“Al netto delle lodevoli finalità, favorire l’accesso alle prestazioni sanitarie dei cittadini maggiormente vulnerabili dal punto di vista socio-economico, le osservazioni confermano i dubbi che già avevamo sollevato al momento dell’approvazione in Giunta – ha aggiunto Truzzu – Il documento ha precisato, in particolare, che ‘le prestazioni sanitarie non possono essere qualificate come prestazioni sociali’, perciò sarebbe ‘un’anomalia che le prestazioni correlate ai buoni sanitari siano finanziate con risorse del Fondo FSE+’ e ‘la tipologia dei procedimenti amministrativi affidati alla competenza dell’Aspal non appaiono aderenti agli scopi perseguiti e alla natura del programma’. Hanno approvato una delibera che fa acqua da tutte le parti, confermandosi superficiali e pasticcioni”.
“Le osservazioni degli uffici rafforzano la nostra denuncia sui possibili profili di illegittimità con riferimento ai privati autorizzati – ha evidenziato Meloni – Infatti, chiedono un chiarimento per sapere ‘presso quali strutture potrà essere utilizzato il buono’, osservando che ‘le prestazioni sanitarie sono di norma erogate da soggetti pubblici o dagli erogatori accreditati’. Invitiamo l’assessore Manca a riconoscere che si tratta di una delibera sbagliata, oltreché fortemente fantasiosa, e quindi a ritirarla, togliendo dall’imbarazzo anche la maggioranza di centrosinistra, già impegnata a litigare sulla riforma sanitaria da proporre in Aula”.
“Inoltre, è condivisibile la conclusione del documento dove si osserva come sia ‘evidente che il problema non è economico, ma derivante da altre problematiche o carenze organizzative che richiedono una differente tipologia di intervento’, ha concluso Masala.