“Pronto Soccorso sempre più sotto pressione. Non è colpa delle influenze stagionali ma di un sistema in affanno che non riesce minimante a smaltire il carico di pazienti che si rivolgono agli ospedali. A contribuire a questa drammatica situazione diversi fattori a cui non si riesce a porre rimedio. Manca personale nei reparti di prima emergenza e quello che è in servizio spesso è costretto a operare in condizioni estreme sia per carichi di lavoro che per condizioni di sicurezza a fronte di emolumenti in Italia non allineati da anni al potere d’acquisto. I giovani, che dovrebbero garantire il normale ricambio generazionale, guardano con diffidenza alla professione medica e questo sta creando un blackout che rischia di portare a uno svuotamento degli organici tanto che già oggi si calcola un disavanzo di circa 5.000 unità di professionisti. Ma altrettanto grave è la mancanza di educazione sanitaria degli italiani. In troppi si rivolgono ai Pronto Soccorso all’apparire di sintomi che dovrebbero essere curati dai professionisti della medicina territoriale. È stimato che circa il 68% lo faccia in assenza di gravi patologie e che il 22% effettui accessi impropri ai Pronto Soccorso quando potrebbero rivolgersi ad altre strutture. In questo quadro si inserisce la crisi dei medici di famiglia, le cui fila si assottigliano sempre più e lo stallo della Medicina Territoriale, quell’arma per rilanciare il SSN, ed evitare i pellegrinaggi verso i nosocomi, che da tempo viene annunciata ma rimane, per il momento, un progetto e nulla più. Case ed Ospedali di comunità rischiano di rimanere, se costruiti, scatole vuote perché il vero grande problema resta quello del reclutamento del personale. Senza una barriera intermedia la crisi deli pronto Soccorso sarà irreversibile E così mentre tanti valenti giovani professionisti fuggono all’estero alla ricerca delle dovute gratificazioni in Italia la sanità è sempre più sull’orlo del baratro” dichiara in nota il segretario nazionale della UGL Salute Gianluca Giuliano.
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