Il Comune di Dorgali entra nel Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna organizzato del CeDAC / Centro Diffusione delle Attività Culturali. Con l’adesione al Circuito l’amministrazione comunale punta decisamente sulla cultura e sul teatro per la promozione di un territorio ricco di storia e tradizioni, con l’obiettivo di incrementare l’offerta di eventi con spettacoli affascinanti e di altissimo livello artistico e un’importante vetrina con i nomi di punta del panorama nazionale e isolano. La Stagione di Dorgali è pensata per attrarre differenti fasce di pubblico, dagli appassionati di teatro agli amanti della commedia e del cabaret, con una particolare attenzione per le giovani generazioni che possono confrontarsi con autori come Shakespeare e Atzeni, oltre che con le novità della scena italiana e francese e soprattutto scoprire la magia del palcoscenico. Il teatro rappresenta la moderna agorà, uno spazio di incontro e riflessione su aspetti cruciali del presente: con la nuova stagione teatrale, che si aggiunge alla rassegna cinematografica estiva e invernale l’amministrazione comunale intende arricchire la proposta culturale fruibile dai cittadini di tutte le età.
La Stagione di Prosa 2024-2025 al Teatro Comunale di Dorgali offre un cartellone con sei titoli tra dicembre e aprile con i grandi protagonisti della scena. Si spazia tra i classici e i testi contemporanei, con artisti del calibro di Lucrezia Lante della Rovere e Giuseppe Cederna, Giorgio Colangeli e Manuela Mandracchia ma anche la comica Debora Villa con il suo nuovo spettacolo “Tilt” accanto a importanti compagnie isolane come il Bocheteatro con un omaggio a Sergio Atzeni firmato da Giovanni Carroni e un viaggio nell’universo femminile in compagnia di Monica Corimbi.
Una programmazione interessante e variegata, tra l’ironia della commedia e il pathos della tragedia per affrontare temi importanti e di forte attualità attraverso la potenza espressiva e la capacità evocativa del teatro, dallo stress della società moderna alla corruzione della politica, dalle questioni esistenziali alla vita di coppia, dalla condizione e il ruolo delle donne nella società alla violenza di genere e il dramma dei femminicidi per una riflessione sulla condizione umana e sulle contraddizioni della mente e del cuore.
Un inizio scoppiettante con “Tilt / Esaurimento Globale” di e con Debora Villa, un monologo diretto e interpretato dall’attrice e comica lombarda e scritto insieme con Carlo Gabardini su come provare a gestire ansie e paure davanti a guerre e pandemie, cambiamenti climatici e catastrofi annunciate, ma anche affrontare dilemmi individuali e relazioni interpersonali nell’era dei social media.
Un’ironica riflessione tutta al femminile con “Frammenti Rosa” di e con Monica Corimbi e un itinerario alla riscoperta della “città bianca” descritta da Sergio Atzeni con “Il quinto passo è l’addio”, dove Giovanni Carroni conduce gli spettatori tra le pagine suggestive e avvincenti del romanzo più autobiografico dello scrittore e le atmosfere metropolitane dei racconti, in cui affiorano miserie e drammi, sogni e speranze di una dolente umanità.
Tra una rilettura dell’“Otello” di William Shakespeare curata da Francesco Niccolini, con Giuseppe Cederna nel ruolo di Jago e pièces originali come “Le Volpi” di CapoTrave, uno spettacolo di Lucia Franchi e Luca Ricci (sua la regia) con Giorgio Colangeli e Manuela Mandracchia accanto a Federica Ombrato per un affresco della provincia italiana tra vizi e (rare) virtù, spazio a “Non si fa così” di Audrey Schebat con un’intensa Lucrezia Lante della Rovere in scena con Arcangelo Iannace per la regia di Francesco Zecca, una commedia dolceamara che indaga sulle incomprensioni e le questioni in sospeso di una relazione, ma anche sul significato dell’amore nel terzo millennio.
