Secondo l’indagine eseguita da Agenas (l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), l’Ospedale è, assieme alle Aziende Ospedaliero Universitarie di Cagliari e Sassari, tra i migliori presenti in Italia. Vanterebbe, infatti, un “record” per la presa in carico dei pazienti che non supererebbe le 48 ore, tra l’ingresso e la dimissione o la presa in carico, andando così a piazzarsi tra i primi posti in classifica insieme a Padova, Milano e Pavia.
“Occorre rendere questi dati omogenei in tutta l’isola, spingendo su nuovi modelli organizzativi e sulla territorializzazione dei servizi”: commenta così l’assessore regionale della Sanità, Armando Bartolazzi. Soddisfatto anche il Direttore sanitario del Brotzu, Raimondo Pinna: “Questi dati raccontano non soltanto un’evidenza numerica ma descrivono l’efficienza dei percorsi messi in campo, in grado di garantire valutazione e l’eventuale presa in carico in tempi rapidissimi pur in presenza di 42 mila accessi annui al Pronto Soccorso, di cui l’11% di codici rossi, assicurando contestualmente la routine programmata, le urgenze e i trapianti”.
Non si è fatto attendere il commento di Gianfranco Angioni, Responsabile Regionale USB Sanità e Referente Sindacale del Brotzu: “L’assessore della Sanità esulta per i dati di Agenas per i tempi d’attesa ma la Sardegna a livello nazionale è una delle regioni peggiori per gli screening oncologici”.
Non sono rassicuranti neanche le tempistiche per le risonanze magnetiche al cervello, alla colonna toracica, cervicale o lombosacrale, i cui tempi di attesa arrivano a protrarsi anche a due anni.
Intanto, con ben quattro anni di ritardo, il pronto soccorso del Brotzu sarà restaurato per “essere adeguato alle normative Covid”. “Se non si trattasse di salute pubblica ci sarebbe da ridere per i tratti grotteschi della vicenda. “È come se un paracadute si aprisse un’ora dopo la caduta”: commenta così il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus.
L’azienda assicura che non ci saranno sorprese, infatti “l’area sarà ristrutturata un poco alla volta, settore per settore” ma i sindacati, dal canto loro, sono dubbiosi e lamentano una scarsa comunicazione.
Ilaria Corona