CABRAS – Si è svolto ieri sera, presso il Centro Polivalente di Cabras, il tanto atteso saggio di Natale “Polar Express” della scuola di ballo “Art Of Dance” di Gaia Careddu. L’evento ha richiamato un pubblico caloroso che ha accompagnato con infiniti applausi ogni esibizione delle ballerine, sottolineando l’impegno, la dedizione e l’eccellente preparazione delle allieve.
Le danzatrici, con passione e tecnica, hanno saputo trasmettere emozioni attraverso la perfetta coordinazione dei movimenti sulle note coinvolgenti della danza Latino-Americana.La scuola “Art Of Dance” non è nuova ai successi: annovera tra le sue allieve talenti che gareggiano a livello regionale, nazionale e internazionale. La stessa Gaia Careddu, titolare e anima della scuola, partecipa attivamente alle competizioni di classe internazionale, rappresentando l’Italia sui palcoscenici più prestigiosi e conquistando più volte il titolo di Campionessa.
Tra le protagoniste della serata, spiccano anche Giorgia Meli, che ha recentemente partecipato ai campionati del mondo guadagnandosi l’accesso al teatro Salone Margherita e raggiungendo la semifinale, e Joelle, che ha conquistato un brillante terzo posto al Naples Open di Napoli poche settimane fa.
A condurre la serata è stata Mariangela Puddu, artista poliedrica che con la sua presenza e professionalità ha contribuito in modo significativo alla buona riuscita di uno spettacolo che ha saputo incantare e coinvolgere il pubblico.
“Polar Express” ha rappresentato un momento di festa e condivisione, evidenziando ancora una volta come la danza sia capace di unire, emozionare e trasmettere valori importanti come la costanza e la passione.
Gaia Careddu commenta in questo modo il successo della serata: “un plauso va a tutte le ballerine, ai genitori e agli insegnanti che con sacrificio e dedizione rendono possibile la crescita artistica di giovani talenti, come le bambine dai tre anni in su di Baby Dance e Baby Latin che sono state meravigliose, contribuendo al panorama culturale locale con eventi di questo spessore”.
Michele Vacca