Per favorire la più ampia partecipazione, il Comune di Dorgali e CeDAC propongono diverse formule di acquisto adatte a tutte le esigenze: l’abbonamento, il biglietto singolo e un biglietto speciale per i giovanissimi fino ai 18 anni.
IL CARTELLONE
Il sipario si apre – giovedì 5 dicembre alle 20.30 – su “Tilt – Esaurimento Globale”, il nuovo spettacolo diretto e interpretato da Debora Villa, scritto a quattro mani con Carlo Gabardini, in cui l’attrice e comica racconta la reazione di fronte a fenomeni complessi come «pandemia, guerre, crisi climatica-energetica-economica, politica, terremoti, paure, insicurezze e psicosi collettive». Il rischio è un “esaurimento globale” che annulli ogni capacità cognitiva e relazionale: «dal traffico a tiktok, dai politici disonesti allo sfruttamento sul lavoro, dalle beauty routine al bullismo, dai complottisti agli ignoranti trasformati in opinionisti, i motivi per fare TILT sono davvero tanti». Debora Villa propone un’attenta ma anche ironica analisi della nostra società e di ciò che siamo diventati, intrecciando racconti e affabulazioni teatrali, satira e comicità terapeutica, ma anche rap, con un pezzo scritto da Shade e musicato da Jaro dove sottolinea che “la forza delle donne non la uccidi”, in continua interazione con il pubblico, per «un viaggio interiore alla ricerca della felicità».
Un vivido affresco della società – venerdì 31 gennaio alle 20.30 – con “Le Volpi”, uno spettacolo di CapoTrave, ideato e scritto da Lucia Franchi e Luca Ricci (che firma anche la regia) e interpretato da Giorgio Colangeli, volto noto del grande e del piccolo schermo (Nastro d’Argento per “La cena” di Ettore Scola e David di Donatello per “L’aria salata” di Alessandro Angelini) e Manuela Mandracchia, una delle attrici più interessanti della scena contemporanea, diretta da registi come Luca Ronconi e Massimo Castri (Premio Ubu per “Amor nello specchio”) con Federica Ombrato (produzione Infinito). In un pomeriggio d’estate, l’incontro tra due figure di spicco della politica locale si trasforma in una riunione in cui elaborare progetti e strategie: davanti a un vassoio di biscotti all’ora del caffè «si confessano legittimi appetiti e interessi naturali, si stringono e si sciolgono accordi», si ragiona su favori e concessioni, in uno spaccato della provincia italiana che riflette in piccolo la corruzione, il “familismo amorale”, gli intrighi e i giochi di potere della capitale e delle grandi città del Belpaese.
Viaggio nell’universo femminile – sabato 15 febbraio alle 20.30 – con “Frammenti Rosa” del Bocheteatro, intrigante e divertente monologo scritto, diretto e interpretato da Monica Corimbi, con musiche originali eseguite dal vivo da Fabio Coronas e Omar Bandinu, per una riflessione semiseria sulle umane passioni. Una pièce ironica e brillante che racconta momenti di vita quotidiana, tra incomprensioni e conflitti, piccole e grandi tragedie, per sottolineare la complessità e le contraddizioni dell’animo femminile (e non solo) attraverso una serie di variazioni sul sentimento più universale. «“Frammenti Rosa” è uno spettacolo vivace sulle donne che sanno ridere di se stesse e che fanno ridere» – sottolinea Monica Corimbi –. «Le avventure amorose raccontate forniscono lo spunto per affrontare le dinamiche di coppia con un linguaggio giocoso e irriverente». In un clima quasi conviviale, l’attrice dialoga con il pubblico in tono confidenziale, tra intelligenti e sapide provocazioni: un monologo per ricordarsi di non prendersi troppo sul serio, mentre «la musica fa vibrare altre corde… sulle quali è più facile dire: “ah, l’amore!”».
