Sinistra Futura dalla parte degli studenti, studentesse e del corpo docente del Liceo “Lussu” di Sant’Antioco.
Sinistra Futura dalla parte degli studenti, studentesse e del corpo docente del Liceo “Lussu” di Sant’Antioco, Il Comune di Sant’Antioco “razionalizza” l’edilizia scolastica tagliando spazi e laboratori alla scuola pubblica in un contesto di emergenza educativa
Docenti, studenti e studentesse del Liceo “Lussu” di Sant’Antioco nei giorni scorsi sono scesi in piazza contro la delibera della Giunta Comunale che requisisce i locali in uso da tempo dagli indirizzi “Artistico” e “Scienze Umane” per destinarli ad uso non scolastico, disponendo, contestualmente, il trasferimento delle classi ad altra sede.
La scuola protesta per la mancanza, presso questa sede, di spazi per il regolare svolgimento dell’attività didattica (sia quella ordinaria, che quella laboratoriale) evidenziando, tra l’altro, come siano stati implementati, nell’attuale sede, costosi laboratori di proprietà del Liceo (che, per i loro aspetti strutturali, non risultano facilmente trasferibili) e come né Comune (ente proprietario), né Provincia (ente concessionario), abbiano effettuato una attenta valutazione dei bisogni della scuola in vista di un suo possibile trasferimento.
Il caso è a nostro avviso emblematico di una gestione superficiale, inadeguata e “privatistica” del bene pubblico anche perché da norma vigente (art 139, d.lgs 112, 31 marzo 1998) il “piano di utilizzazione degli edifici scolastici e di uso delle attrezzature” deve basarsi su una adeguata programmazione degli enti locali competenti “predisposto d’intesa con le istituzioni scolastiche”.
La protesta appare significativa in un momento in cui sulla scuola pubblica statale già pesano duramente i gravi tagli del “dimensionamento” delle autonomie scolastiche. Nell’atto del Comune la diminuzione della popolazione scolastica non viene vista come un’utile opportunità per migliorare il servizio scolastico con spazi e strumenti funzionali ad una didattica di qualità, bensì solo come un’occasione per razionalizzare la spesa e per soddisfare esigenze non legate al diritto all’istruzione. Tutto ciò in un’area fortemente depressa su cui grava un elevato tasso di dispersione scolastica e povertà educativa. Senza contare il fatto che i locali scolastici sono vincolati ad uso didattico e per cambiare la loro destinazione d’uso sono condizioni necessarie sia uno specifico atto formale, che l’esclusione della presenza nel territorio di esigenze didattiche.
Se la delibera avesse corso comporterebbe la perdita di un importante punto di erogazione del servizio scolastico e la compressione degli alunni in una sede del tutto inadeguata. Quella che ci pare prevalga nel caso in questione è una politica che vede la scuola oggetto non di attenzione sociale e di investimenti per il futuro, ma di deprivazione di risorse e di marginalizzazione.
Sinistra futura, nella convinzione che l’istruzione e la cultura siano la base per lo sviluppo economico e sociale, auspica che la delibera possa essere rivista alla luce di una seria programmazione condotta d’intesa con la Provincia e con la Scuola per il rafforzamento e non per l’indebolimento dell’offerta formativa pubblica della città.