Ieri, 5 novembre 2024 nel cantiere di Cumbidanovu a Orgosolo, fra i rappresentanti del Consorzio di Bonifica della Sardegna e la ditta I.C.M. Spa di Vicenza, vincitrice dell’appalto, è stata siglata la consegna dei lavori di costruzione della diga sull’alto Cedrino. La durata dei lavori è di circa 3 anni con fine lavori previsti per agosto 2027. C’è fermento a Orgosolo e nel territorio, accompagnato dalla grande speranza che questo sia l’atto finale che porti al completamento di un’opera tanto attesa. Infatti assieme ai rappresentanti del Consorzio di Bonifica della Sardegna centrale, il presidente Ambrogio Guiso e il direttore generale e RUP dell’intervento Sebastiano Bussalai, erano presenti anche l’assessore regionale ai Lavori Pubblici Antonio Piu, la commissaria alle dighe Angelica Catalano, il sindaco di Orgosolo Pasquale Mereu. “È una giornata importantissima – ha commentato Ambrogio Guiso, presidente del Consorzio di Bonifica della Sardegna Centrale – perché aspettiamo quest’opera da più di trenta anni. La aspetta tutto il territorio. Un’opera a cui si aggiungeranno successivamente anche 2000 ettari di irrigazione e che per tre anni vedrà all’opera dalle 60 alle 100 maestranze locali”. “1005 giorni di cantiere – ha spiegato l’assessore ai Lavori Pubblici Antonio Piu – per un bacino che conterrà 12 milioni di metri cubi d’acqua per irrigare i territori di Orgosolo, Oliena, Dorgali, Nuoro, Orune e Lula. Come Assessorato ai lavori pubblici abbiamo fatto in modo che l’opera giungesse a questa fase, con un’unità d’intenti assieme al Consorzio di Bonifica della Sardegna Centrale, con la speranza di mettere la parola fine alla crisi idrica che attanaglia questo territorio”.
La Diga di Cumbidanovu fa parte delle 379 opere incompiute in tutta Italia (47 solo in Sardegna al 30 giugno 2022, secondo il Quadro nazionale delle opere incompiute del Mit) e che, anche grazie all’intervento del Governo che a gennaio 2021 ha nominato un commissario per la gestione del completamento delle dighe incompiute, ha visto un’accelerazione dell’iter, d’intesa con la Regione Sardegna e nello specifico l’Assessorato dei Lavori Pubblici.
Cronistoria
Il Consorzio fin dagli anni ’70 ha creduto fermamente nella realizzazione di quest’opera. Verso la fine degli anni ’80 ha inoltre predisposto due diversi ed importanti progetti, il primo volto alla realizzazione della diga, il secondo finalizzato alla realizzazione della rete di distribuzione, a fini irrigui, delle acque dell’invaso.
Solo il primo progetto, quello relativo allo sbarramento, ottenne allora i necessari finanziamenti (da parte della disciolta CASMEZ) e venne, pertanto, appaltato dal Consorzio nel 1987.
I lavori di costruzione della diga (avviati nel 1989) hanno avuto, come noto, un andamento molto travagliato, caratterizzato da problematiche di vario genere che ha visto succedersi, in cantiere, in oltre 30 anni, ben tre differenti imprese: nel 1989, l’Impresa Ferrocemento Costruzioni e Lavori Pubblici S.p.A.; nel 2003, l’Impresa l.R.A. Costruzioni Generali S.r.l. e, infine, nel 2006, R.T.I. ITINERA S.p.A., CONS. COOP. Nessuna di queste, però, è mai riuscita a portare a termine i lavori, fatto questo che ha costretto il Consorzio a risolvere con ciascuna di esse, i relativi contratti di appalto.
I lavori della diga furono interrotti definitivamente a seguito del disastroso evento alluvionale verificatosi, nella Sardegna centro-orientale, nel novembre 2013 (il cosiddetto ‘ciclone Cleopatra’) che distrusse, tra l’altro, il relativo cantiere.
Per portare a compimento l’opera, il Consorzio di bonifica della Sardegna Centrale ha dapprima redatto, con la propria struttura, un nuovo progetto di fattibilità tecnico economica del quale ha poi appaltato la progettazione definitiva ad una società di Ingegneria specializzata.
Il costo dell’intervento affidato stamane all’impresa I.C.M Spa di Vicenza è di 110 milioni di euro.
Dettagli tecnici. Saranno necessari 290 mila metri cubi di calcestruzzo. L’invaso conterrà risorsa idrica per circa 10 milioni di metri cubi d’acqua, che sarà destinata prevalentemente alla distribuzione in agricoltura e, in parte, anche ad utilizzo industriale e per la produzione di energia elettrica.