Viaggio tra parole e note con “Franciscus / Il folle che parlava agli uccelli”, uno spettacolo ideato e interpretato da Simone Cristicchi, che firma la drammaturgia con Simona Orlando per un inedito ritratto del Santo di Assisi, impreziosito dalle canzoni originali di Simone Cristicchi e Amara (al secolo Erika Mineo), con musiche e sonorizzazioni di Tony Canto, scenografia di Giacomo Andrico, disegno luci di Cesare Agoni, costumi di Rossella Zucchi e aiuto regia di Ariele Vincenti, produzione CTB/ Centro Teatrale Bresciano e Accademia Perduta Romagna Teatri, in collaborazione con Corvino Produzioni, in cartellone da mercoledì 11 fino a domenica 15 dicembre al Teatro Massimo di Cagliari (tutti i giorni da mercoledì a venerdì alle 20.30 – turni A, B e C, sabato alle 19.30 – turno D e domenica alle 19 – turno E; venerdì 13 dicembre alle 20.30 replica con audiodescrizione e tour tattile per Teatro No Limits) e lunedì 16 dicembre alle 20.30 al Teatro Verdi di Sassari sotto le insegne della Stagione 2024-2025 de La Grande Prosa organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in SardegnaSardegna.
Oltre la Scena – incontro con gli artisti: giovedì 12 dicembre alle 18 nel Foyer del Teatro Massimo di Cagliari, Simone Cristicchi in una conversazione con lo scrittore Matteo Porru approfondirà i temi centrali dello spettacolo, a partire dalla sorprendente attualità del pensiero di San Francesco e dalla forza del suo messaggio.
“Franciscus / Il folle che parlava agli uccelli” si ispira alla vita e alle opere di Giovanni, figlio del ricco mercante Pietro di Bernardone e (secondo alcune fonti) della nobile provenzale Madonna Pica, soprannominato Francesco (forse per rendere onore alla Francia, dove il padre aveva realizzato la sua fortuna), cresciuto tra gli agi e le comodità e convertitosi, dopo una giovinezza spensierata tra la compagnia degli amici e la cura degli affari, in seguito alle visioni apparsegli durante un periodo di malattia, mentre si accingeva a raggiungere Lecce e la corte di Gualtieri III di Brienne, per unirsi alla Quarta Crociata. Una trasformazione interiore scaturita delle rivelazioni notturne nella chiesa di San Sabino a Spoleto, cui segue la celebre e emblematica esortazione dalla voce di Cristo, nella chiesa di San Damiano in Assisi dove per tre volte sente parlare il Crocifisso: «Francesco, va’ e ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina». Nel giovane difensore della fede, pronto a partire per la Terra Santa, si accende una nuova e profonda vocazione religiosa: ritornato a Assisi, egli appare profondamente mutato, come testimoniano l’incontro con il lebbroso, lo scambio delle vesti con il mendicante, lo spogliarsi di tutto per donarlo in elemosina ai poveri ma anche il suo appartarsi per trascorre ore in solitudine e in preghiera e nella contemplazione della bellezza del creato.
Il mutamento dell’animo e del comportamento di Francesco non passa inosservato, anzi, finché il padre dopo aver tentato invano di soffocare lo scandalo, esasperato dalle stravaganze del figlio, decide di portarlo in giudizio davanti ai consoli, nella speranza forse che egli riacquisti la ragione: in quell’occasione il giovane, denudatosi delle vesti, ricevute grazie ai denari del genitore e rinnega l’autorità paterna per rivolgersi direttamente all’Altissimo: «Finora ho chiamato te, mio padre sulla terra; d’ora in poi posso dire con tutta sicurezza: “Padre nostro che sei nei cieli”, perché in lui ho riposto ogni mio tesoro e ho collocato tutta la mia fiducia e la mia speranza». Una ribellione contro le regole e le consuetudini del mondo che suscita reazioni differenti, in cui però il vescovo riconosce l’autenticità di una vocazione: Francesco inizia così la sua nuova vita, sotto la protezione e con la benedizione della Chiesa.
Nei primi anni si dedica alla meditazione e alla preghiera, oltre che alla ricostruzione concreta prima ancora che metaforica della Casa di Dio sulla terra, alla cura e all’assistenza dei poveri e dei lebbrosi, per poi iniziare la sua predicazione, ottenendo intanto dal papa Innocenzo III l’approvazione per il suo Ordo Fratrum Minorum. La figura carismatica di Francesco, il suo esempio e le sue parole attirano altri giovani, tra cui alcune donne, come Chiara Scifi, fondatrice dell’Ordine delle Clarisse mentre lo spirito di un nuovo pauperismo di ispirazione evangelica si diffonde in Italia e in Europa. Nel periodo delle Crociate, nel bel mezzo di un simbolico scontro tra Oriente e Occidente, Francesco si reca in Egitto e in Palestina, dove incontra il sultano ayyubide al-Malik al-Kāmil, nipote del Saladino, probabilmente al fine di convertire i musulmani e ristabilire la pace. Infine rientrato in patria il Santo continua la sua esistenza di ritiro e preghiera e compone il “Cantico delle Creature” che rappresenta nella sua semplice bellezza un autentico inno alla vita.
Nel suo “Franciscus / Il folle che parlava agli uccelli” in una suggestiva alternanza di racconti, monologi e canzoni Simone Cristicchi evoca sulla scena la figura del Santo di Assisi, dal suo punto di vista di uomo e d’artista del Terzo Millennio ma anche attraverso lo sguardo disincantato di Cencio, un personaggio inventato, un raccoglitore di stracci contemporaneo di Francesco per indagare il sottile confine tra santità e follia. Il cantautore romano si confronta con la complessità e il mistero di un uomo illuminato, che ha cercato la propria strada fuori dagli schemi per rispondere a una sincera vocazione: “Franciscus” è un «rivoluzionario” e per alcuni un «estremista», un uomo «innamorato della vita» che «visse per un sogno».
Sul palcoscenico, Simone Cristicchi porta le riflessioni, i dubbi, la ricerca della verità nella fede e la profonda spiritualità di Francesco d’Assisi, che appaiono quanto mai significativi in un’epoca di confusione e smarrimento, tra la fine del mito del progresso e le regole della civiltà dell’apparire: ora più che mai risulta attuale la sua pacifica “rivoluzione” che invita a guardare oltre le ricchezze materiali per ricercare la fratellanza e l’armonia con la natura.