La situazione della “Giustizia” anche in Sardegna non è delle migliori. In tutti gli Uffici Giudiziari sono sempre presenti problemi organizzativi dovuti soprattutto alla carenza di organico amministrativo. È ovvio che questi problemi si riflettono realmente e concretamente sui cittadini e sui loro diritti che come risaputo genera sfiducia dei cittadini nei confronti della Giustizia.
Da tanto tempo la USB P.I. – Giustizia e il coordinamento nazionale precari PNRR da mesi pongono all’attenzione dell’amministrazione l’ormai annosa questione della stabilizzazione di tutto il personale precario.
Visti i passi in avanti verso l’obiettivo e in questo senso apprezzabili, le risposte sin qui ottenute a seguito delle mobilitazioni non sono soddisfacenti.
Oggi si parla di sole 6000 stabilizzazioni, a fronte dei circa 12000 lavoratrici e lavoratori precari, di cui 3000 previsti dalla finanziaria e altri 3000 a carico dei piani assunzionali del ministero nel triennio 2026-2029.
Sin da maggio 2024, con reiterate istanze, la USB chiede l’istituzione di un tavolo tecnico di confronto tra l’Amministrazione e le OO.SS. per definire una proposta concreta sulla modalità di stabilizzazione del personale precario a partire dalla predisposizione di un piano di fabbisogno adeguato allo scopo.
Se l’obiettivo reale dell’amministrazione è la stabilizzazione del personale precario PNRR a partire dall’ormai prossimo primo luglio 2026, è necessario programmare sin da subito il percorso con un progetto che preveda tempi certi: non si può pensare di arrivare impreparati al 30 giugno 2026, giorno della scadenza dei contratti.
Dal documento Programmazione dei fabbisogni del personale per il triennio 2025-2027 si evince che alla data del 31 dicembre 2024 risultano 15.158 vacanze nell’organico, a cui vanno aggiunte le cessazioni previste nel biennio 2025-2026, che ammontano a 4767 unità.
Sono numeri allarmanti, una vacanza di 20.000 unità dovrebbe far tremare i polsi a chiunque abbia a cuore il buon funzionamento della giustizia. La stabilizzazione di tutto il personale precario PNRR non è un capriccio, è un’esigenza.
La politica non può girarsi dall’altra parte, né continuare confidare sul senso di responsabilità dei singoli lavoratori e lavoratrici, il cui senso di responsabilità e dello Stato è molto più forte di quello che appartiene a chi rappresenta le istituzioni.
La politica prenda atto che senza la stabilizzazione di tutto il personale precario del PNRR la giustizia è destinare a naufragare miseramente con conseguente vanificazione dell’impegno formativo assicurato nelle sedi di lavoro e depauperando la professionalità acquisita.