«La vittoria di Donald Trump minaccia la cooperazione e il multilateralismo, il rispetto del diritto internazionale e la pace. Il rischio è l’affermarsi di un modello di autocrazia alternativo, o comunque molto distante, da quello delle democrazie liberali fondate sull’equilibrio tra i poteri e lo Stato di diritto. Oggi il mondo intero è meno sicuro, la democrazia più debole». Lo dichiara il senatore del Partito Democratico Marco Meloni, commentando l’esito delle elezioni presidenziali USA.
“Se non bastasse l’esperienza della precedente amministrazione Trump a dimostrarlo, i segnali arrivati da questa campagna elettorali sono inequivocabili: evocazione di colpi di Stato, disprezzo per regole e principi democratici, elogi a regimi dittatoriali e autocratici, slogan razzisti e misogini, attacchi violenti ai giornalisti. Non possiamo accettare che in Europa si minimizzino questi rischi e ci si comprometta con il populismo più distruttivo, come fanno certi ammiratori di Trump nel nostro continente e anche nel nostro Paese», aggiunge Meloni.
«Spetta ora all’Unione Europea il compito di dimostrarsi presidio, anche ideale, di democrazia, liberalismo e diritti, rafforzando il suo ruolo e la sua influenza nello scenario globale. Siamo, dunque, chiamati a una prova di maturità geopolitica. Non si tratta di mettere in discussione il nostro storico rapporto con gli Stati Uniti, ma di perseguire i nostri obiettivi strategici sviluppando una capacità di agire in autonomia, con forza e visione. L’UE deve dimostrare di poter essere leader globale nella lotta al cambiamento climatico, nella difesa della sua integrità, che significa una pace giusta in Ucraina, e del diritto internazionale, nel supporto a un modello di innovazione rispettoso dei diritti umani, nella promozione del multilateralismo e della cooperazione internazionale», prosegue il parlamentare dem.
«I rapporti redatti da Enrico Letta e Mario Draghi ci hanno indicato una strada chiara. Ora spetta alle istituzioni europee e agli Stati membri dell’Unione perseguirla con determinazione, mettendo da parte gli egoismi nazionali e le ambiguità di quella destra radicale che continua a mettere a rischio il nostro futuro. Ne va del nostro futuro e di un mondo più giusto», conclude il questore del Senato.