Il Segretario Nazionale Marco Ceccarelli denuncia senza mezzi termini: «Siamo di fronte a un abuso di precettazione, alla violazione dei nostri diritti costituzionali e al palese tentativo di boicottare una protesta legittima.»
«Il Prefetto di Roma ci dà ragione: l’eccesso di precettazioni richiesto dalla Direzione Gemelli è illegittimo. I servizi non essenziali devono restare chiusi, come previsto dal contratto nazionale,» prosegue Ceccarelli.
ROMA, 18 novembre 2024 – Il COINA, Sindacato delle Professioni Sanitarie, accoglie con favore la risposta del Prefetto di Roma dopo aver denunciato un abuso di precettazione da parte della Direzione della Fondazione Gemelli in relazione allo sciopero previsto per mercoledì 20 novembre.
La Prefettura ha confermato che le precettazioni disposte dalla Fondazione violano quanto stabilito dal Contratto Collettivo del Lavoro della FPG, in particolare dall’Allegato 4, che regola i servizi minimi garantiti durante uno sciopero.
«Le autorità ci danno ragione, chiarendo che solo i servizi di urgenza vanno garantiti, mentre quelli abitualmente chiusi nei giorni festivi possono aderire liberamente alla protesta,» afferma Ceccarelli. «Questo abuso non è solo una violazione dei diritti, ma un attacco deliberato contro il nostro sindacato, volto a ostacolare uno sciopero legittimo che mira a difendere i lavoratori e la qualità dell’assistenza sanitaria.»
PRECETTAZIONE SELVAGGIA E ABUSIVA DA PARTE DELLA DIREZIONE DEL GEMELLI
Il COINA denuncia che la Direzione del Gemelli ha disposto precettazioni che includono anche reparti e servizi abitualmente chiusi nei giorni festivi e prefestivi.
«Questi servizi avrebbero dovuto essere esclusi dalle precettazioni, come chiaramente previsto dall’Allegato 4 del CCL-FPG,» spiega Ceccarelli. «Invece, il Gemelli ha precettato anche questi settori, in un evidente tentativo di limitare la partecipazione dei lavoratori e ridurre l’impatto dello sciopero.»
Il sindacato sottolinea una contraddizione evidente: la Fondazione ha precettato un numero di dipendenti superiore alla normale dotazione prevista nelle giornate lavorative standard, garantendo di fatto un’efficienza superiore a quella abituale. «Mentre in situazioni ordinarie di assenza per malattia, congedi o permessi, il personale non viene sostituito, per lo sciopero tutto il personale diventa improvvisamente indispensabile, annullando sia il significato della protesta che il diritto dei lavoratori di far sentire la propria voce,» prosegue Ceccarelli.
Il COINA ha immediatamente segnalato l’irregolarità al Prefetto di Roma, che il 15 novembre ha confermato la posizione del sindacato: i servizi non essenziali e abitualmente chiusi nei giorni festivi possono fermarsi in occasione dello sciopero.
MOTIVAZIONI ALLA BASE DELLO SCIOPERO
Lo sciopero del 20 novembre nasce in un contesto di forte tensione tra il COINA e la Fondazione Gemelli, acuita dal rifiuto del sindacato di firmare l’accordo sottoscritto il 5 novembre da CGIL, CISL e UIL. Il COINA ritiene che l’accordo non tuteli adeguatamente i lavoratori, legittimando interpretazioni contrattuali errate a favore dell’amministrazione.
Le principali contestazioni del COINA includono:
Mancata erogazione del fondo per le elevate competenze
Il fondo, inizialmente previsto per valorizzare i professionisti sanitari, è stato trattenuto dall’amministrazione e parzialmente destinato a un adeguamento tabellare limitato alla mensilità di dicembre.
Interpretazioni contrattuali errate
L’accordo accetta clausole che causano perdite economiche per i lavoratori, violano il diritto alle pause obbligatorie e penalizzano straordinari e indennità.
Violazioni quotidiane
Straordinari non riconosciuti, ferie rinviate e mancanza di opportunità di aggiornamento professionale sono problemi quotidiani che i lavoratori subiscono.
LA RISPOSTA DEL COINA: LOTTA PER I DIRITTI
«Non possiamo accettare accordi che sacrificano i lavoratori e calpestano i loro diritti,» dichiara Ceccarelli. Lo sciopero del 20 novembre è quindi una battaglia per i diritti fondamentali dei lavoratori e per il rispetto delle norme contrattuali.
«Questo sciopero è un segnale forte: la dignità dei lavoratori non è negoziabile. Andremo avanti con determinazione per ottenere il rispetto delle regole e garantire un futuro dignitoso ai professionisti sanitari,» conclude Ceccarelli.