione, che approda anche sui social come TikTok, alimentando dibattiti tra i genitori. Qui vengono spesso mostrati, dalle stesse mamme, capi come pantaloncini corti in pelle e gonne con spacchi vertiginosi.
“Questo fenomeno non è del tutto nuovo: già qualche anno fa si cominciava a intravedere un cambiamento nello stile dell’abbigliamento per bambine. Tuttavia, è stato con la nascita del trend “mini-me” che ha preso davvero piede. Questo stile, che tende a far sembrare le bambine piccole versioni degli adulti, ha portato sempre più capi con tagli, colori e dettagli che richiamano la moda adulta. Con l’avvento dei social media e delle influencer, il fenomeno ha subito un’accelerazione, e oggi vediamo abiti per bambine che spesso appaiono troppo sofisticati o persino inappropriati per la loro età. È come se, nel tentativo di rendere le bambine “alla moda”, si fosse perso di vista il valore della loro autenticità e spensieratezza” continua la titolare.
Betti non ci sta. Non vuole scendere a compromessi. Per questo ha preso una decisione importante: eliminare la fascia 8-12 dal suo negozio.
“È stata una decisione difficile, ma necessaria. Ho notato che, soprattutto nella fascia 8-12 anni, le proposte dei fornitori iniziavano a richiamare troppo il mondo della moda adulta: minigonne, top corti, tubini… Mi sono resa conto che, se avessi proposto questi capi, avrei in qualche modo assecondato una tendenza che non condivido.
E poi, diciamolo pure con un sorriso: se avessi continuato a portare la fascia 8-12 anni, con il mio gusto per l’infanzia autentica e quel tocco retrò, rischiavo di litigare con qualche mamma e, soprattutto, con le stesse bambine! Immagino già le loro facce perplesse davanti a un abito classico e delicato, e il mio tentativo di convincerle che “è davvero bello!”. Così ho preferito evitare e concentrarmi sui più piccoli, offrendo loro capi che rispettino la loro età e che mettano al primo posto il gioco, la libertà di movimento e la spensieratezza. Ho scelto di schierarmi dalla parte dell’infanzia, e sono felice di averlo fatto”.
Nonostante la sua scelta, Betti, continua a ricevere richieste che non rispecchiano la sua visione di abbigliamento adatta ai bambini. “Qualche settimana fa, ad esempio, una mamma mi ha chiesto un completo con pantaloncini in “eco pelle” per il primo compleanno della sua bambina. Ho risposto gentilmente ma in modo deciso, spiegando che i pantaloncini erano in plastica e non in “eco pelle” e che, nel mio negozio, vesto i bambini da bambini. Credo sia importante che l’infanzia venga valorizzata senza fretta. Spesso le mamme apprezzano questa visione e riflettono su queste scelte… anche se, naturalmente, c’è anche chi se ne va dandomi dell’antica e sostenendo che non sono aggiornata. Ma per me va bene così: meglio essere “antica” che rinunciare ai miei valori”.
Tra social media e genitori: il ruolo di chi guida le scelte dei bambini
I bambini tendono a prendere come modelli le persone che gli stanno intorno, ma anche quelle che sono proposte dalla pubblicità e dai media.
“Credo che i social media abbiano un’influenza enorme su questo fenomeno. Purtroppo, molte immagini che vediamo su Instagram o peggio TikTok creano aspettative irrealistiche anche per le bambine. Le influencer, spesso senza nemmeno rendersene conto, diventano modelli per i bambini e anche per i genitori, mostrando una realtà in cui l’apparenza è tutto. Molte mamme vedono queste immagini perfette e pensano che le loro figlie debbano rispecchiarle. Ma io credo che sia importante fare un passo indietro e ricordare che l’infanzia non ha bisogno di filtri. Le bambine sono belle proprio perché sono genuine, spensierate e piene di vita. Mi piacerebbe che i social media mettessero in luce proprio queste caratteristiche, invece di promuovere un’immagine da “piccole adulte.”
Betti sottolinea, però, l’importanza del ruolo dei genitori nella crescita dei figli, come punto di riferimento solido che possa guidare le scelte e trasmettere valori autentici. “Il ruolo dei genitori è fondamentale. Parliamoci chiaramente: se non sono la mamma o il papà a spiegare ai figli cosa è giusto e cosa è sbagliato, chi dovrebbe farlo? A quali modelli si dovrebbero ispirare i bambini se non ai loro stessi genitori?
Come mamma, so quanto sia naturale desiderare il meglio per i propri figli, ma il vero amore consiste anche nel proteggerli da modelli che non sono adatti a loro, anche se a volte può voler dire “no” e affrontare qualche capriccio.
Oggi, a volte sembra più facile dire di sì, per evitare discussioni e pianti. Ma fare i genitori significa anche guidare e dare esempio. Se diciamo una cosa e poi facciamo il contrario, come possono i figli avere fiducia e stima in noi? Credo sia importante aiutarli a costruire un’identità basata su ciò che sono e non su come appaiono, educandoli a essere autentici, a non seguire mode imposte. È un compito delicato, ma è anche una straordinaria opportunità per trasmettere loro valori che dureranno nel tempo”.
L’impegno di “Belli e Monelli”
Betti porta avanti il suo pensiero sia attraverso le sue pagine social, dove ha organizzato anche una diretta, con il prezioso contributo della psicologa e psicoterapeuta Alexia Di Filippo, sia sul suo blog.
“Lì condivido riflessioni, consigli e approfondimenti proprio su argomenti come l’abbigliamento per l’infanzia e l’importanza di rispettare ogni fase della crescita. Mi piace l’idea di poterci confrontare anche nei commenti, creando uno spazio di dialogo dove ognuna possa condividere la sua esperienza e riflettere insieme su cosa significhi davvero “vestire i bambini da bambini” conclude Betti.
Questo fenomeno non va sottovalutato. Non si tratta solo di indossare un abitino corto o una gonna, ma comporta una serie di effetti a livello cognitivo, emotivo e comportamentale nei bambini. Per questo Betti ribadisce che “Belli e Monelli” è dalla parte dei bambini.
Per approfondire l’argomento sul blog di Belli e Monelli clicca qui
Sito web belliemonelliabbigliamento.it
Segui le pagine social per rimanere aggiornato Facebook Instagram
Giulia Mascia