La Valigia Dell’Attore XXI Edizione – Qual è il futuro del festival?
La Valigia Dell’Attore va avanti ormai da 21 anni, ogni anno propone una manifestazione dedicata a Gian Maria Volontè dove il mestiere dell’attore ne fa da padrone e dona sempre più sfaccettate vedute sul panorama culturale italiano.
Attualmente in Italia non ci sono altri festival come La Valigia Dell’Attore, è unico nel suo genere.Nella serata del 7 Dicembre, prima della proiezione di “La mort de Mario Ricci”, sul palco Giovanna Gravina Volontè ha espresso parole molto sentite circa la sua esperienza come direttrice del festival e sul suo cammino artistico nella manifestazione, affiancata da Fabio Canu dell’Associazione culturale Quasar.
“Lavorare con gli istituti e gli enti pubblici con tempistiche assurde che non permettono di programmare con tranquillità una manifestazione così articolata non è semplice, motivo per il quale abbiamo deciso di prendere una pausa di riflessione e per il momento sospendere l’intera iniziativa”.
Gravina Volontè ha quindi annunciato che la manifestazione vedrà un momento di riflessione e di pausa.
La scelta è stata presa dopo un approfondito pensiero e l’annuncio ha commosso il pubblico presente, che ha potuto ascoltare le parole di Gravina Volontè in anteprima.
Tra il pubblico Fabio Ferzetti, Felice Laudadio e Antonio Medici, concordi nel sostenere che quest’esperienza non può andare perduta per nessuna ragione.
“Se è finito un ciclo bisogna subito pensare alla rigenerazione di un altro”.
Ha ribadito Ferruccio Marotti, mentre Fabio Ferzetti ha dichiarato:
“A 30 anni dalla morte di Volonté la quantità e la qualità dei libri e degli studi che continuano a uscire su questo immenso attore confermano che la Valigia non può e non deve fermarsi, anche perché in Italia non esiste nulla di simile dedicato all’arte, al mestiere e alla dimensione politica di chi ha scelto la professione di recitare”.
Infine, l’ultima parola è stata di Boris Sollazzo, che ha affermato:
“Una manifestazione come ‘La Valigia dell’attore’ devi meritartela come isola, come regione, come settore, come paese intero. E invece si è lasciato tutto sulle spalle di donne e uomini di buona volontà. Così non si può andare avanti”.
Qual è quindi il futuro del festival?
Solo il tempo ce lo dirà, ma una è certa: nulla andrà perduto e questo festival è fondamentale per l’isola di La Maddalena, per l’Italia e per tutto il suo patrimonio artistico.
Articolo di Michael Bonannini