Cinema sardo con Nosu e is Atrus: “Tilipirche” e “Dalia” sul grande schermo
Dopo la serata dedicata al caso di Aldo Scardella, con la proiezione del film “Polvere”, prosegue a Cagliari la rassegna Nosu e is Atrus. Mercoledì 6 novembre alle 19 la serata sarà dedicata ai due cortometraggi “Tilipirche” di Francesco Piras e “Dalia” di Joe Juanne Piras oltre al teaser del documentario “Pieni di voci, gli occhi” di Marco Spanu.
Cinema sardo con Nosu e is Atrus: “Tilipirche” e “Dalia” sul grande schermo
“Tilipirche”
Con “Tilipirche” ci si sposta a Noragugume durante una terribile invasione di cavallette che divora ogni cosa: un allevatore deve affrontare il passaggio di testimone, da padre a figlio, per la gestione dell’ovile. Il film racconta la devastazione provocata dall’invasione delle cavallette, la disperazione di chi ha perso tutto, la forza e il coraggio di chi combatte per sopravvivere alla natura e, forse, anche alla modernità, in un rapporto sinergico ma sempre complicato tra l’uomo e l’ambiente.
“Dalia”
“Dalia” affronta una storia drammatica. Sara, una bimba di 7 anni, viene ritrovata nel bosco priva di sensi. È stata drogata e abusata. È il caso più difficile che Dalia, psicologa infantile dalla vita semplice, abbia mai affrontato. La donna ha poco tempo per scavare nella mente della bambina e capire cosa sia successo, prima che accada nuovamente. Capirà molto presto che fare i conti con i traumi rimossi ha un prezzo molto alto da pagare.
Nella serata verrà presentato il teaser del documentario “Pieni di voci, gli occhi”: un progetto documentario che si propone di raccontare la storia sconosciuta ai più delle comunità sorde.
L’ultima giornata di proiezioni è prevista mercoledì 13 novembre ed è dedicata ai cortometraggi “Binario morto” di Antonio Maciocco e “Quello che è mio” di Gianni Cesaraccio. Maciocco affronta il tema del suicidio raccontandolo con semplicità e spensieratezza, portando lo spettatore alla ricerca di un senso per una vita degna di essere vissuta. Dopo aver perso il lavoro in nord Italia, Tommaso rientra in Sardegna. Disperato, decide di farla finita sdraiandosi sulle rotaie della ferrovia. Si tratta però di un binario morto; un incontro improvviso gli offre una seconda chance nella vita.
“Quello che è mio” è un film di denuncia che getta luce sulle tragiche conseguenze che hanno colpito oltre 4000 soldati italiani nell’arco degli ultimi 50 anni, a causa dell’esposizione a materiali tossici presenti negli armamenti militari.
La rassegna Nosu e is Atrus è finanziata dal Comune di Cagliari e si inserisce fra le attività collaterali della settima edizione del Premio Kentzeboghes che è sostenuto dalla Fondazione Banco di Sardegna, dalla Regione Autonoma della Sardegna. La direzione artistica è di Paolo Carboni.