Al via la mini rassegna del Teatro da Cameretta della Fabbrica Illuminata
Dal carnevale cagliaritano al Giappone passando attraverso il bosco delle paure e del coraggio. Il sipario del Teatro da Cameretta 2025 della Fabbrica Illuminata, con la direzione artistica di Elena Pau e con il contributo della Regione Sardegna, spalanca, davanti agli occhi dei bambini, il suo mondo di storie, magia e incanto. Tre appuntamenti con ingresso gratuito (prenotazione obbligatoria su whatsapp al 389 8787413 o via mail [email protected]), tutti alle ore 17 nella Saletta di Teatro da Camera, alla sede della Fabbrica (Via Falzarego 35 a Cagliari), dal 19 gennaio fino al 16 marzo.L’apertura è domenica 19 con W Re Canciofali, un omaggio al carnevale cagliaritano, di cui Canciofali è il re indiscusso – per quanto fantoccio -, scritto e diretto da Rita Atzeri, con Carla Orrù e Marta Gessa. In questa produzione de Il crogiuolo, tra le maschere tipiche dei primi carnevali, corrispondenti alle caratteristiche figure della vita cittadina, Re Canciofali si è montato la testa. È stanco di essere un re di cartapesta e vuole essere un re per davvero. Tutte le maschere del carnevale gli devono obbedire, pena la reclusione e l’oblio, quindi nessuno farà più vivere la sua maschera. Ma Balia e Panettera non ci stanno ed organizzano la rivolta.
Domenica 23 febbraio sarà l’originale e moderna Cappuccetto Rosso del Teatro del Cocomero, sotto la direzione di Rahul Bernardelli e con Selene Manca, a regalare emozioni e divertimento al giovanissimo pubblico (dai 3 ai 10 anni). Spettacolo di narrazione con pupazzi e burattini a vista, con una forte interazione con gli spettatori, Cappuccetto Rosso e il suo amico, il leprotto Giotto, promettono mille sorprese, dalla forte identità della protagonista ai personaggi del bosco, con un finale del tutto inatteso.
Ultimo appuntamento della mini rassegna, inserita nel più ampio cartellone del Teatro da Camera, il 16 marzo con Storie in valigia – La magia del Kamishibai, di e con Milena Petilli. Il kamishibai è l’arte degli oltre tremila cantastorie che in Giappone, tra le due guerre, a bordo della loro bicicletta si fermavano in ogni villaggio e aprivano, assieme ai loro teatrini portatili, il mondo dei racconti e della fantasia. Lo spettacolo racconta e riproduce la forma di narrazione dell’itinerante “teatro di carta” giapponese: una storia per ogni sequenza di dodici/quattordici tavole di immagini, coloratissime da un lato e scritte sul lato opposto, visibile al solo narratore. Un viaggio verso una realtà culturale diversa, capace di promuovere il sentimento della generosità, della condivisione e del riconoscimento della reciproca umanità.
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