Businco: associazioni oncologiche, progetto Arnas non offre sufficienti garanzie di continuità cure
I lavori che prevedono la demolizione e ricostruzione di due sale operatorie dell’ospedale oncologico “Businco” di Cagliari restano ancora bloccati. All’incontro svoltosi ieri nella sala conferenze dell’assessorato regionale della Sanità, promosso dall’assessore Armando Bartolazzi, sono emerse le criticità irrisolte rappresentate non solo dalle associazioni dei/delle pazienti ma anche dei medici e di cui si è fatta carico, in particolare, Carla Fundoni, Presidente della Commissione Salute del Consiglio regionale della Sardegna. Presenti i vertici dell’ARNAS “Brotzu” con la Direttrice Generale Agnese Foddis, il Direttore Sanitario Raimondo Pinna, il Direttore amministrativo Marco Biagini, l’ing. Gianluca Borelli e la Direttrice Sanitaria dell’Oncologico Maria Teresa Addis.Nel dare il benvenuto, l’assessore, oncologo, ha sottolineato la sua particolare attenzione nei riguardi delle cure oncologiche rendendosi disponibile ad ascoltare dalla voce delle associazioni le criticità rilevate in ogni ambito.
Gli interventi si sono poi focalizzati sulla situazione reale delle sale operatorie, che hanno necessità di essere ristrutturate.
La relazione sullo stato dell’arte ha evidenziato aspetti non del tutto soddisfacenti. Il problema è legato all’utilizzo dei fondi PNRR, circa 10 milioni che però hanno una scadenza perentoria. Due Sale Operatorie devono essere demolite, ricostruite e collaudate entro il 26 giugno 2026 per poter fruire del finanziamento. Qualora non vengano rispettati i tempi il finanziamento decadrà. Nel frattempo per la Chirurgia Ginecologica verrà utilizzato il Reparto del Brotzu. La chirurgia toracica (400 interventi l’anno 85% oncologici) andrà anch’essa al Brotzu ma questi trasferimenti ridurranno drasticamente il numero dei Medici per i turni interdivisionali di guardia che ricadranno interamente sui senologi. Questi ultimi, che necessitano di 36 ore di Sala alla settimana vedranno aumentare le liste d’attesa perchè dovranno condividere lo spazio operatorio, peraltro con problematiche relative alla climatizzazione, con la Terapia Antalgica e con gli impianti di CVC (catetere venoso centrale) ed espianti di midollo (queste ultime tutte urgenze). Non è chiaro, inoltre, dove verranno eseguiti gli interventi al pancreas. Insomma le soluzioni prospettate, anche in assenza di certezze sui tempi di realizzazione non hanno soddisfatto le associazioni. Anche perché è stata dichiarata l’impossibilità, ma senza un progetto di fattibilità, di poter disporre di moduli prefabbricati di Sale Operatorie per garantire la continuità degli interventi e delle cure.
Per le associazioni dei/delle pazienti, pur apprezzando gli sforzi della Direzione dell’ARNAS per realizzare la ristrutturazione delle sale, non si può partire da un’impostazione economicistica. Occorre, soprattutto, trattandosi di un Ospedale pubblico, mettere al primo posto il bisogno di salute anche perché in questi ultimi mesi si sono significativamente ridotte le persone che fanno riferimento al Businco per problemi di diagnosi e cura oncologiche. Quante sono e dove vanno queste persone a farsi curare? Oppure com’è probabile non si curano affatto perché non hanno le possibilità? Le associazioni si sono quindi appellate alla sensibilità dell’assessore Bartolazzi, ma si sono riservate ogni azione utile per la salvaguardia della realtà del Businco. Senza escludere anche all’invio di un’informativa alla Procura della Repubblica, anche considerando che il progetto risale al 2021 ma è stato reso noto solo nell’imminente scadenza del PNRR. Chiedono una conferenza regionale con Sanitari e Pazienti affinché venga riconosciuta e riaffermata l’autorevolezza dell’Ospedale in crisi a causa di scelte che hanno favorito la fuga di molti specialisti e la sanità privata, sostenuta dai fondi regionali.