Ceccarelli (Coina): «Siamo di fronte ad una scatola vuota»
Il Coina denuncia senza mezzi termini: “La due giorni che inizia oggi 13 gennaio ha l’obiettivo di chiudere in fretta e furia quello che non è altro che un contratto sterile, frutto di promesse a vuoto e di compromessi che ignorano le competenze avanzate dei professionisti che reggono sulle proprie spalle un sistema fin troppo traballante. I sindacati di categoria firmeranno solo per non perdere il posto al tavolo? E’ questo quello che dobbiamo attenderci? Ma il conto alla fine per l’ennesima volta, sia chiaro, lo pagano i lavoratori e naturalmente come diretta conseguenza i cittadini che si ritroveranno una sanità pubblica che cola sempre più a picco in termini di qualità.”
Roma, 13 gennaio 2025 – A poche ore dalla cruciale “due giorni” di trattative convocate dall’Aran per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) del comparto sanità 2022-2024, il Coina, Sindacato delle Professioni Sanitarie, lancia un’accusa durissima contro l’immobilismo anche dei sindacati di categoria e la fallimentare gestione delle trattative da parte di tutti gli “attori in scena”, alla luce di una svolta tanto attesa che non ci sarà e delle ennesime speranze disattese e ampiamente deluse.
“Questa due giorni sembra più una corsa contro il tempo da parte dell’Aran per chiudere rapidamente una pratica davvero scomoda, piuttosto che un confronto serio e costruttivo,” attacca Marco Ceccarelli, Segretario Nazionale del Coina. “Il contratto che sta prendendo forma non altro è una scatola drammaticamente vuota: risorse sin dall’inizio esigue, contenuti sterili e nessun reale riconoscimento delle competenze avanzate delle professioni sanitarie. Ancora una volta, le aspettative di centinaia di migliaia di lavoratori sono state tradite.”
“Ma cosa abbiamo davvero in mano?”, si domanda Marco Ceccarelli, riassumendo il sentimento di delusione che attraversa i professionisti sanitari di tutta Italia. “Infermieri, ostetriche, TSRM e tutte le altre Professioni sanitarie si aspettavano molto di più. Questo contratto lascerà ancora una volta nelle loro mani un pugno di mosche.”
Un contratto sterile, con risorse amaramente insufficienti. Un confuso e affollato calderone dove vengono messi sullo stesso piano professionisti con elevate responsabilità, giunti allo stremo, e dipendenti che, con tutto il rispetto, se ne stanno dietro una scrivania. A quando il tanto atteso contratto separato per le Professioni Sanitarie?
Il Coina denuncia come le proposte avanzate fino ad ora non affrontino i problemi reali del settore. “Le risorse alla base sono inadeguate, le indennità aumentate sono una misura sterile, e l’Aran non ha fatto altro che vendere fumo negli occhi, giocando con percentuali che non corrispondono a un reale miglioramento”, accusa Ceccarelli.
Il nuovo CCNL, secondo il Coina, ignora completamente il riconoscimento delle competenze avanzate, trattando tutte le figure professionali sullo stesso piano senza tenere conto delle responsabilità e dei livelli di specializzazione. “È un contratto che mette tutto e tutti in un unico calderone, un caos che non porta alcuna vera innovazione,” sottolinea Ceccarelli.
Inconcludenza e frammentazione tra i sindacati di categoria
A poche ore dalle riunioni decisive, emerge un quadro desolante anche sul fronte sindacale. “I sindacati di categoria, in particolare quelle due sigle da cui dipende il raggiungimento della cosiddetta “quota chiave”, non hanno mostrato una strategia chiara e compatta,” critica il Coina, evidenziando come la frammentazione tra le diverse sigle rischi di paralizzare il processo negoziale.
Lo scenario a cui siamo di fronte è tristemente emblematico: spaccature interne, referendum informali e una strategia di consultazione dei lavoratori che ha portato a risultati deludenti. La consultazione referendaria, pur avendo coinvolto migliaia di lavoratori, ha mostrato una netta disapprovazione del contratto proposto, ma senza produrre un effetto vincolante.
“Anche nel comparto sanità vediamo sigle che si rincorrono per ottenere consensi elettorali, senza alcuna visione d’insieme,” denuncia Ceccarelli. La situazione è ulteriormente complicata dalle geometrie sindacali: la Cisl e la Fials, da sole, non raggiungono il 51% necessario per la firma del contratto, e il ruolo chiave è giocato dai sindacati autonomi. Tuttavia, le divisioni interne rischiano di far naufragare ogni tentativo di miglioramento. Nella migliore delle ipotesi si arriverà alla firma, è inevitabile, per evitare di rimanere fuori dai giochi.
Un ulteriore problema è rappresentato dalla tempistica e dagli strumenti normativi necessari per rendere operative alcune misure, come l’incremento dei trattamenti accessori previsto dalla Legge di Bilancio. “Siamo di fronte a un paradosso: risorse teoriche che rischiano di non essere concretizzabili in tempo per questo contratto,” sottolinea il Segretario Nazionale.
Competenze avanzate ignorate, Legge 43 del 2006 ancora inapplicata
Nonostante siano passati anni dall’introduzione della Legge 43 del 2006, che avrebbe dovuto sancire il riconoscimento delle competenze avanzate delle professioni sanitarie, il suo pieno recepimento è ancora lontano. “Infermieri e professionisti sanitari continuano a essere relegati a ruoli privi di una reale valorizzazione economica e giuridica. Non possiamo accettare che si perpetui questo immobilismo,” afferma il Segretario Nazionale.
Le proposte del Coina: valorizzazione concreta e riconoscimenti reali
Il Coina chiede senza mezzi termini che il contratto venga rivisto includendo:
– Riconoscimento economico e giuridico delle competenze avanzate, con l’istituzione di specifici inquadramenti professionali;
-Percorsi di carriera chiari e meritocratici, in linea con i migliori standard europei;
-Pieno recepimento della Legge 43 del 2006, per dare finalmente dignità e peso alle competenze tecniche e cliniche dei professionisti sanitari.
“La politica ha mancato il suo obiettivo”
Il Coina punta il dito anche contro la politica nazionale, che non è intervenuta con misure strutturali e ha lasciato che le trattative restassero un esercizio sterile. “Le sigle sindacali più forti hanno tradito le aspettative della categoria. Serve una rivoluzione culturale che riconosca il valore dei professionisti sanitari, invece di continuare a chiedere resilienza senza offrire prospettive di crescita.” Dove sono le premesse iniziali inserite nell’atto di indirizzo da parte del Comitato di Settore? Ci sentiamo presi in giro, conclude Ceccarelli.
13-14 gennaio: una due giorni decisiva, ma per chi e per cosa?
Il Coina annuncia che vigilerà attentamente sull’esito delle trattative in programma e invita tutte le professioni sanitarie a mantenere alta l’attenzione su un contratto che rischia di essere l’ennesima pericolosa occasione mancata.
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