(Adnkronos) –
Gianfranco Fini rinnova il suo mea culpa: "Io non credevo che" Giorgia Meloni "potesse ricomporre una comunità politica che era stata anche umana: ho sbagliato, ha costruito un piccolo autentico capolavoro, se oggi la destra è destra di governo, lo si deve a quella intuizione politica di ridare dignità politica alla destra", ha detto al Senato l'ex leader di Alleanza Nazionale, intervenendo alla presentazione del libro "Quella meteora a destra. Fini contro Fini: il caso di Futuro e Libertà ai tempi di Giorgia", di Carmelo Briguglio.
E in Fratelli d'Italia c'è chi chiede di porre fine "all'ostracismo" nei confronti dell'ex presidente della Camera, protagonista della svolta di Fiuggi che cambiò per sempre il volto della destra italiana. "Noto che chi è stato estremamente indulgente con altre figure o situazioni continua a mantenere un atteggiamento di severa damnatio memoriae verso Gianfranco Fini, una persona a cui tanti devono molto", dice all'Adnkronos il senatore di Fdi Roberto Menia, che seguì Fini nell'avventura di Futuro e Libertà dopo la rottura con Silvio Berlusconi. Ospite dell'evento, il presidente del Senato Ignazio La Russa ha riconosciuto l'importanza del ruolo svolto da Fini nella transizione dall'Msi ad An: "Non si può immaginare il percorso della destra senza considerare Fini un caposaldo di questo percorso. Senza Gianfranco non ci sarebbe stato il passaggio dalla destra nostalgica alla destra europea", ha affermato la seconda carica dello Stato a proposito di Fini, il quale ha escluso – di nuovo – la possibilità di un suo ritorno alla politica attiva ("non esistono uomini per tutte le stagioni, non esistono le possibilità di fermare il tempo e di agire come se nulla fosse accaduto", le parole dell'ex numero uno di An). Secondo Menia, "Fini non può più essere trattato come un semplice ospite". Il senatore di Fdi punta il dito contro una eccessiva "demonizzazione" nei confronti dell'ex presidente di Alleanza Nazionale, soprattutto in ambienti del partito di Giorgia Meloni: "Un comportamento esagerato e ingiusto, specialmente se confrontato con l'indulgenza mostrata verso altre persone o comportamenti…". "E' arrivato il momento di chiudere definitivamente i conti e superare questo atteggiamento verso un uomo che ha dato così tanto alla destra italiana. Certo, Fini ha commesso errori, ma è innegabile che abbia lasciato un segno profondo nella storia politica di questa famiglia", dice ancora Menia. A chi gli chiede se Fdi debba riconoscere un ruolo politico a Fini, il parlamentare risponde: "Non credo che Fini aspiri a prendere una tessera di Fratelli d'Italia". Un discorso diverso, invece, lo meriterebbe la Fondazione An, di cui Menia è vicepresidente del Consiglio di amministrazione: "Trovo sorprendente che Fini, il fondatore di An, non ne faccia parte. Sarebbe naturale ritrovarlo lì. Sarebbe un gesto naturale e coerente, che sancirebbe la pace definitiva e il riconoscimento del suo contributo storico". Per Riccardo De Corato, deputato di Fratelli d'Italia e volto storico della destra milanese, "quello che ha fatto oggi Fini è un grande gesto. Ma c'è da fare ancora un pezzettino strada" per un rientro a pieno titolo nel grande album di famiglia della destra. "Quello che ha detto Fini – osserva De Corato – è importante soprattutto nei confronti di Meloni, Fini riconosce l'errore che commise al tempo. La scelta, da parte di Fini, di fondare Fli ci mise con le spalle al muro e ci fece scegliere altre strade". Ma da allora di acqua sotto i ponti ne è passata: "Adesso siamo al governo e credo si possa anche dare uno spazio a Fini. Però – conclude l'ex vicesindaco di Milano – ci sono certi passaggi che devono essere fatti. Questo è certamente il più importante. Fini sa cosa deve fare, non devo dirglielo io". —[email protected] (Web Info)
Gianfranco Fini rinnova il suo mea culpa: "Io non credevo che" Giorgia Meloni "potesse ricomporre una comunità politica che era stata anche umana: ho sbagliato, ha costruito un piccolo autentico capolavoro, se oggi la destra è destra di governo, lo si deve a quella intuizione politica di ridare dignità politica alla destra", ha detto al Senato l'ex leader di Alleanza Nazionale, intervenendo alla presentazione del libro "Quella meteora a destra. Fini contro Fini: il caso di Futuro e Libertà ai tempi di Giorgia", di Carmelo Briguglio.
