(Adnkronos) – "Il lato e la gestione pubblica di questa storia è l’unica cosa che non condivido. Sacrosanto cercare la sorella, avere un avvocato, fui io a consigliare e presentare la Sgrò a Pietro, ma sbagliato il metodo. La narrativa attuale è: il Vaticano sa e tace. Oppure: bisogna seguire pista e metodologia che dicono loro, altrimenti chi non lo fa insabbia. Entrambe le cose sono il motivo per cui, secondo me, non si sta cercando Emanuela ma mettendo sotto accusa uno stato di occultamento di cadavere da anni ormai. Io non lo sopporto ed è il motivo per cui non riesco a dare il mio contributo operativo a Pietro, perché io invece sono certa che Papa Francesco non sappia dove sia Emanuela e che ne è stato di lei". Lo afferma, in un'intervista a 'Il Tempo', Francesca Immacolata Chaouqui, unica donna under 35 nominata dal Papa commissario per Cosea, la pontificia commissione referente di studio e di indirizzo sull'organizzazione della struttura economico-amministrativa della Santa Sede, intervenendo sul caso di Emanuela Orlandi. "Non sopporto la spettacolarizzazione di questa storia, ho sempre detto a Pietro che se qualcuno mai sapesse un indizio non lo direbbe con il timore di finire in un documentario o in Tv", continua. Secondo Chaouqui "sapere cosa è accaduto a Emanuela e tacerlo è un reato. Non esistono segreti, neanche quelli di Stato, che proteggano da reati. Non ho mai saputo dove sia Emanuela e non condivido niente di quello che ultimamente viene fatto per cercarla". "La soluzione – osserva – è continuare a cercarla aprendo alla possibilità che il Vaticano non sappia dove sia, che sia un alleato e non un nemico, che io, ad esempio, non sappia niente di più che deliri riferiti de relato e comunque poi smentiti dai diretti interessati. La soluzione è anche iniziare a ragionare sul fatto, orrendo ma possibile, che una soluzione non ci sia, che le prove di dove sia non ci sono e che non si troveranno mai". Oggi Chaouqui dirige un’agenzia internazionale di comunicazione e lobbying con tre sedi a Roma, Milano e New York, la View Point Strategy. È anche presidente dell’associazione Ripartiamo Aps con 39 sedi nel mondo e, di recente, è stata nominata consulente della Trump Foundation: "Vero è che Trump e la sua fondazione sono una delle cose più belle degli ultimi anni per me, così come la sede a New York, ma nessuna forse mai sarà paragonabile al lavoro a fianco di Papa Francesco", osserva. Infine quanto al caso del cardinale Becciu conclude: "Mi ha sfidato e gli ho dimostrato che sbagliava a farlo, ha voluto credere che non accedessi al Papa, e ha sbagliato ancora, ma oggi darei qualsiasi cosa per sedermi con lui, abbracciarlo e aiutarlo a fargli capire ciò che di grande potrebbe fare solo lui per la Chiesa e per tutti, Francesco per primo. Al momento non vuole, purtroppo, ma io aspetto: la vita è lunga e so che prima o poi accadrà". —[email protected] (Web Info)
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