Il paesaggio sardo al cinema
Il paesaggio sardo al cinema, In che modo il cinema concorre alla percezione dei luoghi? In che misura la fisionomia di un luogo può determinare la realizzazione di un film? E come raccontano il paesaggio i film girati in Sardegna? Sono questi alcuni dei temi attorno ai quali si snoderà il seminario “Occhi miei occhi tuoi: il paesaggio sardo al cinema” che il corso di Laurea in Comunicazione Pubblica e Professioni dell’informazione dell’Università di Sassari programma con il festival “Pensieri e Parole: libri e film all’Asinara” a partire da martedì 19 novembre.
Condotto da Sante Maurizi, il seminario indaga la relazione tra i luoghi e le storie attraverso alcuni film raggruppati per categorie: il paesaggio del pastore (“Proibito” di Mario Monicelli e “Banditi a Orgosolo” di Vittorio De Seta); il paesaggio del bandito (“Sequestro di persona” di Gianfranco Mingozzi e “Barbagia” di Carlo Lizzani); Il paesaggio del turista (“Il successo” di Mauro Morassi e “I protagonisti” di Marcello Fondato); quale paesaggio per quale futuro (“Disegno di sangue” di Gianfranco Cabiddu e “Assandira” di Salvatore Mereu).
Visto attraverso gli occhi dei sardi e de sos istranzos, il paesaggio pone domande: può essere fondale, personaggio, soggetto, molla della narrazione: ci chiede di prendere posizione. Come quella “storica” (inattuale?) di Michelangelo Pira, che nel 1977 scriveva: «I film girati in Sardegna o ad essa riferiti con l’intento dichiarato di rappresentarne la specificità culturale sono numerosi, ma in essi i sardi non si sono riconosciuti e non si riconoscono».
Il seminario (per gli studenti del corso la frequentazione permetterà l’acquisizione di 3 CFU) si terrà presso l’aula Da Passano (v.le Mancini 5) il 19, 20, 26, 27 novembre e 3 dicembre dalle ore 17. Info [email protected]