E in Fratelli d'Italia c'è chi chiede di porre fine "all'ostracismo" nei confronti dell'ex presidente della Camera, protagonista della svolta di Fiuggi che cambiò per sempre il volto della destra italiana. "Noto che chi è stato estremamente indulgente con altre figure o situazioni continua a mantenere un atteggiamento di severa damnatio memoriae verso Gianfranco Fini, una persona a cui tanti devono molto", dice all'Adnkronos il senatore di Fdi Roberto Menia, che seguì Fini nell'avventura di Futuro e Libertà dopo la rottura con Silvio Berlusconi. Ospite dell'evento, il presidente del Senato Ignazio La Russa ha riconosciuto l'importanza del ruolo svolto da Fini nella transizione dall'Msi ad An: "Non si può immaginare il percorso della destra senza considerare Fini un caposaldo di questo percorso. Senza Gianfranco non ci sarebbe stato il passaggio dalla destra nostalgica alla destra europea", ha affermato la seconda carica dello Stato a proposito di Fini, il quale ha escluso – di nuovo – la possibilità di un suo ritorno alla politica attiva ("non esistono uomini per tutte le stagioni, non esistono le possibilità di fermare il tempo e di agire come se nulla fosse accaduto", le parole dell'ex numero uno di An). Secondo Menia, "Fini non può più essere trattato come un semplice ospite". Il senatore di Fdi punta il dito contro una eccessiva "demonizzazione" nei confronti dell'ex presidente di Alleanza Nazionale, soprattutto in ambienti del partito di Giorgia Meloni: "Un comportamento esagerato e ingiusto, specialmente se confrontato con l'indulgenza mostrata verso altre persone o comportamenti…". "E' arrivato il momento di chiudere definitivamente i conti e superare questo atteggiamento verso un uomo che ha dato così tanto alla destra italiana. Certo, Fini ha commesso errori, ma è innegabile che abbia lasciato un segno profondo nella storia politica di questa famiglia", dice ancora Menia. A chi gli chiede se Fdi debba riconoscere un ruolo politico a Fini, il parlamentare risponde: "Non credo che Fini aspiri a prendere una tessera di Fratelli d'Italia". Un discorso diverso, invece, lo meriterebbe la Fondazione An, di cui Menia è vicepresidente del Consiglio di amministrazione: "Trovo sorprendente che Fini, il fondatore di An, non ne faccia parte. Sarebbe naturale ritrovarlo lì. Sarebbe un gesto naturale e coerente, che sancirebbe la pace definitiva e il riconoscimento del suo contributo storico". Per Riccardo De Corato, deputato di Fratelli d'Italia e volto storico della destra milanese, "quello che ha fatto oggi Fini è un grande gesto. Ma c'è da fare ancora un pezzettino strada" per un rientro a pieno titolo nel grande album di famiglia della destra. "Quello che ha detto Fini – osserva De Corato – è importante soprattutto nei confronti di Meloni, Fini riconosce l'errore che commise al tempo. La scelta, da parte di Fini, di fondare Fli ci mise con le spalle al muro e ci fece scegliere altre strade". Ma da allora di acqua sotto i ponti ne è passata: "Adesso siamo al governo e credo si possa anche dare uno spazio a Fini. Però – conclude l'ex vicesindaco di Milano – ci sono certi passaggi che devono essere fatti. Questo è certamente il più importante. Fini sa cosa deve fare, non devo dirglielo io". —[email protected] (Web Info)