AMSI-UMEM-UNITI PER UNIRE: Solidarietà ai Medici in Egitto e Giordania. Chiediamo giustizia e rispetto per i professionisti della sanità nel mondo
Foad Aodi, Mohammad Al Tarawenhe, Abdelfatah Abdelbaky (UMEM): “Ci troviamo di fronte a due situazioni emblematiche che dimostrano come la professione medica sia sotto pressione in diverse parti del mondo. Da una parte, i medici egiziani lottano per ottenere modifiche fondamentali al progetto di legge sulla responsabilità medica; dall’altra, i medici giordani con qualifiche internazionali vedono i loro titoli ignorati o sottovalutati, in contrasto con i principi di giustizia e rispetto per i professionisti della sanità.”Roma, 13 gennaio 2025 – L’Associazione Medici di Origine Straniera in Italia (AMSI), l’Unione Medica Euro-Mediterranea (UMEM) e il Movimento Internazionale Transculturale Uniti per Unire esprimono il loro pieno sostegno ai medici egiziani e giordani, schierandosi con forza a difesa dei loro diritti professionali, sociali e umani.
Il presidente delle associazioni, Prof. Foad Aodi, medico, giornalista internazionale e docente presso l’Università di Tor Vergata, nonché 4 volte consigliere dell’ordine dei medici di Roma e membro del Registro Esperti FNOMCEO, dichiara: “Ci troviamo di fronte a due situazioni emblematiche che dimostrano come la professione medica sia sotto pressione in diverse parti del mondo. Da una parte, i medici egiziani lottano per ottenere modifiche fondamentali al progetto di legge sulla responsabilità medica. Dall’altra, i medici giordani con qualifiche internazionali, vedono i loro titoli ignorati o sottovalutati, in contrasto con i principi di giustizia e rispetto per i professionisti della sanità.”
Il caso Egitto: oltre 600 medici contro la legge sulla responsabilità medica
In Egitto, oltre 600 medici, guidati dal dott. Ihab Al-Taher, ex Segretario Generale del Sindacato dei Medici, hanno presentato una denuncia collettiva contro il progetto di legge sulla responsabilità medica. Essi richiedono modifiche significative per garantire equilibrio tra i diritti dei pazienti e quelli dei medici, evitando il rischio di aumentare ulteriormente la migrazione dei professionisti sanitari all’estero.
Tra i punti principali della denuncia figurano in base a quello che ci racconta il nostro esponente in Egitto, Dr. Abdelfatah Abdelbaky, Membro Consiglio Direttivo UMEM:
Applicare la legge a fornitori di servizi e strutture sanitarie, sia egiziane che straniere.
Chiarire in modo univoco la definizione di negligenza medica grave.
Rendere le strutture sanitarie responsabili per la competenza e l’adeguatezza delle attrezzature.
Affidare esclusivamente alla Commissione per la Responsabilità Medica il ruolo di perito tecnico.
Creare un fondo assicurativo che copra integralmente i risarcimenti e sia protetto da usi impropri.
Ridurre le sanzioni per errori medici non intenzionali e rafforzare le pene per atti intenzionali o gravi negligenze.
Il Prof. Aodi a sua volta sottolinea: “È essenziale che questa legge venga rivista per garantire che i medici egiziani possano operare con serenità e sicurezza, senza timori di ingiustizie o di accuse infondate. Migliaia di lettere di medici sono state inviate al Presidente della Repubblica, al Primo Ministro e alla Camera dei Rappresentanti locali per sostenere queste richieste.”
Il caso Giordania: riconoscimento delle qualifiche internazionali
In Giordania, i medici con titoli conseguiti all’estero che lavorano negli ospedali del Ministero della Sanità si trovano esclusi dal riconoscimento delle loro competenze. Questa situazione è stata aggravata dalla nuova legge sul Consiglio Medico del 2022, che non ha affrontato il problema, lasciando i professionisti in una condizione di incertezza e discriminazione.
Il Dr. Mohammad Hasan Al-Tarawneh, portavoce di UMEM e rappresentante di UMEM in Giordania, ha dichiarato: “L’esclusione dei medici giordani con titoli esteri rappresenta un grave danno non solo per i professionisti stessi, ma anche per il sistema sanitario locale, già colpito da una grave carenza di medici. Non riconoscere questi titoli mina il morale dei medici e spinge molti di loro a emigrare, privando il Paese di risorse umane fondamentali.”
Il Prof. Aodi aggiunge: “Questa situazione è solo ingiusta, ma contraria ai principi dei diritti dei professionisti della sanità. La mancata valorizzazione dei medici qualificati allontana talenti preziosi, mentre i pazienti continuano a soffrire per la mancanza di specialisti. Siamo al fianco dell’Esercito Bianco giordano e di tutti i medici arabi che subiscono ingiustizie nei loro Paesi.”
Appello alle istituzioni e solidarietà internazionale
L’AMSI, l’UMEM e Uniti per Unire ribadiscono il loro impegno a difendere i diritti dei medici in tutto il mondo e lanciano un appello alle istituzioni egiziane e giordane affinché intervengano rapidamente per risolvere queste criticità.
“Questi episodi devono servire da monito a livello internazionale. Sostenere i medici significa proteggere il diritto alla salute per tutti. Invitiamo i governi a creare condizioni di lavoro che valorizzino i professionisti sanitari e garantiscano giustizia e sicurezza per medici e pazienti.”, concludono il Prof. Foad Aodi, il Dr. M. Al Tarawenhe dalla Giordania e il Dr. Abdelfatah Abdelbaky membro del Consiglio direttivo UMEM dall’Egitto.
Così dichiarano i Consigli Direttivi, insieme al Prof. Foad Aodi, medico palestinese, giornalista internazionale iscritto all’albo di Roma e del Lazio, ed esperto di salute globale.
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