Omaggio a Sergio Atzeni – martedì 11 marzo alle 20.30 – con “Il quinto passo è l’addio”, uno spettacolo scritto, diretto e interpretato da Giovanni Carroni e liberamente ispirato alle opere dell’intellettuale, narratore e poeta, traduttore nonché giornalista, autore di “Passavamo sulla terra leggeri”, “L’apologo del giudice bandito” e “Il figlio di Bakunìn”. Sulla falsariga de “Il quinto passo è l’addio” e di alcuni racconti sulla “città bianca”, Giovanni Carroni propone «un teatro della memoria dentro una sorta di tragico varietà atzeniano», dove la figura di Sergio Atzeni si intreccia con quella del suo alter ego Ruggero Gunale: un uomo disincantato e deluso dalla politica e dal tradimento degli ideali, cui si aggiungono questioni personali e professionali da cui scaturisce una grave depressione, insieme alla fine del suo matrimonio. Il protagonista attraversa una profonda crisi esistenziale «durante la quale maturerà la decisione di abbandonare la sua terra amata e odiata – sottolinea Giovanni Carroni – come spesso succede a tanti giovani sardi». Un amaro affresco dell’Isola, e specialmente di Cagliari, tra bellezza e degrado.
Una moderna riflessione sull’amore e sulla vita di coppia – domenica 30 marzo alle 20.30 – con “Non si fa così” di Audrey Schebat (nota drammaturga e sceneggiatrice francese, già autrice de “La Perruche”) con Lucrezia Lante della Rovere e Arcangelo Iannace, per la regia di Francesco Zecca (produzione Argot Produzioni, in collaborazione con Pierfrancesco Pisani e Isabella Borettini per Infinito). Un’apparente felicità, o serenità, spesso nasconde segrete inquietudini e nodi irrisolti: la relazione tra Francesca, pianista di fama mondiale e Giulio, affermato psicanalista giunge a un punto di svolta quando la musicista, tornata a casa in anticipo, impedisce al compagno di compiere l’irreparabile. L’armonia della coppia si rivela un’illusione e Francesca e Giulio sono costretti a rimettersi in discussione e ragionare «sulle loro vite, sulle scelte e sulle non scelte, sull’inconciliabilità di alcuni pensieri e azioni» e inevitabilmente sul loro rapporto, su desideri e aspirazioni, successi e fallimenti, lavoro e routine. «Una sola notte per lasciarsi o amarsi di nuovo. Una sola notte per reinventare il proprio destino».
Un raffinato gioco metateatrale – domenica 13 aprile alle 20.30 – con “Otello” di William Shakespeare nella riscrittura di Francesco Niccolini, con Giuseppe Cederna nel ruolo di Jago e con Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Lucia Socci, Massimo Salvianti, Lorenzo Carmagnini, Riccardo Naldini e Elisa Proietti per la regia di Emanuele Gamba (produzione Arca Azzurra). La celebre tragedia elisabettiana trasportata nel teatro delle marionette, come nella folgorante sintesi pasoliniana di “Che cosa sono le nuvole“, con Totò e Ninetto Davoli e con Domenico Modugno nei panni di un “monnezzaro”, Franco e Ciccio, Adriana Asti e Laura Betti: un demoniaco Jago, una sorta di custode dell’inferno, rievoca la storia del Moro di Venezia e della bella Desdemona, ovvero afferma Francesco Niccolini, una «tragedia surreale e ridicola, fatta di tradimenti, sospetti e gelosie». Una versione inedita del celebre dramma proiettato in un universo cupo, dove non esistono né innocenza né bontà, ma solo «piccoli infami, approfittatori e personaggi incapaci di resistere alle tentazioni» e dove Jago allestisce il suo teatro, «in cui finte parole accendono passioni vere che portano dritte ad epiloghi di morte».
La Stagione di Prosa 2024-2025 al Teatro Comunale di Dorgali è organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna con il patrocinio e il sostegno del MiC/ Ministero della Cultura, dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Autonoma della Sardegna e del Comune di Dorgali e con il contributo della Fondazione di Sardegna.