Sanità, infermiere di processo. De Palma (Nursing Up): «Escalation di violenza non fa sconti: ben vengano passi avanti per migliorare accoglienza e dare serenità ai pazienti, ma la sicurezza dei professionisti resta piaga cruciale da sanare».
ROMA 6 DIC 2024 – «La formazione ad hoc di professionisti dedicati all’accoglienza nei Pronto Soccorsi, come sta accadendo presso l’Asl di Bari, è senza dubbio un piccolo passo nella giusta direzione, ma non certo la panacea di tutti i mali per sanare il drammatico e crescente fenomeno delle aggressioni.
La nuova figura professionale, quella dell’infermiere di processo, dedicato all’accoglienza, grazie al quale è possibile incentivare la presa in cura del paziente e la gestione della comunicazione verso i suoi familiari, dal triage alla dimissione e/o ricovero, allo scopo di creare una rete di collegamento tra i diversi professionisti della salute con l’obiettivo di ottimizzare i tempi d’attesa e ridurre le eventuali tensioni e migliorare così la gestione del processo, può essere certo di grande utilità, ma non è sufficiente ad arginare la piaga delle violenze, soprattutto al punto di esasperazione in cui siamo arrivati.
L’istituzione di tale figura professionale è prevista dalle Linee Guida Hospitality del Sirgisl, Sistema regionale integrato di gestione della sicurezza sui luoghi di lavoro (delibera regione Puglia del 31 luglio 2024 n. 1059) per cui anche l’azienda sanitaria di Bari si sta dotando di un sistema per la prevenzione, protezione e gestione degli atti di aggressione agli operatori. Passi in avanti, insomma, ma nessuna svolta epocale».
«Gli infermieri hanno certo nel loro DNA la capacità di dialogo, empatia, e qualità umane che si sommano alle competenze scientifiche, contribuendo a ricostruire un dialogo costruttivo tra professionisti stessi, pazienti e familiari. Tuttavia, non possiamo ignorare il vero cuore del problema: la sicurezza.
Mentre, infatti, si moltiplicano le iniziative, dagli inasprimenti delle pene alla formazione specifica per affrontare le emergenze e gestire le esplosioni di rabbia, dai braccialetti di allarme per allertare le forze dell’ordine fino ai corsi per migliorare la comunicazione, la sensazione è che si stiamo anche sprecando frecce preziose senza centrare il vero bersaglio.
La sicurezza non si garantisce con vigilantes armati che fungono solo da deterrente, né con interventi ex post, che arrivano quando i fatti drammatici sono già accaduti. Non smetteremo, quindi, di denunciare la necessità della presenza di agenti di polizia presenti H24 nei grandi ospedali e soprattutto nei Pronto Soccorsi degli ospedali con grande bacino di utenza, pronti a intervenire in tempo reale per prevenire e sedare episodi di aggressione.
Investire in accoglienza e comunicazione può rivelarsi fondamentale, ma senza un presidio di sicurezza adeguato e costante, si rischia di lasciare soli i professionisti, vanificando gli sforzi fatti per garantire loro la protezione. La sicurezza, ora più che mai, è una questione cruciale che non può essere ignorata».
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, Sindacato Nazionale Infermieri.