Conclusi i lavori a Malta e in Sardegna sul ripristino delle praterie di Posidonia oceanica
Cagliari, 15/11/2024 – Isole diverse, ma con problematiche simili per gli ecosistemi marini, fortemente minacciati dagli ancoraggi liberi e non regolamentati dalla nautica da diporto e dalla pesca a strascico praticata illegalmente. A Malta, come in Sardegna, i danni sono visibili soprattutto nelle praterie di Posidonia oceanica, specie endemica del Mar Mediterraneo, habitat essenziale per la vita e la produzione di ossigeno in mare.
In questo contesto si sono concluse nei giorni scorsi le attività di riforestazione marina al largo del sito Natura 2000 di Qawra, a Malta. Si tratta del primo progetto nello Stato maltese incentrato sulla riforestazione marina, finalizzato a supportare il ripristino naturale delle praterie di Posidonia oceanica in aree, rilevate la scorsa estate, che mostrano segni di degrado, principalmente a causa della navigazione da diporto. A condurre le attivita’ il team dell’unita’ marina della Fondazione Italiana MEDSEA, in collaborazione con l’Universita’ di Malta. Sono state selezionate e raccolte circa 1.500 talee, esclusivamente da piante naturalmente sradicate, e ri-piantate nelle aree danneggiate, coprendo un’area di un ettaro a una profondità di 6 metri lungo la costa di Qawra. Precedentemente, sempre all’interno della stessa azione a protezione della biodiversita’ nel Mediterraneo, le attività di riforestazione hanno interessato anche l’Area Marina Protetta “Capo Carbonara”, Sardegna, con l’obiettivo di espandere l’area di rimpianto avviata negli anni precedenti per coprire nuovi siti adiacenti. Le attività, iniziate la scorsa primavera, sono in fase di completamento. Saranno restaurati ulteriori 500 m² di area degradata, con circa 6.000 nuove talee piantate nelle zone danneggiate.
Il progetto di ripristino delle praterie di Posidonia oceanica a Malta, coordinato dalla Fondazione MEDSEA con sede a Cagliari, si propone di tutelare e rigenerare uno degli ecosistemi marini più preziosi del Mediterraneo. Sviluppato con il sostegno della Fondation de la Mer (FdM), fondazione privata francese impegnata nella protezione della biodiversità mediterranea, e del Gruppo CMA CGM, leader globale nelle soluzioni di trasporto marittimo, terrestre, aereo e logistico, il progetto rappresenta un intervento innovativo per la conservazione degli habitat marini. Le attività sul campo a Malta sono state condotte da esperti della Fondazione MEDSEA in collaborazione con l’Università di Malta – Oceanography Malta Research Group (OMRG), Dipartimento di Geoscienze, e sono state autorizzate dalla Environment and Resources Authority (ERA), l’autorità ambientale maltese. Queste operazioni sono riconosciute come iniziative strategiche per la protezione e il recupero dell’ecosistema marino maltese, con l’obiettivo di rafforzare la resilienza degli habitat e promuovere la biodiversità locale.
Alan Deidun, ambasciatore per l’oceano e il mare di Malta e docente del Oceanography Malta Research Group (OMRG) del Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Malta, ha elogiato questo primo tentativo storico nelle acque maltesi di ripristinare le praterie di Posidonia oceanica, considerandolo ”una pietra miliare negli sforzi locali di gestione ambientale”. Deidun ha inoltre espresso la speranza che questo investimento nel ripristino marino venga protetto da qualsiasi forma di disturbo umano (come ad esempio l’ancoraggio), per permettere il recupero delle zone trapiantate.
Le praterie di Posidonia oceanica, specie endemica del Mediterraneo, rappresentano un habitat prioritario che svolge numerose funzioni essenziali per l’ecosistema, tra cui la regolazione dell’acidità dell’acqua marina, la produzione di ossigeno, la cattura di CO₂, il rifugio per numerosi organismi marini e la protezione delle coste dall’erosione. Questo habitat, spesso minacciato e danneggiato da attività umane come la navigazione ricreativa e la pesca a strascico illegale, è in regressione in tutto il Mediterraneo. “Questa pianta cresce molto lentamente, con tempi di recupero estremamente lunghi”, spiega Francesca Frau, coordinatrice del progetto MEDSEA e biologa marina. “Per questo motivo lavoriamo per proteggere e conservare questo habitat attraverso attività come questa, note come ‘restauro attivo’, per facilitare e quindi accelerare il recupero naturale di questo habitat cruciale per la salute e l’equilibrio dell’ecosistema marino.”
Il progetto a Malta include anche il trasferimento di conoscenze sulle tecniche di trapianto alle squadre scientifiche locali, affinché “partendo da questo primo intervento, queste attività possano essere svolte in autonomia in futuro,” prosegue Frau. “Siamo lieti di aver avviato questo primo intervento e speriamo di vedere un crescente interesse da parte delle aziende private e dei governi mediterranei nella conservazione marina attraverso progetti di protezione e ripristino delle praterie marine. Questo rappresenta sicuramente un buon inizio verso un impegno congiunto e sostenibile a lungo termine,” conclude la biologa.
Anne-Sophie Cochelin, Vice Presidente Sostenibilità di CMA CGM: “Il ripristino della Posidonia attraverso questa partnership fa parte dell’impegno a lungo termine del Gruppo CMA CGM per preservare la biodiversità marina e gli oceani. Il Mediterraneo è fortemente impattato dal riscaldamento globale, che sta destabilizzando gli ecosistemi e accentuando il collasso della biodiversità terrestre e marina. È essenziale agire e supportare gli esperti locali per proteggere queste praterie. Questa iniziativa rientra anche in un portafoglio più ampio di azioni, che include la deviazione delle navi per evitare aree di riproduzione di cetacei nel fosso ellenico, la misurazione dell’effetto del restauro ecologico con Ifremer e l’installazione di habitat artificiali nel porto di Marsiglia con Ecocean.”